
Una prima risposta può venire da un’opera di prevenzione più adeguata
“Non distruggete la vita per imprudenza”. Questo l’accorato monito che il presidente della Repubblica, ha rivolto ai giovani nel consueto messaggio di fine anno. L’urgenza di sollecitare le nuove generazioni sul tema della sicurezza nasceva dal triste bilancio registrato nel 2022 per molti, troppi neopatentati e adolescenti coinvolti in gravi incidenti stradali. L’andamento negativo, però, sembra continuare anche nel 2023: sono già 85 i morti sulle strade nei fine settimana da quando è iniziato l’anno, secondo i numeri Asaps (Associazione amici e sostenitori della Polizia stradale). Magra consolazione è data dal fatto che anche nell’Unione Europea gli incidenti stradali nella fascia d’età 18-24 anni siano molto frequenti (44% del numero complessivo) e causino nel 64% dei casi la morte del guidatore o del passeggero al suo fianco. In Italia, i dati registrati dicono di una crescita preoccupante nelle fasce di età 15-19 anni (+ 41,7%) e 25-29 anni (+ 34,9%).
Inutile sottolineare che i giorni della settimana nei quali si registrano i numeri più alti sono quelli del week end e, al suo interno, del sabato (Rapporto Aci-Istat 2022). Assieme al suicidio, l’incidente stradale è, così, tra le cause più frequenti di morte dai 15 ai 30 anni). Quanto alle cause degli incidenti, troviamo al primo posto l’alcol e l’abuso di sostanze, con l’uscita del sabato sera che è diventata una sfida a superare i limiti, a “mettersi alla prova” psicologicamente e fisicamente; una sorta di rito collettivo di appartenenza a un “gruppo”.
Non è, però, da sottovalutare il ruolo giocato da distrazione, mancato rispetto della precedenza e velocità elevata. Per la prima il responsabile è l’uso dissennato degli smartphone, con molti che, mentre sono alla guida, scattano selfie o continuano a chattare con gli amici, magari intontiti dalla musica ad altissimo volume, che copre i rumori della strada.
Poi ci sono le cause legate alla scarsa padronanza del mezzo, dovute spesso, oltre che all’irruenza tipica dell’età, all’inesperienza nei confronti del mezzo che si guida, all’incapacità di valutarne adeguatamente tempi e spazi di frenata, aderenza al manto stradale, velocità di manovra. Il mancato rispetto della precedenza e la velocità elevata sono invece legati a una certa insofferenza alle regole, unita anche a una buona dose di incoscienza tipica dell’età. A fronte di dati così allarmanti, la prima soluzione è data dalla prevenzione, con l’attivazione di percorsi specifici da attuarsi nelle scuole. Di grande aiuto è anche una maggiore collaborazione da parte degli adulti per far maturare la capacità di discernimento nei giovani. Il tutto nel senso di una proposta educativa che, al momento, appare inadeguata.
Silvia Rossetti