Il culto di San Filippo Neri nella nostra diocesi

26 maggio. Un santo dal respiro universale

Guido Reni, “San Filippo Neri in adorazione della Madonna”. Roma, chiesa di S. Maria in Vallicella

Un santo dal respiro universale, il toscano Filippo Neri (Firenze, 21 luglio 1515 – Roma, 26 maggio 1595). Quella tracciata da Filippo è “una via pastorale sempre valida, perché iscritta nella perenne esperienza cristiana!”, affermava San Giovanni Paolo II durante il Grande Giubileo del 2000.
Figlio di un notaio di buona famiglia, Filippo ricevette una buona istruzione e poi fece pratica dell’attività di suo padre, ma aveva subito l’influenza dei domenicani di san Marco, dove Girolamo Savonarola poco prima era vissuto, e dei benedettini di Montecassino. Diciottenne abbandonò gli affari e andò a Roma, dove visse come laico per diciassette anni e inizialmente si guadagnò da vivere facendo il precettore, scrisse poesie e studiò filosofia e teologia.
La città era in uno stato di grande corruzione e nel 1538 Filippo Neri cominciò a lavorare fra i giovani, fondando una confraternita di laici per adorare Dio e dare aiuto ai pellegrini e ai convalescenti, che gradualmente diedero vita al grande ospizio della Trinità dei Pellegrini. Filippo passava molto tempo in preghiera, specialmente di notte nella catacomba di san Sebastiano, dove nel 1544 nella solennità di Pentecoste ricevette una misteriosa fiamma dello Spirito Santo e fu da essa abitato, tanto che fu da Dio privilegiato con la visibile e permanente dilatazione del suo cuore. Le catacombe erano un luogo caro che gli evocava la Roma sacra di Pietro e di Paolo, il sacrificio dei martiri, l’eroica professione della fede.
Nel 1551 Filippo fu ordinato prete: presto si fece un nome come confessore e gli fu attribuito il dono di saper leggere nei cuori. La sua occupazione principale era ancora però il lavoro tra i giovani. Sopra la chiesa di San Girolamo fece costruire un oratorio in cui si tenevano conferenze religiose e discussioni e si organizzavano aiuti ai malati e bisognosi.
San Filippo era assistito da altri giovani chierici, che nel 1575 organizzò nella Congregazione dell’Oratorio. Per la sua società, i cui membri non emettono i voti religiosi, costruì la Chiesa Nuova di Santa Maria in Vallicella. Questo nuovo centro lo rese famoso in tutta la città e la sua influenza sui romani del tempo, a qualsiasi ceto appartenessero, fu incalcolabile.
Cercò di restituire salute e vigore alla vita dei cristiani di Roma agendo dall’interno, non aveva una mentalità clericale e pensava che il sentiero gioioso della santità fosse aperto tanto ai laici quanto al clero ed ai religiosi. La vocazione che sempre Filippo aveva sentito vibrare nella sua anima era l’incontro pieno con quel Cristo di cui dirà, ancora al momento di riceverlo nel viatico: “Chi cerca altro che Cristo, non sa quel che si voglia; chi cerca altro che Cristo, non sa quel che dimandi. Christo mio, amor mio, tutto il mondo è vanità”.
“Ardeva di desiderio di tirare le anime a Christo” affermò di Filippo il Gallonio, suo primo biografo. Fu questo il “secretum” che fece di Padre Filippo uno splendido maestro. Innamorato della preghiera intima e solitaria, egli insegnò nell’Oratorio la preghiera più fraternamente comunitaria; fortemente ascetico nella sua penitenza anche corporale, propose l’impegno della mortificazione interiore, improntata alla gioia e alla serenità del gioco, l’umiltà di cui diceva: “è quanto Dio più apprezza nell’uomo”; appassionato annunciatore della Parola divina, fu predicatore tanto parco di parole da ridursi a poche frasi quando la commozione, soprattutto negli ultimi anni, più non gli permetteva di parlare.

A Ponzanello un Oratorio intitolato al Santo

L’interno dell’Oratorio di San Filippo Neri a Ponzanello

Il cardinale Alderano Cybo, nobile massese, da Roma inviò nel maggio del 1644 alcuni resti con i relativi reliquiari di San Filippo Neri e di San Francesco Saverio, perché fossero venerati in Massa. Leggiamo in una lettera di Alderano a Brigida Spinola del 15 maggio 1644: “Ho caro, che li reliquiari siano stati di sodisfattione di Vostra Eccellenza che la merita grande, ma io non posso giongere a servirla come dovrei. La reliquia di San Francesco Xaverio è della medesima che mandai io al signor principe che havevo appresso di me, et è del braccio, ne tengo ancora un poco che mi basta, a Vostra Eccellenza ho voluto dire la verità, che è questa e per lei devo far altro, che questo. Quella di San Filippo è verissima, et autentica, et ho levata di un reliquario di un amico mio che ha bellissime cose”.
Accanto alla centrale chiesa della Misericordia, la scuola tenuta dai Fratelli delle Scuole Cristiane è intitolata a San Filippo Neri. Nella Cappella Ducale della Basilica Cattedrale, sempre a Massa, un quadro raffigurante San Filippo campeggia a destra dell’altare.
L’unica chiesa dedicata a San Filippo nella nostra diocesi si trova a Ponzanello, frazione di Fosdinovo: qui l’Oratorio che porta il suo nome si trova dietro alla Chiesa Parrocchiale di San Martino. L’edificio, già costruito nel 1584, era al tempo dedicato alla Vergine Assunta e sede della Compagnia dei Bianchi. Attesta questa primitiva dedicazione il bassorilievo marmoreo collocato sopra l’altare d’ingresso.
Venerdì 26 maggio, giorno della festa patronale, ben due Sante Messe verranno celebrate: una alle 11.00 per i parrocchiani di Ponzanello e poi ancora alle 21.00 in occasione del pellegrinaggio organizzato dall’Unità Pastorale di Albiano e Montedivalli.
Nella Concattedrale di Pontremoli, infine, San Filippo è raffigurato nella pala dell’altare posto nel transetto destro. Un forte legame, dunque, quello del santo fiorentino con la nostra diocesi, il cui benefico influsso possa, come sembra, ancora giovare alla nostra terra con un nuovo impulso spirituale, pastorale, vocazionale.

Don Fabio Arduino