Otto Marzo: uomini nati da donne

L’Otto Marzo avrà lo stesso cerimoniale di sempre: spettacoli teatrali, manifestazioni, seminari, cortei, mostre, dibattiti… nella cornice della gialla, effimera mimosa sbocciata in largo anticipo, tutto da tradizione mentre vorremmo che una tale Giornata avesse come fulcro la dignità della donna: persona al femminile.
Occasione propizia per fare seriamente il punto sulla condizione femminile nel nostro Paese, in Europa, nel mondo. La strada per raggiungere la parità effettiva con gli uomini, in ogni campo, a partire dal lavoro, costituita dalla pienezza dei diritti e da pari opportunità, è ancora lunga e costellata di ostacoli. Per cui urge percorrerla con determinazione e rapidità in quanto non può esistere la vera libertà senza la condivisione delle donne e degli uomini.
In questi decenni la nostra Repubblica ha fatto certamente enormi progressi sul piano legislativo e su quello della diffusione di una cultura della parità cercando di analizzare, quindi, combattere le cause resistenti della misoginia che sono all’origine delle ancora troppe discriminazioni che, da un passato lontanissimo, continuano a manifestarsi ad ogni latitudine generando inaccettabili violenze di ogni tipo fino ad arrivare ai numerosi femminicidi: crimini  gravissimi che azzerano la civiltà, da sanzionare con la massima severità della pena. Stereotipi e pregiudizi cristallizzati e generati, in parte, dalla “paura” nei confronti della donna, quasi un senso di inferiorità, per essere differente nella sensibilità, nella creatività, nella lungimiranza…
Per essere soprattutto grembo accogliente e protettivo, forza creatrice in grado di concepire e partorire una nuova vita. Donne private, in molte aree del Pianeta, perfino dei diritti fondamentali con assurde imposizioni e divieti, quali quelli dello studio, del lavoro, della libera scelta del partner, capaci di lanciare cuore e mente oltre i confini pur pagando prezzi altissimi, nel fisico e nell’anima.
“Ho vent’anni, ha gridato una ragazza libanese, non voglio sopravvivere in una gabbia. Sono un torrente impetuoso, un vulcano ruggente. Voglio allargare i miei rami, estendere le mie radici, in libertà …”
L’Otto Marzo 2024 tutti gli uomini si ricordino di essere nati da donne, magari fra mille difficoltà, ma sempre con la potenza dell’amore. Non la festa di un giorno per rivendicare privilegi. Una data per riconoscere, e vivere, sacrosanti diritti nella consapevolezza che donna e uomo, pur restando due unità distinte, restano complementari. Insieme, nel reciproco rispetto, formano il nucleo fondativo dell’umana famiglia.
Con questo spirito la “Giornata Internazionale della Donna” avrà il giusto valore. Proiettando luce, e rinnovata speranza, sul futuro delle giovani generazioni.

Ivana Fornesi