
Un decreto legge del governo ha conferito a Carrara il titolo di capoluogo di provincia. L’unica sostanziale modifica il passaggio da 24 a 32 consiglieri comunali

La provincia apuana da pochi giorni ha, a tutti gli effetti, due città capoluogo: non solo Massa ma anche Carrara. A sancirlo è il Governo con il decreto legge n. 7/2024, pubblicato il 29 gennaio in Gazzetta ufficiale. L’articolo 3 prevede che «nelle province la cui denominazione sia composta dal nome di più comuni, il capoluogo è individuato in ciascuno dei comuni stessi e lo statuto della provincia stessa stabilisce quale delle città capoluogo sia sede legale». Il governo ha legiferato al riguardo per un chiarimento sulle «norme elettorali applicabili ai capoluoghi di provincia», che hanno diritto ad avere 32 consiglieri comunali e 9 assessori anche se non raggiungono i 100 mila abitanti previsti per avere un consiglio e una giunta di tali dimensioni. Per Carrara, che attualmente ha 24 consiglieri e 6 assessori, la nuova dimensione degli organi elettivi municipali, quando verrà rinnovata l’assise municipale, è l’unica sostanziale modifica conseguente al nuovo status. Per il resto, la sede legale continuerà ad essere esclusivamente Massa e il decreto legge non dispone spostamenti o duplicazioni di sedi e di uffici nel secondo capoluogo.

Scontata la soddisfazione della sindaca di Carrara: «Sono orgogliosa – ha dichiarato Serena Arrighi – di questo riconoscimento. Con questa disposizione il Governo va a formalizzare la realtà di un territorio per il quale di fatto Carrara è sempre stato e sempre sarà capoluogo. Questa investitura ufficiale – ha aggiunto la sindaca – ci permetterà non solo di aver un ancor maggior peso specifico a molti tavoli di confronto, ma di accedere anche a un maggior numero di bandi e di maggiore importanza». Parallelamente sono arrivate le dichiarazioni di soddisfazione e di rallegramento di altre istituzioni, a partire da quelle del sindaco di Massa Francesco Persiani e il legittimo orgoglio, amplificato dai social network, di molti carraresi. Ma paradossalmente, il riconoscimento della nuova dignità di Carrara arriva dopo una fase in cui la città marmifera ha perso o ha visto depauperati alcuni degli uffici pubblici ospitati sul suo territorio che conferivano alla città, nella percezione comune, uno status di capoluogo. La sezione staccata del Tribunale è stata soppressa nel 2014, mentre le sedi legali dell’Asl e della Camera di Commercio sono di fatto uffici periferici dopo la nascita dell’Asl Nord Ovest (nel 2015) con sede a Pisa, e della Camera di Commercio di Massa Carrara, Lucca e Pisa (nel 2022) con sede a Viareggio. Di fatto rimangono a Carrara solo le sedi provinciali di Inps e Inail e la Guardia Costiera. Da ultimo, con l’apertura del NOA, anche l’ospedale è stato chiuso, lasciando gli spazi del Monoblocco di Monterosso ad un presidio sanitario polispecialistico rispetto al quale, la scorsa estate, fu paventato un parziale trasferimento a Massa giustificato da interventi di restauro della struttura.

A questa situazione, frutto di decisioni prese altrove, si sommano i problemi locali. Il titolo di capoluogo arriva in un comune che ha perso 4 mila abitanti dal 2011 al 2021 e che rischia di scendere sotto la soglia dei 60 mila residenti, segnale evidente di una centralità venuta meno nel corso degli anni, testimoniata da una stazione dove i treni intercity che fermano si contano sulle dita di una mano. La crisi commerciale e demografica del bel centro storico cittadino, frutto di scelte urbanistiche che nei decenni hanno privilegiato gli insediamenti all’Avenza e a Marina, un’industria del marmo incapace di generare quella ricchezza diffusa che ci si attenderebbe dall’estrazione di una pietra unica al mondo, le crescenti polemiche sulla sostenibilità ambientale e idrogeologica delle cave, un turismo essenzialmente locale, sono temi che difficilmente troveranno soluzione per il semplice riconoscimento di capoluogo provinciale. Ma gli stessi ragionamenti possono essere estesi ad un’intera provincia, che da decenni periodicamente si appassiona ai cavilli sulla denominazione ufficiale, “Massa–Carrara”, “Massa e Carrara”, fino alla proposta di inserire “Lunigiana” nel nome ufficiale, ma che non riesce a trovare soluzione né ai problemi di fondo come l’eterogeneità socio-economica e geografica delle due aree che la compongono, né ai problemi contingenti: trasporti, sanità, servizi sociali, scuola. Che bello sarebbe se bastasse aggiungere un capoluogo per risolvere i problemi di una provincia!
(Davide Tondani)