
Promulgato il decreto del nuovo Consiglio presbiterale diocesano per il quinquennio 2023-2027
Il 1° febbraio è stato promulgato il decreto vescovile di costituzione del Consiglio presbiterale diocesano che resterà in carica fino al 2027. L’organismo viene definito dal canone 495 del codice di diritto canonico “un gruppo di sacerdoti che, rappresentando il presbiterio, sia come il senato del Vescovo”. Uno strumento, quindi, di corresponsabilità con cui il presbiterio collabora con il vescovo nella guida della diocesi “affinché venga promosso nel modo più efficace il bene pastorale della porzione di popolo di Dio a lui affidata” e che si fonda sulla comunione sacramentale che unisce i sacerdoti al vescovo.
Di esso possono far parte solo rappresentanti del Presbiterio (quindi i sacerdoti, non i diaconi), con la funzione di consigliare il vescovo nei fatti rilevanti che riguardano il governo della Chiesa locale. Come si può dedurre dall’elenco qui a fianco riportato, tali sacerdoti evidenziano la varietà del presbiterio rendendo presenti le varie forze vive della Diocesi, secondo le zone – i Vicariati – in cui essa è suddivisa e i vari ministeri esercitati. Essi non sono “inviati” dei confratelli, piuttosto mantengono viva davanti al Vescovo la varietà delle situazioni in cui la Diocesi si trova a vivere.
Seguendo le indicazioni dello statuto, il vescovo forma questo organismo in base a tre tipologie di membri: eletti dal presbiterio, di diritto e di libera nomina vescovile. Gli eletti (circa la metà del totale) rendono presenti le varie zone della diocesi, mentre i membri d’ufficio entrano a far parte del Consiglio per la particolare importanza dell’incarico svolto in diocesi. Infine, i membri di libera nomina del vescovo, come dice la definizione stessa, sono chiamati direttamente dal vescovo, senza che egli debba rendere conto a nessuno della sua decisione.
Il Consiglio presbiterale ha valore “consultivo”; in alcuni casi la sua consultazione è obbligatoria e il vescovo non può agire senza averlo convocato e “sentito”. Ciò fatto, per una motivazione grave, può anche discostarsi dal parere espresso dai consiglieri e agire diversamente. Il Consiglio è convocato dal vescovo, che stabilisce anche l’ordine del giorno (anche su proposta del Consiglio stesso) e lo presiede. In caso di sede vacante, l’organismo decade e le sue funzioni sono assorbite dal Collegio dei Consultori. Entro un anno dalla presa di possesso della diocesi, il nuovo vescovo ha l’obbligo di costituire un nuovo Consiglio Presbiterale.
La composizione del nuovo Consiglio
Presidente: mons. Mario Vaccari.
Membri di diritto: don Marino Navalesi, Vicario generale. Don Marco Baleani, don Piero Albanesi, don Maurizio Iandolo, Vicari episcopali.
Don Mario Amadi, don Leonardo Biancalani, don Giovanni Barbieri, don Bernardo Marovelli, don Lucio Filippi, Vicari foranei.
Don Giovanni Perini, vice rettore del Seminario di Pontremoli.
Membri eletti dai presbiteri: Vicariato di Massa: don Massimo Nocchi, don Stefano Lagomarsini. Vicariato di Carrara: don Emanuele Borserini, don Cesare Benedetti. Vicariato di Aulla: don Tommaso Forni, don Antony Nnadi. Vicariato di Pontremoli: don Andrea Forni, don Pietro Pratolongo. Vicariato di Villafranca: don Angelo Boattin, don Antonio Costantino Pietrocola. Vicariato di Fivizzano: don Simone Giovannella, don Massimo Redaelli.
Rappresentante del Capitolo della Cattedrale di Massa: don Ezio Gigli.
Rappresentante del Capitolo della Concattedrale di Pontremoli: don Graziano Galeotti.
Rappresentante dei Religiosi: p. Marco Rovai (mdm)
Membri nominati dal vescovo: don Michele Bigi, don Maurizio Manganelli, don Carmine Piccolo, don Francesco Sordi, don Antonio Orlandi, don Daniele Arcari.