Gavedo in festa: la tela della Madonna col Bambino e Santi come da secoli non si ammirava

Svelato al pubblico il lungo e difficile restauro dell’opera d’arte datata 1671

La tela raffigurante la Madonna col Bambino e i santi Antonio Abate, Maria Maddalena e Nicola

Un pomeriggio di festa quello di domenica scorsa, 9 ottobre, a Gavedo: in tanti, della comunità di Groppoli e arrivati da numerose località della Lunigiana, hanno partecipato alla inaugurazione del restauro della grande (cm 228×153) pala d’altare che raffigura la Madonna con Bambino e i Santi Antonio Abate, Maria Maddalena e Nicola da Tolentino. La cerimonia, nella chiesa parrocchiale dei Santi Lorenzo e Donnino, è stata preceduta dalla conferenza del dott. Riccardo Boggi, introdotto dal parroco, don Marco Giuntini e dal sindaco Claudio Novoa.
“Cinquant’anni fa, in questa chiesa, di fronte a quel dipinto così rovinato, mi chiedevo ‘possibile che non si possa restaurare?’ – ha ricordato Boggi, groppolese doc – oggi finalmente siamo qui, nel giorno della festa di San Donnino, in questa chiesa che alla fine dell’Ottocento era stata definita ‘una delle più belle della Provincia’ dallo storico Eugenio Branchi”
Come ha ricordato don Marco, questo restauro, così a lungo atteso, ha richiesto un investimento importante che la piccola comunità di Gavedo non avrebbe potuto sostenere senza il contributo della Fondazione Cassa di Risparmio della Spezia e la generosa donazione di un imprenditore mulazzese, Julien Brunie, che ha permesso di raggiungere la somma necessaria.

Il pubblico nella chiesa di Gavedo che ha partecipato all’inaugurazione del restauro della tela

Seguito dalla Soprintendenza di Lucca, il difficile restauro è opera delle dottoresse Annalisa Demelas e Chiara Santhià, realizzato nel loro laboratorio di Genova. Un lavoro lungo e impegnativo che ha richiesto anche la sostituzione del vecchio telaio in legno, ormai in pessime condizioni. La tela è stata ripulita, il colore consolidato in più fasi successive, le lacune colmate, il ritocco effettuato con la tecnica del “tratteggio verticale”, come illustrato dalle due giovani professioniste.
Una tela importante, che risale al XVII secolo, datata 1671, arrivata in quella importante realtà che era Gavedo e così pregevole da essere posta in origine probabilmente al centro dell’abside. Posizione dalla quale venne spostata con ogni probabilità nel 1834 quando la Confraternita acquistò una bella statua della Madonna Addolorata per collocarla nella nicchia creata sopra l’altare maggiore.

Groppoli di Mulazzo: la bella chiesa parrocchiale dei Santi Lorenzo e Donnino a Gavedo recuperata con il contributo dell’8xmille

Da allora la tela è rimasta sul lato destro del presbiterio, seminascosta alla vista dei fedeli, che dalle prossime settimane potranno invece finalmente ammirarla in una posizione più consona. In attesa che studi possano fare luce sull’ambito artistico di provenienza risalendo possibilmente all’autore, vale la pena sottolineare l’importanza della chiesa di Gavedo, per lunghi secoli la parrocchiale per tutta la comunità di Groppoli.
“Da qui passava una strada molto frequentata – ha ricordato Riccardo Boggi – che correva lungo la sponda destra della Magra, mettendo in collegamento l’area di Piacenza con quella di Luni e utilizzata da pellegrini e mercanti”. La chiesa non era quella che vediamo oggi: il vecchio edificio sacro era isolato nella campagna e patì varie vicissitudini, compresa una certa trascuratezza che spinse il cardinale Lomellini, durante la visita del 1577, a disporre che venisse ripristinato il tabernacolo per la conservazione del Santissimo Sacramento e di dotare d’olio la lampada. Il tutto si risolse un secolo dopo con l’acquisto del feudo Malaspina da parte della famiglia genovese dei Brignole Sale: la chiesa fu restaurata, dotata della tela oggi restaurata, arricchita dei Corpi Santi…
Ma la vera novità si registra nel 1730 quando si decise la costruzione della nuova chiesa, quella che vediamo oggi: voluta da Giovan Francesco Brignole Sale e progettata da quel Matteo Vinzoni che tra il 1727 e il 1736 compì più missioni a Groppoli su incarico del marchese. Giovan Francesco volle una chiesa nuova, ispirata al gusto artistico del tempo: Vinzoni la progettò cambiandone l’orientamento, girando l’abside verso ovest.
Il vecchio edificio fu demolito: restano una colonna in pietra ricollocata all’esterno e una vasca circolare, forse l’antico fonte battesimale. Il grande cantiere per la nuova chiesa fu affidato all’architetto Scaniglia, supportato dal mastro costruttore Giovan Battista Storace; nemmeno operai e artigiani vennero arruolati a Groppoli: “non si può usare la manodopera locale – fu il commento dei committenti – perché i Groppolesi sono più attenti ad un vile animale [il maiale, ndr] e alle castagne che alla riparazione della loro chiesa”!
Il risultato è quello che ancora oggi possiamo ammirare: una chiesa costruita in campagna, ma tutt’altro che “di campagna”.

Paolo Bissoli