Aldo Buttini,  artista che andò oltre il Ventennio

Lunigianese di nascita, carrarese di adozione. Una conferenza a Quercia di Aulla.
A partire dal 1932 realizzò dieci delle statue dello Stadio dei Marmi a Roma

Aldo Buttini, Pugile con lo strigile. Roma, Stadio dei Marmi. (foto da Wikipedia)

Sull’angolo di nord est della piazza del Municipio di Villafranca, non lontano dal Palazzo Comunale, un monumento in marmo, qui collocato nell’ottobre del 1927, è dedicato ai soldati caduti sui fronti della Prima Guerra Mondiale. Si tratta di un’opera dello scultore lunigianese Aldo Buttini (1898-1957), tra i più noti del suo tempo. Un’interessante conferenza di Davide Pugnana lo ha ricordato la sera di lunedì 24 luglio a Quercia di Aulla, proposta dalla Associazione Pro Loco “La Quercia d’Oro” nell’ambito del programma di incontri “Educar al Savér”.
Nato proprio a Quercia il 6 dicembre 1898 da famiglia benestante (il padre Geminiano gestiva una bottega di antiquario), Aldo Buttini dopo aver partecipato alla Prima Guerra Mondiale, per seguire la propria inclinazione artistica si iscrive all’Accademia di Belle Arti di Carrara dove per alcuni mesi segue i corsi di un artista affermato come Carlo Fontana. Abbandona tuttavia gli studi e apre uno studio proprio nella città del marmo dove vive stabilmente e dove sposa Alma Dell’Amico, figlia di Ottavio, proprietario di uno degli studi di scultura più importanti della città. Si afferma in breve tempo quale apprezzato scultore e nel 1927 regala una sua opera, “La leva”, niente meno che a Mussolini per i giardini di Villa Torlonia a Roma.
Al giovane artista apuano si aprono molte porte ed ottiene una commessa di straordinaria importanza: alcune delle statue di “Atleti” che ogni provincia italiana avrebbe dovuto donare quale coronamento artistico dello Stadio dei Marmi nel complesso del nuovo Foro Mussolini nella Capitale, l’attuale Foro Italico.
Alla fine ne avrebbe realizzate dieci, le prime delle quali nel 1932, per un lavoro che lo avrebbe tenuto impegnato per tutto il decennio. Per rappresentare la provincia di Massa Carrara Buttini sceglie di realizzare un “Atleta che saluta”, opera conclusa un paio di anni prima che il regime cambiasse il nome della provincia in “Apuania”.
Uno storico dell’arte importante come Francesco Negri Arnoldi scrive che si tratta di “opere di modesto valore artistico perché condizionate dal fine politico celebrativo del regime del tempo, senza quindi intimo convincimento e serio impegno culturale da parte dell’artistica, che intese forse attenuare il carattere retorico e magniloquente con una semplificazione volumetrica e formale, non tutta dovuta all’affrettata esecuzione”.
Per Negri Arnoldi, che sottolinea come l’essersi isolato da scuole e moderne correnti artistiche non abbia giovato a Buttini che manifestava un carattere chiuso e insofferente, “la ricerca di una forma monumentale, atta ad esprimere soprattutto energia fisica e volontà morale, restò comunque la meta costante, anche se raramente raggiunta, di questo artista appassionato cultore dell’arte di Michelangelo, ma che si distinse soprattutto per la correttezza del disegno anatomico dei suoi nuvi e per la consumata perizia tecnica”.
Del 1934 è la statua di “Frine” (la “ninfa dalle guance dorate”, poi ribattezzata “Venere”), realizzata per la prima Mostra celebrativa del Marmo, voluta dal potente gerarca Renato Ricci e ancora oggi visibile a Carrara davanti allo storico palazzo delle Poste.
Buttini sia prima che dopo la Seconda Guerra Mondiale ottiene numerose commesse artistiche sia dall’Italia che dall’estero, compresa una grande riproduzione in marmi policromi dell’Ultima Cena di Leonardo destinata ad un cimitero negli Stati Uniti.
Dal 1955 insegnante all’Accademia di Belle Arti di Carrara, Aldo Buttini morì nella sua città di adozione il 1° dicembre 1957, poco dopo il suicidio del figlio Paolo, artista promettente.

A Villafranca il monumento ai Caduti
Il busto di mons. Fiorini a Pontremoli

Aldo Buttini, busto di mons. Angelo Fiorini. Pontremoli, Concattedrale

Alcune delle opere di Aldo Buttini si trovano anche in Lunigiana; oltre al già citato Monumento ai Caduti a Villafranca (in seguito dedicato anche all’eroe del Grappa, Ettore Viola), va ricordato il busto al vescovo mons. Angelo Fiorini (1861 – 1929) che si può ammirare nella Cappella del SS. Sacramento in concattedrale a Pontremoli.
Il busto, che realizzato un anno dopo la scomparsa del vescovo, nonostante appaia di pregevole fattura, non suscitò giudizi positivi da parte di don Annibale Corradini, nominato parroco dell’allora cattedrale nel 1932. Scrive infatti: “il mio primo pensiero fu per la Cappella del SS. Sacramento dove feci realizzare subito lo zoccolo in bardiglio. […] Alla bellezza della Cappella non ha forse giovato il collocamento del monumento al Vescovo Mons. Fiorini, che non poté trovare posto, per le sue proporzioni, in altra parte della chiesa”.
E ancora, “un grande busto marmoreo pel quale fece l’epigrafe il Card. Maffi. Il busto è grandioso, ma poco bello”. (p. biss.)

(Paolo Bissoli)