
Marzo se ne è andato e con lui anche la Pasqua, salvo il Lunedì dell’Angelo caduto il 1° aprile, peraltro senza un tempo migliore. Le previsioni erano tutt’altro che buone, si sa: tuttavia, il tempo perturbato e l’instabilità si sono sfogati andando anche oltre i peggiori pronostici meteo.
Nella settimana fra il martedì santo e il giorno di “Pasquetta”, le ore che si sono salvate da piogge, rovesci, cielo imbronciato, vento e veloci incursioni temporalesche sono state una parte minoritaria del tempo trascorso. La mattità di marzo ha avuto modo di manifestarsi con le “tempeste” post-equinoziali con cui si era dato titolo alla rubrica nello scorso numero.
L’ulteriore e abbondante pioggia caduta la notte di lunedì 1 ha richiamato alla mente quanto architettato, secondo una credenza popolare, dal mese più pazzo e dispettoso dell’anno per farla pagare a quella vecchia o a quel pastore (a seconda della versione della storia) che si credevano tanto più furbi e smaliziati di lui. La temperatura, nel medesimo periodo, ha continuato i suoi sobbalzi, ora aumentando con le correnti sciroccali ora scendendo al prevalere dei venti occidentali e di libeccio o, all’inizio del periodo, di tramontana ‘scura’, fattasi viva martedì 26.
Da martedì a giovedì, è stato un crescendo di intensità delle precipitazioni: prima più deboli, ed anche nevose in montagna oltre i 1200 metri, poi più forti, specie giovedì 28, quando un diluvio ha interessato le ore del mattino fino al primo pomeriggio in compagnia di impetuose folate di vento marino tra ostro e libeccio. Lo scirocco ‘sabbioso’ ha invece preso il sopravvento venerdì 29, tra residui piovaschi, dipingendo un cielo di un uniforme grigiore giallastro.
L’atmosfera opalescente condizionata da una mediocre visibilità si è mantenuta pure nella giornata di sabato 30; poi, la sera di vigilia, è ripresa a cadere la pioggia come era nelle attese.
La mattina di Pasqua, dopo una notte di pioggia ‘colorata’ dal trasporto di polvere sahariana, è tornata a cadere pioggia più pulita con un temporale scoppiato intorno alle 10,40. Brevissime le occhiate di sole venute a salutare nel mezzodì, ma di più non si poteva proprio sperare .
Altra pioggia era in agguato dalla sera e ancor più nella notte del lunedì fino al primo mattino, una dozzina di ore durante le quali è scesa sull’alta Lunigiana quasi metà della pioggia che competerebbe ad un intero mese d’aprile.
Il prosieguo del secondo giorno di Pasqua, a suon di fresche sventagliate di libeccio, ben più gagliardo sui rilievi montuosi, ha concesso solo qualche parziale schiarita nella seconda parte del pomeriggio; in serata, il cielo si è richiuso per ‘sgrondare’ il fiasco, e così fino al mattino di martedì 2: non sia mai che si rischi di perdere il ritmo!
La passata finale in questione ha interessato da SW a NE il tratto di territorio da Parana a Prato Spilla attraverso la valle del Màngiola, Villafranca e il Bagnonese orientale. Restano poche righe da dedicare a marzo, risultato più mite e molto più piovoso del normale, sul quale c’è invece molto da riferire: i dati in dettaglio si rimandano alla prossima settimana.
a cura di Maurizio Ratti, Mauro Olivieri e Giovan Battista Mazzoni