La statua stele Canossa tra anniversari e prospettive

Nella frazione del comune di Mulazzo i primi ritrovamenti sono avvenuti nel 1856. Poi la scoperta del 1972 e ora le nuove ricerche

Il paese di Canossa, territorio comunale di Mulazzo

Una serata di grande interesse quella di martedì 30 agosto a Groppoli, nella chiesa parrocchiale della Madonna di Fatima, sul tema dell’archeologia e incentrata sul ritrovamento della statua stele rinvenuta a Canossa sulla storia dell’evento nel cinquantesimo anniversario dei fatti ma anche sulle prospettive che interesseranno l’area. La dott. Marta Colombo, della soprintendenza archeologica, e il dott. Angelo Ghiretti, diretto del museo delle Statue Stele Lunigianesi nonché presidente della Deputazione di Storia Patria, hanno ricordato ai numerosi presenti gli antefatti dell ritrovamento della “Canossa” avvenuta nel 1972 ad opera di un gruppo di appassionati della neonata “Manfredo Giuliani”. Un a “scoperta” che univa casualità a ricerca consapevole: nell’area dell’attuale cimitero di Canossa, infatti, alla metà dell’Ottocento erano venuti alla luce resti di sepolture duranti alcuni lavori di bonifica.

La statua stele Canossa

A Ugo Follini, socio della “Manfredo Giuliani”, va il merito di aver trovato, all’inizio degli anni Settanta, una relazione conservata all’Archivio di Stato di Massa e redatta del 1856 da un funzionario del Ducato di Parma e Piacenza al quale il territorio apparteneva. Egli, scrivendo al Direttore del Museo di Parma, scriveva “alla sommità del colle nelle adiacenze di Canossa… da certo Giuseppe Bailini fu rinvenuto… un antico deposito sepolcrale di figura quadrilatera formato con quattro pietre laterali e uno sopra…”.
La sepoltura conteneva vasi, frammenti di ceramiche e di bronzo: reperti ritenuti di non grande importanza, ma oltre un secolo più tardi l’esistenza della tomba aveva incuriosito quel gruppo di giovani appassionati ispirati e guidati da Romolo Formentini. Nonostante fosse trascorso ben più di un secolo riuscirono ad individuare la posizione del sepolcreto ad alcune centinaia di metri dall’abitato di Canossa: pochi anni prima l’area era stata interessata da lavori per il metanodotto che pur non avendo coinvolto direttamente il sito probabilmente agevolò la scoperta della statua stele. La grande lastra di arenaria, infatti, affiorava in parte per il dilavamento del terreno, ma era ancora quasi completamente coperta da alcune decine di centimetri di terra. Notevole l’emozione dei presenti quando venne alla luce, acefala ma con quel pugnale infilato nel fodero che ne fa un reperto pressoché unico nel suo genere nella collezione visibile nel Museo ospitato nel castello del Piagnaro.
Nella serata di Groppoli la dott.ssa Colombo ha ripercorso la storia del ritrovamento, richiamando il recente scavo condotto proprio nel sito: dopo 166 anni una nuova indagine ha portato a conferme e a nuovi spunti ed altre esperienze saranno condotte nell’area nel prossimo futuro. Anche perché qui a Groppoli si nasconde un piccolo mistero ancora da svelare: un masso di pietra ancora in sito nascosto tra i boschi nel quale sarebbe stata sbozzata una testa di statua stele mai portata a termine. Inoltre va sottolineato che da tempo il dott. Ghiretti ha avviato una campagna sistematica di scavi che prevede di tornare nei siti dei rinvenimenti con particolare attenzione a quelli lungo la viabilità antica e nei pressi dei guadi: questo di Groppoli, infatti, segue quelli che erano stati condotti a San Cristoforo di Gordana, a Pontevecchio di Fivizzano e precede l’indagine che tutti attendiamo nell’area compresa tra l’Annunziata e Monte Galletto (dunque in corrispondenza del guado di San Lazzaro ancora praticato nel Medioevo) dove è venuta alla luce la testa di statua stele di recente collocata nel Museo.

Paolo Bissoli