Igino Cocchi, scienziato di Terrarossa

Una ricerca di Marco Angella su documenti inediti. Cocchi fu geologo e letterato. Tra i fondatori del CAI

Il busto marmoreo che a Terrarossa ricorda Igino Cocchi

Marco Angella, ricercatore di notizie storiche, ha trovato con l’aiuto di Antonio Pagani tra le carte del vicariato di Fivizzano parte dell’albero genealogico della famiglia Cocchi di Terrarossa, nell’Archivio diocesano sezione di Aulla c’è l’atto di battesimo di Igino Cocchi celebrato nella chiesa di Terrarossa. La famiglia di origine fiorentina, dal 1460 abitava a Terrarossa, oriunda da Riccò. Nell’Archivio di Stato di Firenze sono registrati 97 membri della famiglia che ottenne nel 1827 l’iscrizione alla nobiltà di Pontremoli, viste le informazioni che attestavano “particolari meriti e utilissimi servigi” prestati dall’avvocato Giuseppe M. Cocchi.
Documenti autentici furono presi in considerazione: i Cocchi nel 1609 avevano comprato dal Granduca Cosimo Medici beni a Lusuolo e Riccò per la notevole cifra di 4.700 scudi fiorentini. Sulla rivista “Il Porticciolo”, settembre 2023, è pubblicato l’articolo di Marco Angella costruito con citazione integrale dei documenti esaminati.
Speciale rilievo ha la figura di Igino (1827-1913), nel 1958 sulla casa nativa a Terrarossa fu inaugurato un suo busto. Ha intitolata la Scuola Media. Aggiungiamo notizie desunte dalla sua ampia bibliografia.

Palazzo Cocchi a Terrarossa

Laureato a Pisa in Scienze naturali, studiò geologia e mineralogia, fu assistente nella scuola di Pisa che era di grande prestigio. Viaggiò in Europa per conoscere gli ambienti scientifici e seguì le lezioni di famosi geologi francesi e inglesi.
Due anni di perfezionamento a Parigi, iniziò le sue pubblicazioni con uno studio sulle rocce ignee e sedimentarie di Toscana. Si trasferì a Londra. L’Italia era l’unico Paese europeo senza una carta geologica, si impegnò a farla cominciando il rilevamento geologico di Toscana insieme a privati geologi.
Si procurò grande fama coi viaggi all’estero, divenne ordinario di geologia, mineralogia e paleontologia fossile all’Università di Firenze con pubblicazione delle lezioni. Corrispondente all’Accademia dei Georgofili, dal 1871 ne curò il Bollettino e le Memorie. Uscì una sua ricerca sulla natura dei marmi italiani, sulla loro escavazione e commercio, edite le indagini nella grotta di Venerano nelle Alpi Apuane, raccolse manufatti in alcune stazioni preistoriche toscane. Uno dei fondatori del Club Alpino Italiano, suo primo presidente. Con Quintino Sella fece pressione per avere finanziamenti statali per la carta geologica ma con scarsi risultati, allo scopo fece la Descrizione geologica dell’isola d’Elba, di terreni di Maremma e Alpi Apuane.
Studiò la stratigrafia e la costituzione geologica del granito e altre rocce di alta Val di Magra dove scoprì tracce di antichi ghiacciai, pubblicò studi sulla natura dei marmi saccaroidi delle Apuane, sui terreni di Garfagnana.
Per meglio sfruttare i marmi delle Apuane diresse la Società Marmifera di Arni, riuscì a costituire la Società Geologica Italiana, inaugurata nel 1881, presidente per otto anni, pativa per lo scarso interesse dei politici verso la geologia. Coltivò anche studi di letteratura italiana e latina.
Arrivato in Finlandia nel 1902 rimase impressionato e nel 1909 pubblicò la traduzione integrale di 50 “runot” in versi ottonari per un totale di 4.500 del poema nazionale dei popoli finnici, il Kalevala di cui è riconosciuto uno dei migliori traduttori, anche se è riscontrata una certa manipolazione perché tradusse da una traduzione in francese dell’originale.
Si occupò con competenza di economia agricola sperimentale. Corrispondente dell’Accademia dei Lincei, modesto e riservato visse ritirato in famiglia a Terrarossa, in politica un liberale. (Fondo Cocchi Università di Firenze)

MLS