Egli andò verso di loro, sul finire della notte

Domenica 13 agosto – XIX del Tempo ordinario
(1Re 19,9.11-13; Rm 9,1-5; Mt 14,22-33)

La nostra fede è fluttuante, come è stata quella di Pietro e come è quella di ogni discepolo. Le paure e le esitazioni non si vincono guardando gli ostacoli, ma solo guardando a Gesù e obbedendo ai suoi comandi.
1. Salì sul monte, in disparte. Come il profeta Elia, il quale non si compiace del successo per aver annientato i sacerdoti di Baal, ma cerca l’incontro personale con il Signore, così Gesù, dopo una giornata di predicazione e di miracoli, si ritira in disparte, sul monte, solo, a pregare.
“Costringe” i discepoli a salire sulla barca, per poter stare in intimità con il Padre, perché da questa intimità con Dio e dall’ascolto della sua Parola si trae l’illuminazione per comprendere e la forza per agire.
2. La barca era agitata dalle onde. La barca avanza a stento sul mare, ostacolata da un vento contrario. I discepoli credono di vedere un fantasma che viene loro incontro: non pensano a Gesù, che hanno lasciato in preghiera sul monte.
E invece è proprio Lui, che si isola dai discepoli per pregare, ma che è sempre pronto a intervenire per salvarli quando sono in una situazione di pericolo. Attraverso il rumore della tempesta sentono la sua voce, e Pietro accogliendo l’invito di Gesù si lancia sull’acqua.
Ma subito è preso nel vortice della tempesta e rischia di affondare. “Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”.
Alla voce di colui che sosteneva il suo slancio, Pietro risale dall’abisso in cui stava cadendo, l’onda si spezza, il vento tace, quelli della barca aprono il loro cuore alla professione di fede.
La Chiesa è la casa dei poveri credenti, esitanti tra fede e dubbio, impastati di generosità e di infedeltà, ma che pur tuttavia balbettando dicono con Pietro: “Tu sei il Cristo” e: “Signore, salvami!”.
Allora anche con noi Gesù farà quello che ha fatto con Pietro: “Tese la mano, lo afferrò e gli disse: Uomo di poca fede, perché hai dubitato?”.
3. “Signore, salvami!”. Facilmente si vede nel simbolismo la portata dell’insegnamento: nel mare ostile del mondo la barca della Chiesa avanza sulle forze del caos che combattono contro di essa.
Il Maestro non è nella barca: si attende il suo ritorno per la fine della notte. Il tempo che precede il mattino è l’ora del soccorso di Dio (Is 17,14; Sal 46,6), e Gesù è il Figlio di Dio che cammina sulle forze del caos.
Finché egli non sia venuto, la Chiesa procede con fede e con tanta fiducia nella parola potente del Signore risorto.
La paura di Pietro è espressione della debolezza della sua fede, e mentre incomincia ad affondare nelle onde prorompe in un grido di aiuto, in una preghiera. La poca fede del primo discepolo e la barca agitata sono le situazioni di sempre, ma solo nella debolezza si fa esperienza dell’aiuto divino, perché “Le porte degli inferi non prevarranno!”.
Nella persona di Pietro, con i suoi slanci e con le sue cadute, viene descritta la fede del discepolo, la nostra fede.

† Alberto