Comunali a Fosdinovo: il centrosinistra alle prese con le sue lotte interne

Nel comune malaspiniano in vista delle elezioni amministrative deflagrano le tensioni politiche nel centrosinistra maturate nel corso degli ultimi anni. Ancora nessuna indiscrezione sulle candidature nella coalizione di destra

Un suggestivo panorama con il castello Fosdinovo

Se nella percezione di molti Fosdinovo può essere considerato un comune della Lunigiana solo marginalmente, con i suoi confini immutati dalla pace di Castelnuovo del 1306 che ne fanno una cerniera tra la Lunigiana interna, Carrara e la bassa val di Magra ligure, da un punto di vista politico il comune avrà un ruolo centralissimo nella prossima tornata di elezioni comunali in Lunigiana, quantomeno per la tenuta del centrosinistra, che qui esprime il sindaco da quasi 40 anni. Con i suoi quasi 4.600 abitanti, oltre la metà dei quali residenti a Caniparola e nelle aree urbane al piano che formano un tutt’uno con le periferie di Sarzana e Castelnuovo Magra, Fosdinovo si avvicina al voto dell’8-9 giugno con un quadro politico estremamente incerto. È dalle parti del Pd che si registrano le scosse telluriche maggiori, con la sindaca uscente Camilla Bianchi, pronta al terzo mandato, ai ferri corti con il suo partito. Una frattura non improvvisa, quella tra la sindaca e il suo partito.

La sindaca di Fosdinovo, Camilla Bianchi
La sindaca di Fosdinovo, Camilla Bianchi

La crisi politica nell’amministrazione fosdinovese ha avuto le sue prime manifestazioni nel dicembre 2021, quando nel giro di pochi giorni arrivarono le dimissioni dell’assessore alla cultura Marco Amilcare Grassi, del presidente del consiglio comunale Valerio Zoja e del consigliere di maggioranza Daniele Marchi, precedute da una lettera nella quale si stigmatizzava l’operato della sindaca e si lamentavano problematiche irrisolte relative ai lavori pubblici relativi ad alcune infrastrutture a Caniparola. Dietro alle contestazioni dei tre consiglieri non erano difficile da scorgere problemi prettamente politici che l’approssimarsi delle elezioni ha reso palesi.

Antonio Moriconi, vicesindaco di Fosdinovo
Antonio Moriconi, vicesindaco di Fosdinovo

Un mese fa dall’assemblea comunale del Pd, riunita per decidere sulle prossime elezioni, a fronte della ricandidatura di Bianchi, è emersa la proposta di sostenere la candidatura a sindaco del segretario comunale Antonio Moriconi, ora vicesindaco, che non si è tirato indietro. La scelta di dirimere la contesa con le primarie è stata resa impraticabile nel giro di pochi giorni dalla sindaca uscente, che ha confermato la propria candidatura e la sua non partecipazione alla consultazione di iscritti e simpatizzanti. Bianchi ha difeso la sua scelta di correre da sola denunciando il mancato rispetto delle norme statutarie del partito: “Il Pd di Fosdinovo – ha dichiarato la prima cittadina – non attende la nomina della segreteria provinciale e si pone al di fuori delle regole del partito, non è corretto un percorso di questo tipo, non rispettoso di un partito e del suo congresso”. Dichiarazioni che confermano che a pesare sulla contesa all’ombra del castello malaspiniano sono soprattutto equilibri interni al Partito Democratico. Bianchi è stata tra i pochi amministratori lunigianesi che lo scorso anno sostennero la corsa di Elly Schlein alla guida del partito.

Il castello e il borgo di Fosdinovo in una foto del 1980

L’assenza di un segretario provinciale in carica non significa che i vertici provinciali del Pd non stiano monitorando la situazione. Facile immaginare che esponenti di spicco del partito siano già all’opera con l’intento di evitare che il maggior partito del centrosinistra arrivi a giugno con due candidature. Nel frattempo, pochi giorni fa Bianchi è stata eletta Presidente della Comunità del Parco regionale delle Alpi Apuane, secondo alcuni osservatori una compensazione per indurre la sindaca ad abbandonare la contesa e non far correre al Pd un concreto rischio di sconfitta, visti anche i numeri non proprio rassicuranti – dati anche i mutamenti nazionali degli ultimi anni – della tornata precedente. Nel 2019 Bianchi fu riconfermata sindaca con il 44% dei voti, contro il 28% del candidato di destra Enrico Galeno, il 16% di Antonio Brizzi e il 10% di Guido Dazzi, gli ultimi due espressioni di altrettante liste civiche, una delle quali indicata come possibile alleata di Moriconi. Sul fronte della destra per ora tutto tace. Sarà con ogni probabilità l’esito della disfida in casa democratica, secondo alcuni, a guidare strategie, alleanze e candidature nella coalizione Fratelli d’Italia-Lega-Forza Italia. Ma non è difficile pensare che anche tra le rappresentanze provinciali dei partiti di governo la discussione sulle candidature sia serrata: il consenso per la coalizione è cresciuto negli anni e il peso dei singoli partiti della coalizione non è più quello di cinque anni fa. Anche da queste considerazioni emergerà il candidato della coalizione meloniana.

Davide Tondani