La visita “ad Limina Apostolorum” dei Vescovi toscani dal 4 al 9 marzo

A Roma lunedì mattina l’incontro con Papa Francesco. Il Vescovo Mario: “porterò al Santo Padre le istanze, le povertà ma anche i segni di speranza e di gioia che caratterizzano la diocesi apuana”

La recente visita “ad Limina Apostolorum” dei vescovi della Lombardia (Foto Vatican Media/SIR)

Anche per i vescovi italiani quest’anno la visita “ad Limina Apostolorum” è l’occasione di tornare a recarsi pellegrini a Roma – letteralmente “alle tombe degli Apostoli”- e di incontrare il Papa. Il card. Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza Episcopale Italiana, durante l’introduzione pronunciata al Consiglio Episcopale Permanente, ha spiegato che la visita ad Limina vuole essere “un momento che rende ancora più manifesta la collegialità quale dimensione necessaria e insostituibile per la Chiesa sinodale”.
Con questo intento, suddivisi per regione ecclesiastica, e facendo seguito ai vescovi di Piemonte-Valle d’Aosta, Lombardia, Triveneto, Liguria ed Emilia-Romagna, anche i vescovi della Toscana si faranno pellegrini a Roma dal 4 all’8 marzo, guidati dal loro presidente, il cardi. Giuseppe Betori, arcivescovo di Firenze.
Sarà questo un momento di profonda fede, di dialogo, di fraternità, di conoscenza, di condivisione quotidiana. Un momento che, a molti dei nostri vescovi, permetterà (la mattina di lunedì 4 marzo) di incontrare ufficialmente il Papa per la prima volta.
Questo avverrà perché, nonostante i vescovi toscani fossero stati i primi ad essere ricevuti da Papa Francesco nell’aprile 2013, a distanza di undici anni l’episcopato toscano è stato quasi interamente rinnovato, fatta eccezione per le arcidiocesi di Firenze e Pisa, per le diocesi di Livorno e Massa Marittima – Piombino, per mons. Fausto Tardelli che da San Miniato è stato trasferito a Pistoia e a Pescia.

(Foto Vatican Media/SIR)

Inoltre, in Toscana, negli ultimi anni sono arrivate le così dette “unioni in persona episcopi” di alcune diocesi (Pitigliano-Sovana-Orbetello con Grosseto, dell’arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino con Montepulciano-Chiusi-Pienza, di Pistoia con Pescia). Unioni che prevedono che, ad un unico vescovo, venga affidata la guida di due diocesi che (sebbene dal punto di vista giuridico restano divise tra loro) pastoralmente sono guidate dalla stessa persona.
Importanti novità hanno interessato anche la nostra diocesi apuana: mentre nel 2013 partecipò alla visita ad Limina attraverso mons. Giovanni Santucci, ora sarà rappresentata dal nostro “nuovo” vescovo, mons. Mario Vaccari.
Ognuno dei vescovi avrà modo di esporre, anche verbalmente, i vari problemi del proprio territorio: all’ordine del dialogo e del confronto saranno le situazioni comuni che vivono tutte le nostre Chiese.

(Foto Vatican Media/SIR)

In particolare la crisi vocazionale con il conseguente svuotamento dei seminari, l’invecchiamento del presbiterio, la partecipazione attiva di tanti fedeli, le varie forme di volontariato ma anche quanto purtroppo le nostre chiese spesso siano quasi vuote. Al tempo stesso ogni vescovo potrà ricevere direttive valide per continuare a proseguire il proprio ministero, per sapersi muovere nelle varie situazioni, per essere in grado di prendere decisioni e di consolare con cuore paterno, per imparare ad essere autentico pastore “con l’odore delle pecore”.
“In questa occasione – aveva scritto il vescovo Mario ai suoi collaboratori – porterò al Santo Padre le istanze, le povertà ma anche i segni di speranza e di gioia che caratterizzano la diocesi apuana”.
Ai nostri vescovi auguriamo di vivere quest’occasione in maniera profonda perché, come afferma Papa Francesco, possano stare davanti al popolo per “indicare la strada”, in mezzo “per rincuorarlo”, dietro perché “non si disperda nessuno”.

Fabio Venturini