

Una nuova unità pastorale in partenza: è quella che raggrupperà le parrocchie di Aulla capoluogo, sommate a Podenzana, Terrarossa, Fornoli, alle sei parrocchie della bassa valle dell’Aulella e del Bardine (Pallerone, Serricciolo, Canova, Gorasco, Bibola e Vechietto) e alle otto parrocchie del comune di Tresana: Barbarasco, Riccò, Novegigola, Tresana, Villa, Bola, Careggia e Giovagallo.
Il vicario generale della Diocesi, don Marino Navalesi, ha annunciato la costituzione delle 19 parrocchie nella nuova unità pastorale lo scorso 15 giugno con una lettera ai fedeli. Martedì scorso in San Caprasio il vescovo Fra’ Mario Vaccari ha presentato motivazioni e obiettivi della nuova aggregazione, mentre domenica 30 giugno, con una solenne celebrazione, sempre nell’antica chiesa abbaziale, l’unità pastorale inizierà il suo cammino.
A guidare le parrocchie sarà don Anthony Nnadi Okechuwku, il sacerdote che già dal 2016 guida le parrocchie tresanesi e che da diversi anni ricopre il ruolo di Vicario Foraneo. Ad accompagnare il prete di origine nigeriana nel suo incarico sarà una squadra di due diaconi permanenti – Mario Paolo Manganelli e Riccardo Vergassola – e tre viceparroci: don Stefano Pappalardo, don Jareck Sienkowski e don Lucio Filippi.
Quest’ultimo ha retto negli ultimi sei anni la parrocchia di San Caprasio, assieme a quelle di Filanda, Podenzana, Bibola, Vecchietto, Terrarossa e Fornoli, in quella che già era nei fatti un’unità pastorale.
Mentre si appresta a lasciare la reggenza di San Caprasio, don Lucio si concede per un bilancio della sua esperienza aullese.
“I bilanci sono altri a doverli fare, non il parroco”, si schernisce, “San Caprasio – prosegue – rappresenta tre realtà sovrapposte: il pozzo di storia e cultura che è stato mano a mano riscoperto, l’ospitale dei pellegrini, la comunità parrocchiale. La valorizzazione del sito archeologico e culturale è proseguita negli ultimi anni secondo i piani e le tappe prestabilite. L’ospitale sulla via Francigena, retto da un gruppo di volontari senza i quali non sarebbe possibile offrire dimora ai viandanti, è una realtà capace di duemila presenze annue prima del Covid e sette-ottocento in questi ultimi anni”.

Risultati positivi, dunque. Rimane la vita pastorale, per la quale l’analisi di don Lucio si fa più articolata.
“Abbiamo sviluppato le attività del Centro Caritas – spiega il sacerdote – che dalla sede nella vecchia stazione si è spostato lo scorso ottobre qui in parrocchia, diventando Centro Vicariale della Carità, dotato anche di un nuovo servizio notturno per i senzatetto”.
Al servizio caritatevole si aggiunge quello educativo, con la scuola dell’infanzia paritaria, scampata alla dipartita delle sorelle della congregazione delle Figlie di Gesù.
“La fine della presenza delle suore – racconta il parroco – aveva messo in pericolo un servizio prezioso e a cui gli aullesi erano affezionati per la sua permanenza nel corso dei decenni. L’istituto è passato alla Fondazione Scuole Libere e la risposta è stata positiva, con le iscrizioni salite da meno di venti a circa 50/60, salvando un importante servizio educativo”.

Ai motivi di soddisfazione, anche per i tanti volontari che rendono possibili i servizi caritatevoli, educativi, culturali e di accoglienza (“sono loro il ricordo più bello che porto con me, soprattutto chi è già transitato alla vita eterna”) don Lucio affianca anche le preoccupazioni.
Una su tutte: il calo inarrestabile della pratica tra i giovani e le famiglie. “Si tratta di un allontanamento dalla pratica della fede comune all’intera Europa” riflette il parroco, citando “l’apostasia silenziosa” denunciata vent’anni fa da Giovanni Paolo II nell’esortazione Ecclesia in Europa. “Ad Aulla, però, questo allontanamento si osserva più marcatamente che in altre realtà del nostro territorio”.
Per l’équipe che prenderà le redini dell’unità pastorale ci sarà molto da lavorare, tra attività in corso e l’urgenza di una nuova evangelizzazione. Contando, ancora per un po’ di tempo, sulla collaborazione di don Lucio che, a pochi mesi dal suo cinquantesimo di ordinazione sacerdotale e dal compimento dei 75 anni, andrà a dimorare al santuario del Gaggio in Podenzana.
Davide Tondani