
In Provincia si stima un lieve aumento rispetto al 2021 ma resta ancora l’incognita della mosca olearia che potrebbe rovinare tutto. Coldiretti chiede di intervenire con l’insetto antagonista
Produzione in rialzo rispetto al 2021 (tra il 10% e il 20% in più) ma sempre in forte difetto rispetto ad un’annata media che si aggira intorno ai 12/13 mila quintali. Salva invece la qualità. Ad un mese di distanza dalla raccolta delle olive c’è un cauto ottimismo da parte degli olivicoltori locali che sono preoccupati per le conseguenze, sempre più diffuse e pesanti, della presenza infestante della cecidomia, soprattutto in Lunigiana e sulla Costa. A dirlo è Coldiretti Massa Carrara che prevede una raccolta in miglioramento, anche se a macchia di leopardo, sul territorio provinciale. “Se pur con differenze tra zona a zona, la prossima annata olivicola sarà decisamente migliore anche se molto lontana da quello che è il nostro potenziale produttivo. – spiega Francesca Ferrari, Presidente provinciale di Coldiretti – Gli olivi si sono ripresi rapidamente dopo mesi di assenza di precipitazioni e le piante si sono adattate molto bene in una situazione di forte stress idrico dimostrando una straordinaria resilienza. è stata una stagione molto complicata dal punto di vista agronomico e climatico che ci impone di correre rapidamente ai ripari perché estati come queste saranno sempre più frequenti con iniziative infrastrutturali, e penso agli invasi, ed agronomiche. L’olivicoltura per la nostra regione, e per il paese, è molto di più che la semplice produzione di cibo. è biodiversità, è turismo, è export”. Per l’olivicoltura non è stata certa una stagione facile. La fioritura degli olivi è stata abbondante e promettente in primavera ma l’arrivo delle prime fiammate termiche tra maggio e giugno, unito alla carenza idrica, hanno creato problemi. Le olive che hanno resistito sulle piante nelle settimane successive sono riuscite a riprendere vigore con le piogge di agosto anche se non sono mancati fenomeni estremi con grandinate e trombe d’aria.

A preoccupare ora gli olivicoltori sono gli attacchi tardivi della mosca olearia che il caldo ha tenuto lontane dagli olivi fino ad ora. “La cecidomia è una minaccia presente per la nostra olivicoltura soprattutto nelle zone di Fosdinovo, Licciana, Fivizzano come lo è la cimice asiatica sull’area costiera che sta creando molti problemi. Per far fronte a questi due nuovi killer dei nostri olivi abbiamo chiesto alla Regione Toscana di autorizzare la lotta biologica con il rilascio degli insetti antagonisti altrimenti nel giro di qualche anno i danni saranno ancora più pesanti – spiega ancora la Ferrari – La mosca, per ora, non si è sviluppata. La siccità, almeno in questo, ci ha aiutato non favorendo il suo proliferare. Questi quasi due mesi che ci dividono dalla raccolta saranno ora cruciali”. A pesare sul settore, che in provincia di Massa Carrara si sviluppa su circa 600 ettari, sono i rincari diretti e indiretti energetici che vanno dal +170% dei concimi al +129% per il gasolio nelle campagne mentre il vetro costa oltre il 30% in più dello scorso anno, ma si registra anche un incremento del 35% per le etichette, del 45% per il cartone, del 60% per i barattoli di banda stagnata, fino ad arrivare al 70% per la plastica. I costi dell’elettricità sono quintuplicati. La conseguenza – spiega Coldiretti Massa Carrara – è che scendono i ricavi delle imprese mentre il carrello della spesa delle famiglie registra aumenti dei prezzi al dettaglio per la maggior parte dei prodotti della tavola con l’olio extravergine che non farà eccezione e per il quale sono attesi forti rincari sugli scaffali in autunno. Per sostenere le produzioni nazionali, secondo Coldiretti e Unaprol, occorre un piano strategico per la realizzazione di nuovi impianti olivicoli con varietà italiane, risorse per contrastare l’aumento vertiginoso dei costi di gestione delle aziende agricole e realizzare nuovi sistemi di irrigazione ma servono anche opere infrastrutturali di manutenzione, risparmio, recupero e riciclaggio delle acque potenziando la rete di invasi sui territori, creando bacini e utilizzando anche le ex cave per raccogliere l’acqua piovana in modo da raccoglierla quando è troppa e gestirne l’utilizzo quando serve. E per sostenere le aziende italiane di scegliere un prodotto verificando attentamente l’etichetta, con le origini delle miscele non sempre ben visibili. (r.s.)