Lo Spirito lo sospinse nel deserto

Domenica 18 febbraio – Prima di Quaresima
(Gen 9,8-15; 1Pt 3,18-22; Mc 1,12-15)

Ogni anno la prima domenica di Quaresima ci parla del ritiro di Gesù nel deserto, avvenimento che ci è proposto come modo di vivere la Quaresima.
Il vangelo secondo Marco, che leggiamo quest’anno, non ci parla del dialogo di Gesù con il demonio e delle tre tentazioni; ci descrive solo il deserto dove Gesù è tentato, la compagnia delle bestie selvatiche e il servizio degli angeli.
1. Quaranta giorni nel deserto. Con il suo esempio Gesù “ha consacrato l’istituzione del tempo quaresimale”, perché il deserto nella Sacra Scrittura è più che una menzione geografica, indica sia un luogo di desolazione dove abitano le fiere e satana contrapposto alla Città Santa, sia un luogo di avvicinamento a Dio.
Anche il periodo trascorso da Israele nel deserto è presentato come il tempo della formazione religiosa e morale del popolo. “Io la sedurrò, la condurrò nel deserto e parlerò al suo cuore”, dice il profeta Osea parlando del popolo di Israele paragonato alla sposa (2,16).
Per Gesù il deserto è il luogo di particolare vicinanza con il Padre. Le tentazioni che deve superare sono una lotta tra lui e il principe di questo mondo, sono l’inizio dell’attività messianica.
2. Stava con le bestie selvatiche e gli angeli lo servivano. Questo particolare riportato solo dal vangelo secondo Marco è un riferimento alla pace paradisiaca. Gesù è presentato come il nuovo Adamo, e come il primo uomo fu tentato dal demonio, così è tentato Gesù. Superando però la tentazione, Gesù ristabilisce la condizione del paradiso, dove gli animali selvaggi non attaccano l’uomo, il quale è invece anche servito dagli angeli.
Le tre tentazioni non sono riportate, perché Gesù è autore della nuova alleanza, la quale comporta la pacificazione di tutte le cose.
In tale situazione la vittoria di Gesù è una cosa ovvia, anzi, mentre nel deserto gli Ebrei furono nutriti miracolosamente con la manna, chiamata “il cibo degli angeli” (Sap 16,20), Gesù non solo è nutrito con il cibo degli angeli, ma è servito da loro stessi, perché personifica in se stesso il nuovo popolo di Dio.
3. Il Regno di Dio è vicino. Il breve accenno al ritiro nel deserto e alle tentazioni sono una specie di prefazione al seguito del vangelo secondo Marco, il quale prima del ministero pubblico di Gesù ne definisce l’oggetto: il compito di Gesù Messia è quello di rovesciare il regno di satana e ristabilire la situazione paradisiaca del Regno di Dio.
Se Gesù convive con le fiere ed è servito dagli angeli, significa che è il nuovo Adamo che ha superato le tentazioni, è il Figlio investito dello spirito divino, e infine con lui inizia il Regno messianico, perché è il Figlio dell’uomo, è il Figlio servito dagli angeli: Egli è “tanto superiore agli angeli quanto più eccellente del loro è il nome che ha ereditato.
Infatti, a quale degli angeli Dio ha mai detto: Tu sei mio figlio, oggi ti ho generato? (Eb 1,4-5).

† Alberto