
Gli eventi dell’Eid al-Fitr sono stati l’occasione per conoscere la realtà musulmana locale. Due grandi celebrazioni di fine Ramadan in provincia: alla Quercia di Aulla e a Carrara, con la presenza del Vescovo Fra’ Mario Vaccari.

L’Eid al-Fitr, il giorno che segna la fine del Ramadan, festeggiato quest’anno dai musulmani dal 10 al 12 aprile, è stato un evento partecipato anche nel nostro territorio. La festa della fine del mese del digiuno è scattata, secondo la tradizione islamica, nel momento in cui appare la luna nuova ed è stata contrassegnata da preghiere mattutine speciali, saluti con l’espressione “eid mubarak” (che significa “buona festa”), festeggiamenti insieme a famigliari e amici e scambi di doni. Le celebrazioni più partecipate sul territorio provinciale, con diverse centinaia di fedeli presenti, si sono tenute al Centro sportivo della Quercia di Aulla, alla presenza del sindaco Roberto Valettini («Sono molto felice di essere con voi – ha detto il primo cittadino – la nostra Repubblica riconosce a tutti il diritto di professare la propria fede religiosa liberamente. La religione è soprattutto amore, rispetto e fratellanza») e a Carrara, al campo sportivo “Fossa dei leoni” di Viale XX settembre.

A quest’ultima celebrazione ha preso parte anche il vescovo della comunità cattolica diocesana, Fra’ Mario Vaccari, che si è rivolto ai fedeli di Maometto dicendosi molto onorato dell’invito ricevuto e osservando come «il modo in cui affrontate il vostro digiuno e in cui pregate, le parole che rivolgete a Dio, sono un esempio anche per la comunità cristiana». Parallelamente all’Eid al-Fitr, la comunità musulmana lunigianese ha oramai da tempo i suoi spazi in cui incontrarsi e praticare il culto lungo tutto l’anno: non vere e proprie moschee complete di cupola e minareto (in Italia se ne contano ufficialmente quattro), ma centri islamici, cioè strutture in cui vengono organizzate attività culturali e di culto, dotate di un imam pagato dalla comunità che svolge la funzione di guida religiosa, oppure semplici sale di preghiera chiamate “musalla”. La realtà della Lunigiana ci è stata spiegata da Aziz Ghouli, 45 anni, marocchino in Italia dal 2006, residente a Barbarasco e presidente del Centro islamico di Aulla. Sono quattro i centri islamici in Lunigiana: ad Aulla, a Villafranca, a Pontremoli e ad Albiano Magra. Aulla è la realtà più numerosa e radicata, al punto da avere acquistato un immobile nell’area della ex Filanda: «il restauro dell’immobile è in corso e – Ghouli lo dice con una punta di orgoglio – l’anno prossimo sarà pronto per essere inaugurato».

Nei centri elencati, attorno ad un nucleo stabile di alcune decine di fedeli maggiormente coinvolti e più assidui alla preghiera del venerdì, si aggrega un numero di fedeli molto più consistente in occasione delle feste più importanti, come appunto il Ramadan. La maggior parte dei musulmani che frequenta i centri islamici lunigianesi è maghrebina, ma sono presenti fedeli di altri gruppi nazionali, in particolare albanesi o senegalesi. La preghiera comune ha un ostacolo linguistico che, spiega il presidente del centro islamico aullese, viene superato con l’uso dell’italiano. «Una parte della preghiera – spiega Ghouli – viene svolta in arabo e una parte in italiano per consentire a tutti di comprendere il rito». Ma la lingua gioca anche un altro ruolo, quello di rendere “trasparenti” le prediche della guida religiosa. Le indagini del 2003 sulle prediche radicali di alcuni imam in Italia, tra i quali uno operante ad Albiano, sembrano episodi oramai lontani. Il presidente del centro islamico di Aulla sottolinea che c’è molta attenzione nella scelta della guida religiosa: quello dell’imam non è un ordine sacro come quello del prete, non esiste una gerarchia religiosa e la preghiera può essere diretta da qualsiasi fedele conoscitore del rituale, per cui si fa molta attenzione a chi viene scelto. Messaggi di odio o chiamate alla radicalizzazione non sono ammesse nel centro aullese. «Abbiamo instaurato con le autorità e le forze dell’ordine un ottimo rapporto, fatto di collaborazione e comprensione, e non vogliamo comprometterlo», dice Ghouli. Il quadro ricostruito con la collaborazione del presidente del centro islamico aullese testimonia, se ancora ce ne fosse bisogno, una presenza islamica oramai radicata in una Lunigiana in cui il multicuralismo, che piaccia o no, con le opportunità e le preoccupazioni che si porta dietro, è una realtà che non si può ignorare.
(Davide Tondani)