Zeri non dimentica le vittime del rastrellamento del gennaio 1945

Tanta partecipazione all’evento organizzato dall’Anpi e dal Comune

Zeri ha ricordato il 79.mo anniversario del terribile rastrellamento nazifascista del gennaio 1945: lo scorso venerdì 26 un buon numero di partecipanti si sono ritrovati a Patigno accogliendo l’invito della locale sezione Anpi (presente il vice presidente Raffaello Nadotti) e dell’Amministrazione Comunale (intervenuta con il sindaco Cristian Petacchi e il vice Secondo Novelli). Sodalizi del territorio come la Croce Verde, il Gruppo Alpini, l’Associazione Le Nostre Valli, l’Associazone Carabinieri in Congedo, l’Anpi di Pontremoli; autorità civili con la fascia tricolore (la vicesindaca di Pontremoli Clara Cavellini e il delegato di Sesta Godano Antonio Tosi) e militari (il comandante della Stazione Carabinieri, M.llo Cossu).

Due guardie della Polizia Provinciale hanno scortato il Gonfalone della Provincia di Massa Carrara, la prima fra tutte le province italiane ad essere stata decorata di Medaglia d’Oro al Valor Militare nel 1947. Particolare interesse hanno suscitato ragazze e ragazzi del plesso di Coloretta dell’Istituto Comprensivo “Tifoni”: un bel gruppo di studenti, attenti e preparati, accompagnati dalle insegnanti, e che hanno letto i componimenti predisposti per l’occasione e intonato un’emozionante “Bella Ciao”. Dopo la benedizione del parroco, don Marino, due di loro hanno deposto un mazzo di fiore alla lapide che ricorda i Caduti.

Nell’orazione ufficiale Paolo Bissoli, presidente dell’Istituto Storico della Resistenza Apuana ha ricordato le caratteristiche del rastrellamento del 20-22 gennaio di 79 anni fa: un’operazione antipartigiana progettata dall’esercito nazista supportato dai reparti fascisti della RSI che viene ricordata anche come Battaglia del Monte Gottero. Molti partigiani, infatti, furono costretti a ripiegare, tra metri di neve e nel ghiaccio di un inverno tra i più rigidi che si ricordino, verso posizioni nella zona, impervia e più difendibile, della montagna che domina le valli del Vara, dello Zerasco e del Taro. Un rastrellamento diverso da quello dell’agosto precedente, quando le vittime furono soprattutto tra la popolazione civile, obiettivo di quella “guerra ai civili” che voleva fiaccare la Resistenza privandola del sostentamento da parte della gente dei paesi. In comune ebbero, purtroppo, la morte di tante persone e la distruzione di interi paesi. Una memoria tragica che, vista la partecipazione dimostrata a Patigno, è ancora viva.