Apriamoci e ascoltiamo le persone per essere a nostra volta ascoltati

Ad Aulla il secondo appuntamento di “lectio divina” del Vescovo Fra’ Mario

La “lectio divina” del Vescovo Fra’ Mario in San Caprasio ad Aulla

Dopo quella tenuta a Bonascola il 22 febbraio, il vescovo diocesano Fra’ Mario Vaccari giovedì 29 febbraio ha coinvolto i fedeli della Lunigiana nel secondo appuntamento di “Lectio Divina” ad Aulla nell’Abbazia di San Caprasio.
Numerosi i laici e i sacerdoti che hanno partecipato all’incontro anche con interventi, condividendo pensieri e riflessioni suscitati dall’ascolto della Parola. Un bel momento di condivisione, che ha sottolineato, in particolare, l’importanza di farsi parte attiva della “missionarietà” che contraddistingue il cristiano e la necessità di sperimentare linguaggi nuovi per annunciare Cristo Signore.
Il testo scelto e commentato dal vescovo diocesano (Atti 18,1-11), si è rivelato molto attuale e ben contestualizzato nella vita quotidiana. La missionarietà di Paolo è stata sempre contraddistinta dal muoversi, dal camminare, dal continuare ad annunciare il Vangelo di Cristo nonostante le sconfitte, le delusioni e la fatica, che non sono mancate nella vita dell’apostolo.
Molti di noi, oggi, come ai tempi di Paolo e delle prime comunità cristiane, hanno paura di parlare pubblicamente di Gesù. Come Paolo però, che viene confortato in sogno da Gesù, anche noi, possiamo vincere le nostre paure, sostenuti dalla certezza che il Signore non ci abbandona mai.
Forse l’apostolo aveva bisogno di sentirsi “confortato” da quelle parole del Signore e, forse, noi abbiamo bisogno di credere che anche oggi Dio conosce il suo “popolo numeroso” (At 18,1-10) al di là dei numeri, sempre più esigui, che contiamo nelle nostre assemblee e nei nostri incontri.
In questo senso, le figure di Aquila e Priscilla, i coniugi che a Corinto hanno accolto nella loro casa Paolo appena arrivato, assomigliano a tutti i santi che, tanto silenziosamente quando proficuamente, camminano per il mondo e nelle nostre comunità. Possiamo lasciarci guidare dal coraggio del cuore per essere itineranti ed uscire dalle nostre “zone di conforto”, prendendo le distanze da inutili critiche che non ci appartengono e portare al mondo la testimonianza dell’annuncio cristiano.
Paolo, uomo in movimento, “perché – ha sottolineato Fra’ Mario – la missione non si fa stando fermi in un posto”. Ma non è necessario spostarsi di chilometri, magari a piedi: “è proprio una questione di come si vive la realtà, perché se la vivo ogni giorno chiuso nel mio mondo, non mi attivo e non mi apro, non ascolto, non cerco relazioni con le persone, allora non mi espongo mai al rischio di essere ascoltato, al rischio della relazione”.
Ecco: l’essere itinerante significa anche questo, non tanto muoversi con i piedi ma avere il coraggio di uscire dalle proprie zone sicure. In questo caso si avrà, allora, la missione, accettando quel rischio di essere accolti o meno, ascoltati o meno, che però ci fa sentire di essere in cammino.
Paolo è appena stato rifiutato ad Atene, eppure va a Corinto; anche qui non viene accolto nella sinagoga e allora inizia a predicare che il Messia è Gesù alle persone che sembrano essere più lontane.
“Quando vi rifiuteranno – diceva Gesù ai discepoli – voi scuotete la polvere dai vostri sandali e andate ad annunciare ad altri”. Non c’è giudizio, non c’è rabbia, solo il gesto di rendere evidente alle persone quel rifiuto che è loro responsabilità: un appello ulteriore alla conversione. Paolo annuncia il Vangelo non nelle sinagoghe ma nelle case, il luogo di vita quotidiana della famiglia e ottiene grandi risultati.
E Gesù gli appare dicendogli “continua a parlare, non avere paura, io sono con te, nessuno ti farà del male: in questa città io ho un popolo numeroso”, perché il missionario è sempre preceduto e guidato dall’opera dello Spirito Santo che prepara e fa maturare il cuore delle persone che ci ascoltano.
Ma prima di tutto è necessario che io vada, che io esca, che io diventi itinerante e mi metta in ascolto per entrare nel cuore delle persone: solo così potrò accogliere questa azione dello Spirito Santo in coloro che incontro.