Il clima cambia e tutti siamo coinvolti in modo diretto

A Bagnone la conferenza del dott. Bernardo Gozzini esperto del LaMMA. L’impatto crescente dell’effetto serra sulla troposfera e le varie componenti che agiscono sul clima

(Foto ANSA/SIR)

Un appuntamento di indiscusso interesse su un tema, il clima e i suoi cambiamenti, di mordente attualità ha attirato un folto e attento pubblico, la sera del 12 ottobre, nella sala consiliare del Comune di Bagnone. Il CAI locale, infatti, ha invitato il dott. Bernardo Gozzini, climatologo toscano operativo presso il Laboratorio di Meteorologia Modellistica Ambientale di Sesto Fiorentino, a tenere una conferenza sui cambiamenti climatici.
L’avv. Matteo Marginesi, quale moderatore dell’incontro, ha presentato il relatore evidenziandone il curriculum e la preparazione sull’argomento, sia a livello globale che in ambito regionale, fatto che ha permesso ai presenti di prendere coscienza della situazione mondiale, ma senza tralasciare i risvolti più locali, quelli che ognuno può personalmente sperimentare.
Gozzini, quindi, ha richiamato il fenomeno dell’effetto serra naturale, della sua incentivazione da parte dell’uomo, la cui ‘impronta’ ha un impatto crescente sulla troposfera da decenni e decenni, nonché le varie componenti endogene ed esogene (eruzioni vulcaniche, macchie solari ecc) che agiscono sul clima terrestre a prescindere dall’azione umana.
Tra gli effetti del mutamento in atto, come è noto, rientrano il ritiro delle masse glaciali, la minor durata del manto nevoso, l’aumento del livello degli oceani, l’intensificarsi dei fenomeni violenti quali uragani e tornado, ma anche la nuova ‘geografia’ delle piante coltivate o spontanee, di alcune specie animali nonché la perdita della biodiversità che si paventa a scala planetaria.
Molto gradita è stata la focalizzazione di quanto sta avvenendo alla macchina del clima passando da considerazioni generali ad un’analisi più puntuale: intero pianeta, emisferi, continenti, fino ad arrivare alla scala nazionale (nord, centro e sud Italia), a quella toscana e lunigianese.

(foto ANSA/ SIR)

Le stazioni in funzione da decenni o da oltre un secolo permettono di eseguire raffronti con il passato, pur dovendo aver cura di operare con dati il più possibile omogenei. I molti osservatòri e stazioni, dipendenti da tempo dagli enti più disparati, hanno raccolto un tesoro prezioso, quello dei “numeri del clima”, che la comunità scientifica sta valorizzando e adoperando per analisi sulle basi spaziali citate (nazionale, regionale e più strettamente locale).
Pure in Lunigiana esiste materiale abbastanza ricco e già vagliato per delineare il clima locale, in via di mutamento come sta accadendo ovunque. Alcune peculiarità locali potrebbero essere monitorate ancora meglio mediante l’impianto di qualche altra stazione automatica in siti montani non agevoli da raggiungere quotidianamente.
A tal proposito, il CAI di Bagnone si è reso disponibile ad un supporto logistico qualora il Servizio Idrologico Regionale ritenesse valida la proposta di incentivare la rete di stazioni colmando un vuoto che, nella nostra provincia, riguarda gli alti crinali appenninici.
La serata si è conclusa con soddisfazione di tutti gli intervenuti dopo una serie di domande che il numeroso pubblico ha rivolto al relatore.

(Maurizio Ratti)