Un tesoro in una stanza: le edizioni bodoniane  tra i 65.000 volumi della Biblioteca del Seminario di Pontremoli

Nel palazzo del Vescovado la conferenza di don Mario Arenare

Il prof. don Mario Arenare ha entusiasmato con la sua relazione sulle edizioni bodoniane patrimonio della Biblioteca antica del Seminario di Pontremoli. Invitato dall’Associazione Culturale Pontremolese “Vasco Bianchi” ha esposto una sintesi del suo studio durato due anni sui libri inviati dal duca di Parma Carlo III Borbone al vescovo Orlandi con lettera del 20 giugno 1852, di cui non si conosce il testo originale ma solo la trascrizione. Il duca comunica l’invio di 2231 volumi, duplicati della Biblioteca Palatina di Parma, utili per la formazione dei seminaristi anche nelle discipline scientifiche che stavano a cuore al vescovo. Ma ne arrivò solo una parte, dispersi in misteriose vie gli altri.
La Biblioteca del Seminario di Pontremoli conta 65mila volumi, un patrimonio per fornire cultura e ancor meglio dare conoscenza, valore altissimo che costruisce la coscienza della persona. Il libro non è un oggetto materiale, è pensiero, è coerenza, richiede fatica di cura e di meditazione però splendida è la ricompensa.

Al primo piano del Seminario Vescovile di Pontremoli: la Biblioteca antica

Don Mario Arenare, capitato quasi per caso fra quei libri, è stato conquistato dal desiderio di conoscerli, ha toccato con scrupoloso rispetto le 141 edizioni bodoniane pervenute della donazione del duca più sette lette su cataloghi on-line o di aste; le date di edizione vanno dal 1787 al 1824.
Le conoscenze acquisite secondo i canoni della moderna biblioteconomia sono materia di 148 schede da lui scritte con dati precisi su ogni elemento disponibile per dare identità al volume, compresa la carta inalterabile fatta all’antica con stracci macerati e in filigrana leggibile in trasparenza sui fogli con segni e figurazioni.
Il lavoro fatto con tanta dedizione gli è poi diventato utile per scrivere la tesi di laurea a conclusione del corso universitario di lettere classiche, affrontato da don Mario insieme alla cura delle sue parrocchie.
Questa biblioteca privata è un bene importantissimo, bisognerebbe mettere ordine e restaurare libri aggrediti da insetti, polvere, agenti chimici, colle usate male, il lavoro fatto da don Mario è solo una porzione e sarebbe bene farlo risaltare in una collocazione distinta in uno spazio proprio, è già ben ordinato in file e con successione numerica dei libri allineati negli scaffali.
Ci sono state altre donazioni, l’ing. don Paolo Arzeni donò duemila libri, donatore anche il prof. don Luigi Marsili. Don Emilio Cavalieri, uomo di grande cultura, anche attingendo dal Corriere Apuano, che è fonte storica della Lunigiana, fece un primo catalogo elementare e iniziò a sistemare i libri con ordine, altre due catalogazioni furono fatte, l’ultima è del 1955 senza nessun cambiamento successivo.
Mancano però 156 libri rispetto ai tre cataloghi. Nel 1930 mons. Sismondo venuto a Pontremoli volle dare ordine inserendo la donazione appena fatta del fondo Bocconi con libri anche stampati coi bellissimi caratteri creati da Giambattista Bodoni, il principe dell’editoria italiana insieme ad Aldo Manuzio veneziano del Cinquecento.
Tra i libri della biblioteca del Seminario (del loro restauro è responsabile tecnica Elisa Battilla ma il lavoro è immane) c’è un Pater noster in 150 caratteri originali, con scrittura perfino dal sanscrito, dal pakistano ma più belli di tutti sono i caratteri dell’alfabeto greco quasi floreali, tali sono i frammenti degli Idilli Bucolici di Bione.
In tre volumi è una magnifica Gerusalemme Liberata. Le numerose persone presenti hanno con palese soddisfazione ringraziato don Mario per la disponibilità a partecipare il frutto del suo amato lavoro.

Maria Luisa Simoncelli