
La Spezia. Il Museo Lia propone una interessante mostra sul quadro al termine del restauro. Poi l’opera tornerà nella chiesa di Castelnuovo Magra

Chi si trovasse in queste settimane a Castelnuovo Magra e volesse ammirare il quadro raffigurante la Crocifissione, opera attribuita all’artista fiammingo Pieter Brueghel il Giovane (1564 – 1638) rimarrebbe deluso. L’opera, infatti, non c’è! È andata in prestito per la mostra organizzata nel 2021 a Roma dal Ministero della Cultura e dal Comando Carabinieri Tutela del Patrimonio: un’occasione che ha evidenziato uno stato di conservazione non ottimale e che richiedeva un restauro urgente.
Ora che il delicato intervento è terminato, il quadro si può ammirare in una luce tutta nuova nella bella esposizione al Museo Lia della Spezia che, inaugurata il 16 giugno, è visitabile fino al 24 settembre.
Al termine tornerà finalmente nella chiesa parrocchiale di Castelnuovo M. dove procedono i lavori per la sistemazione della Cappella dove sarà ospitato, protetto da un sofisticato impianto d’allarme. La mostra spezzina è una preziosa occasione per conoscere la storia di un quadro che, nell’ultimo mezzo secolo, ha avuto anche risvolti rocamboleschi. Il dipinto a cavallo fra XVI e XVII secolo esce dalla bottega del figlio del ben noto Pieter Brueghel il Vecchio, uno dei massimi artisti fiamminghi. Il giovane artista si muove nel solco della produzione paterna e fino al secondo decennio del Seicento è soprattutto impegnato nel replicare opere utilizzando i cartoni usati dal padre.

All’interno di questo filone si inseriscono molte tavole che hanno per tema la Crocifissione; quella di Castelnuovo Magra è una di queste, probabilmente destinata alla ricca committenza del collezionismo privato anche italiano e soprattutto genovese. Il capoluogo ligure, infatti, all’epoca era legato alle Fiandre da importanti legami commerciali e finanziari. Quel che è certo è che nel 1890 l’opera è stata donata alla chiesa del paese dalla marchesa Maria Teresa Gargiolli. Un’opera molto importante per il piccolo e affascinante borgo che si affaccia sulla piana di Luni.
Così importante da suscitare anche interessi proibiti. Senza contare le richieste minacciose avanzate al parroco dai Tedeschi perché fosse loro consegnato negli ultimi mesi della Seconda Guerra Mondiale, il quadro è stato al centro di due tentativi di furto, il primo dei quali era andato a buon fine.
L’anno era il 1979: la Crocifissione del Brueghel sparisce dalla chiesa di Castelnuovo nella notte fra il 30 e il 31 gennaio, viaggia tra Liguria e Piemonte prima di essere ritrovata dai Carabinieri, due mesi dopo, nel corso di una operazione antidroga in casa di un pregiudicato.
Il secondo tentativo di furto risale al 2019: sono sempre i Carabinieri a raccogliere voci che un nuovo tentativo di trafugare l’opera è imminente. Il quadro viene allora portato al sicuro e in chiesa, nella teca, è collocata una copia che poche settimane dopo viene effettivamente rubata.

Nella mostra spezzina è ben illustrato anche il paziente restauro realizzato tra il gennaio 2022 e il marzo scorso a Genova. Un intervento urgente sia per i problemi di stabilità della pellicola pittorica che per i distacchi, ma anche per i danni provocati da vecchi restauri che hanno reso necessario progettare e mettere in opera un nuovo supporto.
L’opera raffigura la scena della Crocifissione sul Golgota: sullo sfondo, appena accennata, è Gerusalemme; il paesaggio è ampio, delineato da un cielo che alterna colori chiari ad altri cupi, da un fitto bosco e da rocce, con il campo di grano maturo che fa da limite inferiore ad uno specchio d’acqua dove si riflette la città. La scena è grandiosa, popolata da decine di figure; due croci sono già state erette, la terza e una quarta quasi.
Sul terreno una vera e propria folla si anima di una umanità disperata, di soldati a cavallo, di altri che, con fare violento, si giocano la tunica di Gesù.
Interessante la possibilità di confrontare questo dipinto con quello arrivato in prestito alla Spezia dalla chiesa di Sain Séverin di Parigi; alcune figure sono identiche, altre molto simili, segno che l’artista (o la sua bottega) ha utilizzato gli stessi cartoni per realizzare questi e chissà quanti altri quadri sullo stesso tema.
Confronti utili anche quelli con la copia della “Salita di Cristo al monte Calvario” arrivato dalle Gallerie Estensi di Modena e con “La kermesse di San Giorgio” in prestito dal Museo Nazionale di Pisa.
Paolo Bissoli