Il vescovo Mario in Cattedrale a Massa nel giorno della solennità del santo di Assisi
In una calda giornata di sole il vescovo Mario ha presieduto in Cattedrale a Massa la solenne celebrazione in onore di san Francesco d’Assisi, patrono della diocesi e della città di Massa, accolto da una chiesa gremita di fedeli, assieme a sacerdoti e diaconi, alla presenza delle massime autorità civili e militari, tra cui molti sindaci e alcuni vescovi. Dopo il gesto di accoglienza, compiuto dai Canonici del Capitolo alle porte della Basilica Cattedrale, mons. Vaccari ha introdotto la celebrazione con un saluto nel quale ha sottolineato come a distanza di alcuni mesi da quel 22 maggio, giorno della sua ordinazione episcopale e inizio del ministero pastorale, quel nuovo inizio di cui parlava “assume oggi i connotati della sequela totale del Signore, cioè seguire Cristo sine glossa”.
Già nella memoria del Transito nella sera precedente f. Mario, appartenente alla famiglia francescana dei Frati Minori, aveva presieduto la celebrazione, ricca di segni e simboli, esortando i fedeli a rendere grazie per i doni che il Signore elargisce a chi gli è fedele, sull’esempio di san Francesco che con la sua morte aveva compiuto un gesto di fiducia totale in Dio. Significativa inoltre la benedizione della città che il vescovo ha compiuto all’inizio del rito dalla scalinata della Cattedrale per ottenere aiuto e protezione “sulle case e sulle famiglie, sui quartieri e le comunità, sui seggi e sulle cattedre, sulle scuole e sugli ospedali, sulle officine e sui cantieri”.
Nella solenne celebrazione in Cattedrale il vescovo Mario, con una certa emozione, ha iniziato la sua omelia, ringraziando tutti per la partecipazione e per il sostegno ricevuto in questi mesi dal suo ingresso nella diocesi apuana. “La perenne attualità di Francesco – ha detto – sta tutta quanta nella perenne novità del Vangelo”.
Rileggendo il dolore degli uomini nel Cristo Crocefisso, questa l’esperienza lo guidò sulla via del vangelo e della conversione. “Ma come poter continuare a seguire i passi e le orme di Gesù non soltanto in una sequela esterna ma soprattutto come fare perché nel seguace di Cristo diventasse vivo e attivo lo Spirito di Cristo?” Ecco che Francesco chiede al Padre il dono del “fuoco dello Spirito” per potere seguire le orme del Signore Gesù.
Ma un altro elemento è fondamentale nella spiritualità francescana è il “senza nulla di proprio”, cioè “osservare il Santo Vangelo del nostro Signore Gesù Cristo vivendo in obbedienza, senza nulla di proprio, in castità”, come scrive il Santo d’Assisi nella regola per i suoi frati. “Non si tratta in prima battuta – ha spiegato il vescovo – di una povertà di beni materiali, né di contrapporre materia e spirito; si tratta piuttosto di una povertà relazionale, cioè nelle relazioni con Dio con i fratelli e con i beni materiali: il peccato di orgoglio che è appropriazione indebita dei doni che Dio dispensa ad ognuno di noi”.
Ma la sequela evangelica risulterebbe incompleta senza un ultimo elemento: la restituzione, “nella Lode e nel Rendimento di grazie, nell’esortazione ai fratelli e a chi incontriamo nella nostra strada e soprattutto nelle opere: nella fecondità delle opere sante (fare la volontà di Dio), nel rapporto col prossimo, i poveri in speciale modo, nel lavoro, nella missione”. Al termine della celebrazione, animata dalla Cappella musicale della Cattedrale, è stata impartita a tutti fedeli la benedizione papale con indulgenza plenaria.