
Nel Consiglio Comunale di Massa il 30 novembre. “Una figura dalla quale ho molto da imparare come vescovo”
Per la Festa della Toscana del 30 novembre, il Consiglio Comunale di Massa si è riunito nella Casa di reclusione, nella ricorrenza della abolizione della pena di morte e della tortura decretata dal granduca Pietro Leopoldo nel 1786.
La Regione Toscana ha scelto di ricordare quell’evento per affermare l’impegno nella promozione dei diritti umani, della giustizia e della pace, come caratteristica distintiva della propria identità. Inoltre, in questa edizione, la sottolineatura che è stata scelta è quella di evidenziare il centenario della nascita di don Lorenzo Milani, sacerdote toscano, impegnato al servizio degli ultimi e nella lotta alle disuguaglianze.
In quest’ottica, il vescovo Mario è stato invitato a compiere un intervento sulla figura del parroco di Barbiana di fronte ai consiglieri comunali, alla presenza delle autorità civili e militari, i detenuti e gli agenti di polizia penitenziaria.
Il presidente del Consiglio Comunale, Agostino Incoronato, ha moderato l’incontro, mentre il sindaco Francesco Persiani, ha sottolineato come il carcere debba essere considerato come un quartiere particolare inserito dentro la città di Massa, per evidenziarne la dimensione comunitaria inserita in un contesto urbano.
Alcuni studenti del Liceo musicale “Palma” di Massa hanno curato inoltre gli intermezzi musicali tra gli interventi.
Mons. Vaccari ha sottolineato come don Milani sia stato un profeta che con un linguaggio duro scuoteva l’ambiente nel quale operava, arrivando anche allo “scontro” con le gerarchie ecclesiastiche del suo tempo.
Il vescovo ha evidenziato come sia utile non classificare don Milani come un prete di destra o di sinistra, perché lui stesso rifiutava quelle categorie, ma è da considerare come un sacerdote dalla parte degli ultimi.
“La figura di don Milani, oltre alla carica pedagogica che esprimeva per dare un’istruzione agli ultimi, è stata una parola profetica contro le menzogne dei poteri precostituiti e una persona che ha seguito il Vangelo fino in fondo, pagando di persona ogni suo comportamento”.
Un uomo evangelico, don Milani, che mons. Vaccari ha messo in parallelo con san Francesco e la sua radicalità: anche il poverello di Assisi si è scontrato infatti con le autorità del suo tempo ma per questo non ha smesso di essere fedele al Vangelo e non ha smesso di servire i poveri.
Successivamente alcuni detenuti hanno preso la parola per compiere una riflessione sul pensiero di don Milani, come punto di riferimento per i cittadini di oggi nell’ottica della promozione umana, del rispetto dei diritti delle persone e del bene comune.
L’incontro infine è stata l’occasione per il saluto della nuova direttrice della Casa di Reclusione di Massa, Antonella Venturi, da poco entrata in servizio.
DF