L’erbario della famiglia De Briganti Cortesi di Caprio

Conservato nella Biblioteca Antica del Seminario di Pontremoli. Iniziato il progetto di restauro

Presentato venerdì 14 ottobre a Pontremoli in “Sala blu” del Seminario il progetto Hortus siccus di restauro conservativo di un erbario settecentesco conservato nella Biblioteca Antica. In anteprima è stato proposto agli studenti del Tecnico e del Vescovile nella mattinata e al pubblico nel pomeriggio. L’intento è, dopo il restauro conservativo affidato alle mani molto esperte di Elisa Battilla, aggiungere il prezioso oggetto al ricco patrimonio e fare della Biblioteca Antica un centro culturale pubblico e permanente.
L’iniziativa è partita due anni fa da parte dell’Associazione di promozione sociale “Cio nel cuore”, la Onlus molto attiva, nata per onorare l’affettuosa memoria di PierGiacomo Tassi detto Cio, ottimo insegnante e promotore instancabile di attività sportive fra i giovani. La presidente Antonella Bonvicini Tassi, sollecita organizzatrice con attitudini di taglio imprenditoriale, ha richiamato in un breve video le tante iniziative realizzate ad ampio raggio: le donazioni all’ospedale di Pontremoli di attrezzature diagnostiche e terapeutiche, l’animazione e assistenza in incontri con bambini, pellegrini, turisti, la promozione culturale, la messa in sicurezza del sentiero “Gli Scaleri” da Pracchiola al passo del Cirone intitolato a Giulio Armanini.
Il progetto Hortus siccus ha la collaborazione della Sovrintendenza ai Beni Artistici, dell’Ufficio Beni Culturali della diocesi, Caffè letterario, Associazione Culturale “Vasco Bianchi”, Comuni di Pontremoli e Filattiera, Per Valentina onlus e l’assidua operatrice Elisa Battilla custode con don Lorenzo Piagneri della biblioteca del Seminario, che fu costituita dal granduca Pietro Leopoldo Asburgo Lorena dopo la visita nel 1786 nelle terre della Lunigiana granducale con sosta a Pontremoli: constatò che vi era scarso livello culturale e procurò libri, poi si aggiunsero numerose donazioni di famiglie, casse di volumi provenienti dalla Biblioteca Palatina di Parma, artistiche edizioni in caratteri bodoniani, tante cinquecentine.
L’incontro con gli studenti è stato nel segno di allargare le loro conoscenze concettuali e di fisica dei materiali organici naturali di cui è fatto un libro antico, niente di tutto questo lo fornisce il libro elettronico: con fervore la restauratrice Elisa Battilla lo ha messo in rilievo: veramente “il passato è un preludio”. In Lunigiana sono presenti due erbari antichi: quello Briganti Cortesi di Caprio depositato a Pontremoli e quello di Fivizzano: di questo ha parlato in chiara sintesi il bibliotecario Francesco Leonardi, proviene dal convento dei francescani di Soliera, era di Pier Carlo Vasoli, medico che “lasciò una raccolta di erbe medicinali del vicariato” si legge nelle “Memorie Storiche” di Emanuele Gerini. L’incontro del pomeriggio, seguito da molti soci di “Cio nel cuore” e altri, moderatrice Elena Scaravella, dopo i saluti istituzionali, come al mattino ha avuto il contributo importante di Paolo Emilio Tomei, botanico dell’Università di Pisa.
Gli erbari, già raccolti nell’antichità per acquisire conoscenze botaniche e anche altre finalità, nel Medioevo sono stati utili per prestazioni terapeutiche, dal Rinascimento di nuovo per ragioni di studio scientifico della natura e del corpo umano. Di alcuni ha fatto descrizione su diapositive di erbe incollate su filigrana con cartigli didascalici, poi prevalsero disegni stilizzati e molto precisi. Una domanda senza risposta la pone la Sindone: come si è formata l’impronta “in negativo” di un corpo organico sul famoso lenzuolo, processo uguale alle impronte lasciate su fogli di erbari?
L’erbario De Briganti Cortesi è del Settecento, fa parte del fondo donato alla Biblioteca; è in cattive condizioni di conservazione; è un librone con coperta e 38 carte sciolte. Scrigno di biodiversità botaniche, ha patito degrado di natura biologica. L’opera di restauro si presenta complicata, sarà difficile togliere il particolato, la polvere di dilavamento, sostituire la filigrana di supporto: sono tante le annotazioni tecniche fatte da Elisa Battilla.
È necessario trovare sostegno finanziario, un aiuto è venuto dalla Fondazione Carige, presente un suo funzionario. L’intervento di Paola Bianchi ha esposto i primi esiti di difficili ricerche per ricostruire l’albero genealogico della famiglia De Briganti di Caprio: mancano studi e documentazioni sulla famiglia, bisogna cercarle incrociando dati dai registri parrocchiali dei battesimi, matrimoni, defunti e su carte miscellanee in mezzo a nomi uguali di persone diverse.
La ricca famiglia possedeva un polverificio, mulini e terreni. Nell’ultimo tempo napoleonico suoi membri ricoprirono cariche istituzionali: nel 1812 Francesco è nominato maire (sindaco) di Caprio e nel 1814 gonfaloniere delle parrocchie di Rocca Sigillina, Gigliana, Biglio, Cavallana; Gian Simone nel 1813 è maire di Caprio, Pellegrino ebbe incarichi di ordine pubblico. Molti furono sacerdoti dal Settecento in poi, parroci di Caprio, Pastina, Canale.

(Maria Luisa Simoncelli)