Miele: un anno difficile con il disastro nella raccolta di quello d’acacia

Il raccolto si è salvato con Millefiori e Melata, ma un maggio “horribilis” ha rovinato la raccolta del miele più richiesto. Le difficoltà infatti non sono state tanto quelle delle temperature estive, quanto al troppo caldo dell’inverno e ai bruschi cambi di temperatura della primavera. La fioritura dell’acacia è stata rovinata dalle piogge e dal freddo anomalo che ha danneggiato la raccolta

Apicoltori della cooperativa “Il Pungiglione” al lavoro tra le arnie

Si sono concluse le settimane clou dell’estate, il periodo normalmente dedicati al pensiero delle vacanze e quindi allo stacco dal lavoro; non è certo così per gli apicoltori che proprio nei mesi estivi vivono alcuni dei momenti più importanti della produzione di miele e soprattutto devono “badare” ai loro amati insetti chiamati a fronteggiare, tra caldo e ricerca di nettare, un periodo non semplice.
Una fase delicata ed importante, ma del resto degli alveari in buone condizioni in estate rappresentano la buona premessa per un soddisfacente raccolto per il prossimo anno.
Abbiamo quindi raccolto alcuni pareri di apicoltori del territorio, per sentire come stia andando la produzione in questo periodo il delicato mondo degli alveari.
“La situazione è tutto sommato positiva – ci dice Davide Casarola di Villafranca – il caldo non è stato eccessivo come l’anno scorso quando le api per circa una ventina di giorni hanno fermato la produzione”.

Stefano Fenucci, referente in Lunigiana per la lotta alla Velutina.
Stefano Fenucci, referente in Lunigiana per la lotta alla Velutina.

Concetto condiviso da Stefano Fenucci, dell’associazione Toscana Miele, anche se in realtà i problemi veri sono arrivati prima “le difficoltà non sono tanto quelle del caldo di questi mesi, quanto al troppo caldo invernale e ai bruschi cambi di temperatura della primavera”.
In particolare è stato un maggio “horribilis” a tagliare le gambe agli apicoltori locali, soprattutto per quanto concerne la realizzazione del miele d’acacia “sì, purtroppo la fioritura dell’acacia è stata rovinata dalle tante piogge e dal freddo anomalo che ha danneggiato la raccolta”.
Un dato che ci viene confermato da Andrea Guidarelli, presidente del Consorzio di Tutela Miele della Lunigiana D.O.P., “purtroppo i cambi repentini di temperatura hanno rovinato il raccolto dell’acacia. Qualcosa nell’alta Lunigiana, soprattutto nell’area di Pontremoli, si è riuscito a fare ma nel resto del territorio non si è praticamente riuscito a produrre miele di acacia. E visto che si tratta del miele più richiesto e venduto si tratto di un danno davvero notevole”.
In parte si è riuscito a sopperire con la realizzazione di quello che Fenucci definisce “miele dei boschi”, ovvero della melata che viene realizzato dalle api raccogliendo una sostanza zuccherina che viene espulsa da alcuni insetti che si nutrono di linfa vegetale.
“Sì – ci conferma Casarola – in pratica si è prodotto soprattutto del gran Millefiori e Melata. Infatti la prima acacia si è mischiata con altri nettari. Poi l’acacia è quasi subito sparita e alla smielata successiva ho raccolto quasi solo Melata, con un miele molto buono e zuccherino, dal colore intenso e scuro. Da un lato un’ottima notizia perché le api non hanno sofferto, ma dall’altro c’è da constatare la poca acacia raccolta”.
Per quanto riguarda invece il castagno la situazione presenta delle notevole differenze, in alcune arre, soprattutto del pontremolese, come ci spiega Fenucci “c’è stata una fioritura strana è esplosa di botto, anche in maniera superba e poi si è spenta improvvisamente. Una fioritura che di solita dura dai 15 ai 20 giorni, quest’anno si è conclusa in neanche una settimana”.
Ed il risultato si vede “il castagno si sente poco – ci conferma Casarola – è mischiato con molti altri nettari ed in pratica più un Millefiori che non un miele di castagno”. Mentre invece in altre aree del territorio la fioritura è stata più regolare come conferma Guidarelli “la stagione del Castagno è tutto sommato positiva. Soprattutto nella zona del fivizzanese, mentre vengono segnalate delle criticità in altre aree della Lunigiana. È ovvio che è ancora presto per dare un bilancio definitivo che si potrà tracciare in maniera compiuta solo verso la fine di settembre”.

Riccardo Sordi