
Fivizzano. I primi camion, carichi degli scarti del marmo, hanno cominciato a transitare nella provinciale che si congiunge alla Strada della “Spolverina” attraversando (e creando vari problemi) i paesi che si trovano lungo il suo percorso

I primi camion, carichi degli scarti del marmo accumulati in anni di escavazione nel Sagro, ma anche di quelli prodotti ora, hanno cominciato a transitare nella provinciale che si congiunge alla Spolverina e ad attraversare i paesi che si trovano lungo il suo percorso: Marciaso, Tenerano, Isolano, Piandimolino, Monzone, Gragnola… questi ultimi due sono i più coinvolti dal loro passaggio verso i depositi attrezzati di Piandimolino, Rometta, Pallerone, per essere, poi, trasferiti nei luoghi della loro lavorazione. è un tracciato pieno di insidie e di possibili pericoli, essendo la strada stretta in numerosi punti, piena di curve e controcurve “coperte”, non protetta da guard rail e con il fondo spesso costellato di buche. Anche l’attraversamento dei paesi è problematico, essendo le auto dei residenti parcheggiate a fianco delle case, che, a detta dei proprietari; subiscono danni ai pavimenti e alle pareti a causa del grande peso trasportato dai camion e degli scossoni che produce. Da tutto questo derivano le lamentele e le proteste degli abitanti di quei paesi, per ora espresse verbalmente nelle conversazioni quotidiane, ma destinate a crescere se non intervengono fatti nuovi, sotto forma di provvedimenti da parte di chi di dovere, delle varie Istituzioni, che non possono approfittare della comprensione di quanti capiscono, perché già lavoratori delle cave.

è l’Amministrazione di Fivizzano, in particolare, ad essere chiamata in causa, anche se le autorizzazioni per la raccolta degli scarti e delle escavazioni provengono dalla Regione. è pur vero che tutto il materiale lapideo escavato o recuperato ha precise ed importanti utilizzazioni, per la creazione di scogliere a difesa delle coste, per le massicciate ferroviarie e stradali, per i riempimenti di vario tipo, mentre le polveri sono usate in medicina o per prodotti cosmetici o per ridurre l’acidità dei terreni agricoli e per le pavimentazioni ed altre ancora. Ma non si può, per questo, consentire uno stato pluriennale di disagi nei paesi attraversati, tanto più che intorno a questo traffico di marmo viene creato un “giro” economico gigantesco, che dalle cave del Sagro arriva a coinvolgere anche paesi europei quali la Germania, dove il cocciame e i blocchi degli agri marmiferi, per le loro qualità e proprietà, giungono dopo un lungo tragitto via terra, ferrovia, mare e fiumi.
Tutte queste problematiche sono sempre più al centro del dibattito politico, ambientale, economico e, talvolta, giudiziario. Non passa giorno che non si registrino prese di posizione su di esse o pro o contro l’escavazione. Legambiente Toscana, Arci Toscana, e Cai Toscana, ad esempio, recentemente hanno condannato quello che hanno definito “estrattivismo in atto” e hanno chiesto di “stoppare l’escavazione selvaggia, che riduce a distretto minerario un patrimonio unico al mondo di bio e geo diversità”. “Del grande business che ruota intorno al marmo cosa ricade sul territorio? Chi ne beneficia?” Sono queste le domande più frequenti che si pongono anche i cittadini della Valle del Lucido, pur consapevoli della crescita dell’occupazione che ad esso è collegata e del gran numero di quanti anche nel passato hanno trovato lavoro “con il marmo”. Non notano, però, i ritorni in termini, ad esempio, di opere pubbliche, quali il miglioramento della viabilità o l’intervento su aspetti identitari dei vari borghi, come avviene in altre località. Hanno, invece, l’impressione di una ricchezza che passa loro davanti, creando disagi e qualche danno, senza sapere dove va a finire, senza sapere cosa ricava il Comune e come viene utilizzato quanto riceve. Si chiedono anche se il passaggio dei camion possa essere concentrato in determinati orari e in numero prestabilito, all’interno di un regolamento di tracciabilità (cava, pesa, luogo di lavorazione, uso…), come sta predisponendo il Comune di Carrara. Certo è che le questioni sono numerose e di non facile soluzione, ma gli abitanti della Vallata, che è attraversata anche dai camion delle cave di Equi e dai Tir della cartiera, segno di un’utile e provvidenziale vitalità economica, che ha trattenuto nel territorio centinaia di famiglie, hanno bisogno di sapere e di dire la loro.
Andreino Fabiani