
Incontro con il pontremolese che ha trovato fortuna in America

Nell’ambito di ‘Pontremoli si racconta’ , rubrica settimanale del Centro ricreativo comunale, mercoledì 24 aprile è stato organizzato l’incontro con Renato Riccio rientrato per qualche giorno a Pontremoli, dall’America, dove vive da quasi 60 anni.
Per noi il chitarrista estroso, creativo, un po’ controcorrente per gli anni Sessanta pontremolesi ma che oggi, a 77 anni, appare come un tranquillo, bonario signore… italoamercano.
Dopo la presentazione delle iniziative in atto e quelle previste al Centro Ricreativo, Clara Cavellini introduce Renato delineando i momenti essenziali della sua vita di giovanissimo emigrato negli Stati Uniti d’America, dove giunge il 23 novembre 1967, sistemandosi a Dallas presso la nonna e gli zii, realizzando così il sogno che aveva fin da bambino.
Fra le sue passioni ci sono la cucina e la musica, sa cucinare e sa suonare la chitarra e la tromba e dunque emigra con la sua Fender Stratocaster perché laggiù vuole diventare un artista; vuole cantare il blues ma nel Sud, in particolare nel Texas, non ci sono molte richieste per un italiano che voglia cantare il blues o il gospel.
Abbandona quindi l’idea e si dedica alla pizza che, in quegli anni, dice essere sconosciuta ai texani. Comincia con una piccola pizzeria e non avendo soldi, si costruisce il forno e poi lo fa anche per un amico, avviando così un’attività che ben presto si rivelerà molto proficua.
Infatti dopo 10 anni è titolare di un’industria che costruisce forni per un italoamericano, arrivando in 20 anni a costruirne quasi 800 che vengono acquistati in America, in Medio Oriente, in Canada, in Venezuela, Perù…
Le richieste sono tantissime e Renato dice di aver costruito forni anche per Obama e per Jeff Bezos e quando racconta di migliaia dei suoi forni che si trovano in tutto il mondo, il pubblico applaude, come se si sentisse parte del successo e orgogliosi del loro concittadino, americano ma in fondo pur sempre pontremolese.
Dice di essere tra i fondatori del club degli italiani di Dallas che nel 1970 era formato da 8 persone, mentre oggi ne conta 3000.
Diversi domande del pubblico riguardano la famiglia, le figlie che hanno studiato in Italia e soprattutto la sua vita in Texas.
Fra gli interventi quello di Rita Poli senza dubbio interpreta il pensiero dei tanti amici presenti: ‘quando tu partirai porterai nel cuore l’Italia, soprattutto Pontremoli, ma porterai via anche un pezzetto del mio cuore, perché io ti sono tanto tanto affezionata’.
Fabrizio Rosi