Le due facce di un falò che si è rivelato più forte delle difficoltà

Bello spettacolo da parte dei fuochisti di San Nicolò, che riescono ad avere la meglio sia sulla crisi del post pandemia che sul maltempo

Il falò di San Nicolò
Il falò di San Nicolò
Lo spettacolo dei fuochi artificali sullo sfondo del falò
Lo spettacolo dei fuochi artificali sullo sfondo del falò
La pira il martedì mattina protetta da un tendone a causa del maltempo
La pira il martedì mattina protetta da un tendone a causa del maltempo

Pur senza volersi dare arie da dotti, viene spontaneo paragonare il falò di S. Nicolò – dedicato a S. Antonio Abate – di quest’anno alla divinità romana nota con il nome di Giano, caratterizzata dall’essere raffigurata con due facce opposte. Due facce, infatti, ha presentato anche il falò 2023. Una segnata dalle difficoltà di cui abbiamo scritto anche la scorsa settimana: gli ostacoli frapposti dalla pandemia, che hanno reso più difficile tenere uniti gruppi eterogenei come quelli dei fuochisti; l’ambiente stesso in cui viene preparato e bruciato il falò “del Vaticano”: quel fiume che può essere amico ma anche nemico, quando si ingrossa e crea paesaggi affascinanti se si sta al caldo e all’asciutto nelle case prospicienti la Magra, ma mette a dura prova la resistenza di chi deve operare in condizioni di evidente disagio. Questi ed altri ostacoli hanno costituito la prima faccia del falò di quest’anno. Il carico da 11 (come si dice nelle partite a briscola) lo ha messo il tempo: già ostile nelle settimane precedenti, negli ultimi tre giorni ha deciso di dimostrare che al peggio non c’è mai fine. Una pioggia a tratti anche forte ma soprattutto esasperante nella sua continuità, è caduta su Pontremoli a partire dalla notte tra sabato e domenica, lasciando un po’ di tregua solo nella giornata di martedì 17.

Ciò ha messo a dura prova la determinazione e le doti di resistenza di quelli che, comunque, possono senz’altro essere definiti valorosi fuochisti del rione di San Nicolò. Gettando, però, il cuore oltre l’ostacolo, una volta deciso che il falò si sarebbe fatto per non interrompere una tradizione secolare, hanno sfidato gli elementi atmosferici contrari e messo su la pira di “bochi” con la solita maestria.

La mostra all'interno della Villa Cartiera
La mostra all’interno della Villa Cartiera

Per trovare l’ispirazione, nella mattinata di domenica, assieme alla famiglia, si sono recati al cimitero a rendere omaggio ad Angiolino, mai dimenticato e indiscusso “capo fuoco” per lunghi anni. Forse in modo inconsapevole, i fuochisti hanno così iniziato a definire la seconda faccia di questo falò bifronte. Spazzata via ogni titubanza, nonostante un contorno molto più scarno rispetto agli anni passati, a partire dalla mancanza della baracca utilizzata per ripararsi dal freddo nei giorni dei preparativi e nelle notti di guardia, la squadra del Vaticano ha portato a termine l’opera ed è stata premiata per la sua determinazione.

Tre elementi hanno contribuito alla piena riuscita della serata. La mancanza di pioggia nell’ora dell’accensione (in precedenza la pira era stata protetta con enormi teloni che hanno limitato i danni); la bella riuscita del falò , che non ha mancato di inviare verso il cielo – quasi monito a Giove pluvio – lingue di fiamme che in breve hanno avuto ragione di umidità e quant’altro. Infine, inaspettato dai più, sul ponte Pompeo Spagnoli un gran numero di spettatori come raramente è dato vedere per un falò del Vaticano bruciato in giornata feriale. Salvata la tradizione e, ora possiamo dirlo, anche la faccia, i fuochisti di S. Nicolò possono abbandonarsi alla felicità di un risultato raggiunto contro ogni previsione e pensare a ricompattare i ranghi per essere pronti a preparare un falò 2024 ancora più bello! a.r.

Inaugurata la mostra itinerante sui falò

In occasione del falò di San Nicolò è stata anche inaugurata la mostra itinerarante “Percorso nella tradizione dei falò” che racconta con imaggini e parole il fascino dei due falò pontremolesi. Un percorso che racconta, attraverso gli scatti di Walter Massari e le pubblicazioni di Natalino Benacci, Riccardo Sordi, Paolo Lapi, Marco Bertolini e Michele Lecchini, alcuni dei momenti più significativi della storica Disfida tra San Nicolò e San Geminiano. La mostra resterà visitabile tutti i sabati e le domeniche di gennaio e nei giorni dei falò di San Geminiano nelle sedi dei Falò (Villa la Cartiera per i “vaticanisti”, sotterranei della Chiesa di San Geminiano per i biancorossi del patrono). La sede di San Nicolò sarà aperta dalle 16 alle 18, mentre quella di San Geminiano dalle 15 alle 18.