Albiano: una targa in  ricordo del rifugio durante la II Guerra Mondiale

Una cerimonia per “il ricordo e il recupero dell’identità”

Le autorità presenti alla scopertura della targa in ricordo del rifugio durante la II Guerra Mondiale
Le autorità presenti alla scopertura della targa in ricordo del rifugio durante la II Guerra Mondiale

Lo scorso lunedì 3 aprile ad Albiano Magra per un attimo è sembrato di risentire le sirene che annunciavano l’arrivo degli aerei bombardieri e il rumore sinistro dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale, quando tutti i cittadini insieme, in via don Pietro Corsini, hanno partecipato alla cerimonia inaugurale della targa, apposta in ricordo del luogo che fu il rifugio della popolazione albianese negli anni della Seconda Guerra Mondiale dal 1940 al 1945.

Autorità e le scolaresche presenti alla scopertura della targa in ricordo del rifugio durante la II Guerra Mondiale
Autorità e le scolaresche presenti alla scopertura della targa in ricordo del rifugio durante la II Guerra Mondiale

Per i più anziani è stato uno struggente passo indietro nel tempo, quando erano piccoli e cercavano riparo dal terrore della guerra, che hanno voluto condividere con i bambini e i ragazzi delle scuole, i quali oggi hanno la fortuna di vivere in tempo di pace, almeno in questa parte del mondo. Una iniziativa nata da un’idea dell’Amministrazione comunale di Aulla, volta a non perdere la memoria di quei fatti terribili allo scopo di cementare lo spirito di una comunità. La cerimonia si è svolta proprio nello stesso punto in cui c’era il rifugio che salvò tante vite umane, di fronte agli uffici di Signani, dove sorge un muro rifatto dal Comune di Aulla.

Su quel muro campeggia una porta ad arco stilizzata, a raffigurare uno dei tre ingressi al rifugio, ed è proprio lì che è stata apposta la targa, alla presenza del sindaco Roberto Valettini, del vice sindaco Roberto Cipriani e della Presidente del consiglio comunale, Giada Moretti.

A nome della comunità di Albiano ha parlato un cittadino albianese appassionato della storia della sua frazione, l’ex assessore comunale Sauro Bonatti, il quale ha narrato aneddoti riguardanti i bombardamenti e le tante vite umane salvate dal rifugio, senza dimenticare le 22 vittime civili che, invece, morirono sotto le bombe. Il vice sindaco e la Presidente del consiglio comunale, hanno poi rilasciato questa dichiarazione: “Ci sono luoghi in cui una comunità si riconosce ed è giusto ricordarli, anche per le future generazioni. Uno di questi è l’arco che abbiamo recuperato e che rappresenta l’entrata del vecchio rifugio. Perché scopo dell’Amministrazione comunale è il ricordo e il recupero dell’identità, per fare sì che vivano per sempre nomi e luoghi che appartengono alla nostra storia”.

Corrado Leoni