Il Beato Paoli nella Roma del ‘700

Una magistrale conferenza del prof. Giuseppe Benelli ha dato un contributo significativo al ciclo di conferenze alla Pieve di San Lorenzo nel ciclo della ricorrenza degli 875 anni dalla sua istituzione. La conferenza è stata introdotta dall’ing. Aldo Frediani che ha ricordato la devozione della nonna per Angelo Paoli ed ha espresso soddisfazione per l’opportunità di approfondirne la conoscenza.
Dopo i saluti del sindaco Riccardo Ballerini e del vicesindaco Giovanni Poleschi ha preso la parola l’arch. Stefano Calabretta che ha lodato il Comitato Angelo Paoli per il prezioso lavoro per la conoscenza e promozione del Beato. Il Presidente del Comitato, Gianpiero Berti, ha ripercorso brevemente la storia del Comitato ricordando in particolare la figura di Domenico Salvatori.
È seguita la proiezione di un documentario realizzato da Franco Valenza con la collaborazione del figlio, nel quale si traccia la vita e la figura del Beato fino alla sua Beatificazione. Il filmato verrà proiettato ad Aulla nel pomeriggio del 13 ottobre a cura della Caritas, che il giorno successivo dedicherà la propria sede al Beato Angelo Paoli.
Si sono quindi accese le luci della Pieve e, mentre il prof Giuseppe Benelli si apprestava a prender la parola, un silenzio di attesa saliva dal centinaio di persone che gremivano la Pieve.
Benelli non ha deluso le attese partendo dai personaggi lunigianesi che si sono resi protagonisti in opere eccezionali a Roma e tra loro Angelo Paoli arrivato nel 1687 operando fino al 20 gennaio 1720, giorno da lui previsto della morte, manifestando quelle caratteristiche dei santi come Padre Pio.
La sua presenza operativa verso i poveri ha turbato la coscienza dei nobili e del clero immersi in una vita di agio e di fervore artistico, tanto da aumentare il contrasto tra gli edifici barocchi e la miseria in cui viveva la gente di strada, che gli storici paragonano a quella condotta nelle stalle e nelle porcilaie.
In questo ambiente socio economico egli porta con sé l’educazione famigliare della civiltà contadina e del suo mondo religioso, dando una prima risposta alla fame con grandi pentoloni di minestrone.
L’attenzione verso i poveri, nei quali vede sinceramente il Cristo, diventa lo scopo della sua vita e si prodiga in tutte quelle azioni che possono alleviare le loro sofferenze con vicinanza negli ospedali, nelle carceri, presso i debilitati dimessi dall’ospedale, vestendosi anche da carnevale per farli sorridere.
Benelli ha terminato il suo intervento con un omaggio alla terra di Lunigiana, esprimendo la sicurezza di una sua convinzione che il Paoli abbia assorbito il senso del sacro, proprio ammirando e respirando la maestosità, il fascino e la sacralità, che esprimono le Alpi Apuane, portandolo ad illuminare e ravvivare la misera tristezza della Roma del ‘700.

Corrado Leoni