In piazza per lavoro, contrasto alla povertà, salari e pensioni

A Roma più di 100 associazioni hanno partecipato alla manifestazione della Cgil

La testa del corteo alla manifestazione indetta dalla CGIL a Roma il 7 ottobre (foto CGIL)

Dietro lo slogan ‘La via maestra, insieme per la Costituzione’, decine di associazioni e reti associative laiche e cattoliche (più Pd e M5s) hanno sfilato in due cortei diretti a Porta S. Giovanni – uno da piazza della Repubblica, l’altro da piazzale dei Partigiani – partecipando alla manifestazione, promossa assieme alla CGIL, per tener desta e richiamare l’attenzione del governo sui temi sociali più scottanti del momento. Molti gli argomenti proposti: dal lavoro, al contrasto alla povertà, l’aumento dei salari e delle pensioni, la sanità e la scuola pubblica, la tutela dell’ambiente, la difesa e l’attuazione della Costituzione contro l’autonomia differenziata e lo stravolgimento della nostra Repubblica parlamentare.
La difesa della Costituzione, quindi, quale ‘via maestra’ da seguire per mantenere saldo il vincolo che ci tiene uniti in questo sistema repubblicano democratico, è stato il principale motivo che, a conti fatti, al di là delle solite divergenze tra organizzatori (200mila presenti) e Questura (35mila) ha portato in piazza circa 100mila persone (questa la stima più attendibile) che, alla fine dei cortei, si sono ritrovate nel luogo storico delle manifestazioni romane.
Per forza di cose, però, gli eventi dell’ultimo momento (l’assalto di Hamas ad Istraele), hanno dato al tema della pace un rilievo particolare, sia per la condanna dell’atto di guerra, sia per la richiesta di azioni efficaci, capaci di disinnescare quella che ormai un po’ tutti, seguendo il concetto espresso da Papa Francesco, sono propensi a definire una ‘terza guerra mondiale a pezzi’.
Tra le associazioni più coinvolte sull’argomento erano presenti Europe for Peace, “L’italia ripudia la guerra”, oltre alle “storiche” Legambiente, Arci, Acli, Anpi, Libera, Rete pace e disarmo ed altre ancora.
Un Landini rincuorato dal numero dei partecipanti ha ricordato che la ricerca di una maggiore giustizia sociale a tutela dei più deboli non è solo un bisogno ma anche un dovere che tutti devono sentire, specie i più fortunati.
È proprio nella Costituzione che si ritrovano i diritti fondamentali: al lavoro, alla salute, alla pace e alla cura dell’ambiente; senza dimenticare il principio della redistribuzione della ricchezza, secondo criteri più equi. Per questo, ha precisato, la manifestazione non può essere considerata come semplice espressione di opposizione ma come volontà di un’azione unitaria che cominci a cambiare le cose. Tra queste la necessità, fonte di grande dibattito, dell’istituzione di un salario minimo.
Di rischio di una democrazia fragile e a rischio ha parlato il costituzionalista Zagrebelsky; mentre don Luigi Ciotti ha parlato di «prostituzione morale sul corpo sacro della Costituzione» e il presidente delle Acli, Emiliano Manfredonia, ha criticato le riforme che il governo sta cercando di portare avanti.

a.r.