La bellezza dei fiori rimanda al rispetto della natura
Una suggestiva immagine dei prati di Logarghena con le giunchiglie in fiore (Foto Lunigiana World)
Una suggestiva immagine dei prati di Logarghena con le giunchiglie in fiore (Foto Lunigiana World)

In questo periodo, ovunque, è esplosione di fiori, colori, profumi… Spiccano soprattutto i rossi papaveri, simili a “garibaldini”. Bellezze che spronano al recupero dello stupore, valore desueto, per guardare in Alto nel rispetto della natura.
Non c’è bisogno di sottili e raffinati argomenti filosofici per rendersi conto dell’importanza crescente e cruciale delle questioni di ambiente o della quotidiana emergenza ecologica.
L’ansia ecologica accompagna le nostre vite di abitanti delle città avvelenate. Ci colpisce nei tempi che dovrebbero essere ciclicamente dedicati alla libertà dal lavoro e dalla costante “routine”.
C’è sempre un mare pronto a ricordarci che il mondo è il luogo in cui abitiamo, ma anche un posto terribilmente inquinato.
Spesso il Papa richiama l’attenzione dei credenti in quanto l’ecologia ha pure una dimensione religiosa che tocca la fede e l’interpretazione delle Scritture.
Ma i dilemmi dell’ecologia entrano di diritto anche nel gran libro della morale e dell’etica che ciascuno di noi, indipendentemente dal “Credo” ha la responsabilità di contribuire a scrivere, nella propria coscienza.
Del resto, sulla Terra, “casa comune”, con qualche miliardo di coinquilini, più o meno fortunati di noi, abbiamo una vita in comune. Inquinamento, distruzione e spreco di risorse esauribili, massacro di specie animali, stragi “amazzoniche” eccetera sono esiti di azioni e scelte moralmente riprovevoli in quanto l’uomo dovrebbe essere custode del Creato e non despota della natura.
Non siamo, infatti, solo esseri umani che possono usare a loro piacimento la natura come pozzo senza fine di risorse e di mezzi per i nostri fini, siamo anche parte della natura. Per cui non possiamo violare i diritti, la dignità e i doveri che ci competono, in ogni tempo e luogo.
Nessun alibi per la irresponsabilità quali predatori di un bene prezioso che non è, in alcun modo, solo nostro e che coincide con quel mondo che ci ospita gratuitamente. Mondo, a volte, strano e complicato, non senza bellezza e positività, fatto di natura e cultura; di sequoie e cattedrali; di monumenti e documenti  che abbiamo l’elementare dovere di preservare, tutelare, proteggere.
Per tramandarlo alle generazioni future che, come le presenti, hanno il sacrosanto diritto ad un mondo degno di essere abitato.

Ivana Fornesi