Pieve di San Lorenzo tra XVI e XIX secolo attraverso le viste pastorali

Continuano gli incontri culturali nella località a cavallo fra Garfagnana e Lunigiana

L'abside e la torre campanaria della Pieve di San Lorenzo
L’abside e la torre campanaria della Pieve di San Lorenzo nella omonima frazione di Minucciano (da Wikipedia)

Il 28 luglio, nella Pieve di san Lorenzo, introdotto dall’arch. Stefano Calabretta, Paolo Lapi ha tenuto la quinta conferenza nel programma per il centenario della Pieve. Ha sottolineato l’importanza particolare del quinto incontro del ciclo di conferenze presentando il relatore come studioso prestigioso nella storia delle religioni e nella cultura del diritto e in particolare nello studio degli Statuti e delle tradizioni locali.
Il relatore si è richiamato agli scritti di Augusto Cesare Ambrosi e di Germano Cavalli, cultori delle tradizioni locali, perché senza memoria l’uomo non è niente e la storia è vuota. Un paese vive se vi sono le persone che colgono tradizioni tramandate da secoli. Persino le cosiddette leggende hanno dei nuclei di verità da “saper leggere” come la presenza di Matilde di Canossa in queste terre.
Protagonista della “chiacchierata”, come l’ha definita lo stesso Lapi, è stata la Pieve attraverso le visite pastorali che rilevano le persone della comunità, la presenza di preti e diaconi, l’arredo della chiesa dagli altari ai quadri alle statue e alla situazione economico finanziaria.
La Pieve di San Lorenzo faceva parte della diocesi di Luni agli inizi del primo millennio e di seguito a quella di Sarzana trovando nel fonte battesimale il punto centrale dell’esser cristiani.
L’acqua benedetta nella notte di Pasqua andava conservata tutto l’anno e diventava momento di aggregazione e di identità per le cappelle circostanti: Minucciano, Sermezzana, Metra, Pugliano, Corrubio, Casola.
La prima visita pastorale documentata è del 1568, effettuata dal Vescovo della diocesi di Sarzana Cardinale Benedetto Lomellini. Elenca i beni della pieve, verifica il clero presente, documenta i riti religiosi e le processioni e la presenza del tabernacolo contenente le ostie sacre come previsto dal Concilio di Trento.
Nelle “visite” che si sono susseguite, si trovano verbali del vicariato della Pieve di San Lorenzo e persino la documentazione di una scuola per fanciulli organizzata dal parroco con l’aiuto di un diacono.
Lapi, con fare bonario, ha ricordato come si svolgessero processioni e rogazioni con percorsi tra le campagne, da paese a paese, che duravano anche sette ore, durante le quali si sostava presso i vari oratori.
Tutto il mondo circostante faceva parte della tradizione e della religiosità. La tradizione va considerata come fuoco del proprio animo, che susciti fervore e luce per custodire e alimentare conoscenze del passato alla scoperta delle proprie radici, perché imbevuti dalla loro conoscenza si possa creare al meglio il proprio futuro.

I prossimi incontri

Ecco i prossimi eventi culturali nella Pieve di San Lorenzo (alle ore 21).
– 11 agosto: Stefano Calabretta, La Pieve di San Lorenzo: un esempio sopravvissuto.
– 14 agosto: Fabio Baroni, La Pieve di San Lorenzo Gragnanensium.
– 16 agosto: Riccardo Boggi, Un cantiere medievale a San Caprasio.
– 19 agosto (nel Municipio di Casola): Eliana Vecchi, Corrado Leoni, Umberto Bertolini, Augusto Cesare Ambrosi; biografia e scritti.
– 25 agosto: Aldo Frediani, Barbara Pintucci, Martina Colapietro: Vulnerabilità sismica del campanile della Pieve di san Lorenzo di Minucciano, tra passato e presente.
– 1° settembre: Angelo Ghiretti e Marta Colombo, Gli scavi di Pontevecchio e i ritrovamenti di Minucciano.
– 3 settembre: Paolo Bissoli, Paesi di Lunigiana.

(Corrado Leoni)