Esame anticontagio per la scuola che riapre

Abbiamo chiesto alla dott.ssa Silvia Cecchetti, pediatra, una riflessione in vista del nuovo anno scolastico e sull’organizzazione del servizio in Lunigiana

Alla vigilia dell’inizio del nuovo anno scolastico non solo libri e zainetti ma, come accade da due anni a questa parte, riflessioni sulla situazione della pandemia da Covid-19. Le indicazioni diffuse a livello nazionale dal Ministero e dall’Istituto Superiore di Sanità, pur diverse per grado di scuola, evidenziano un allentamento delle misure anticontagio e, di conseguenza, qualche preoccupazione in merito emerge soprattutto nelle famiglie e tra alcuni dirigenti scolastici e insegnanti. In generale si potrà restare a scuola solo se non si hanno sintomi, ma le mascherine saranno solo per i soggetti fragili e quelli raffreddati, con igiene delle mani, sanificazione periodica e ricambi d’aria frequenti. E in Lunigiana? Con quale situazione epidemiologica ci si avvicina alla riapertura delle scuole? Lo abbiamo chiesto alla dott.ssa Silvia Cecchetti, studio medico a Pontremoli e che segue circa 900 bambini e ragazzi in alta Lunigiana. “Al momento la situazione è ben gestibile – spiega la pediatra – registriamo qualche caso di positività al virus, ma senza o con piccole problematiche. Inoltre per chi ha contratto il virus non si segnalano conseguenze di effetti collaterali dopo la guarigione”.

L’estate ha aiutato anche a superare i piccoli problemi psicologici innescati dall’aver contratto il virus o dalle limitazioni che si sono protratte per tutto l’anno scolastico passato; e in questi ultimi giorni che precedono il ritorno a scuola si respira ancora un’aria di vacanza che fa rimandare il pensiero di eventuali problemi ad un futuro peraltro ormai prossimo. “Quello che succederà nel periodo autunno/inverno è davvero poco prevedibile – continua la dott.ssa Cecchetti – con le nuove prescrizioni e il conseguente allentamento delle misure di prevenzione, dalle mascherine all’isolamento. Vedremo. Il mio consiglio alle famiglie è quello di tenere sempre sotto controllo la salute del bambino, senza mai sottovalutare anche piccoli sintomi che sono da trattare a casa e da testare sempre con l’effettuazione di tamponi”. Se prudenza e attenzione nei comportamenti sono comunque sempre buona norma, qualche comunicazione è attesa anche sul fronte della vaccinazione: al momento non ne sono giunte, neppure per l’anti influenzale, ma dovrebbe essere solo questione di tempo.

Immagine d'archivio di una pediatra
Immagine d’archivio di una pediatra

Alla dott.ssa Cecchetti abbiamo anche chiesto quale sia la situazione della disponibilità numerica dei pediatri di libera scelta nel territorio, anche in considerazione del recente ritiro dal servizio della dott.ssa Enrica Quiligotti, per lunghi anni pediatra titolare nell’area della Lunigiana settentrionale. “Al momento, con il pensionamento della dott.ssa Quiligotti sono rimasta la sola pediatra titolare per i comuni dell’Alta Lunigiana – spiega la dott.ssa Cecchetti – anche se è stata inserita con un incarico per alcuni mesi una nuova figura, la dott.ssa Caterina Quiligotti”. In seguito è dunque auspicabile che venga nominato un nuovo pediatra titolare. Anche nella Lunigiana centrale la presenza stabile di tre pediatri titolari dovrebbe garantire il consueto servizio ancora almeno per tutto il prossimo anno, dopo di che si dovrebbe porre il problema della sostituzione dei due in vista di pensionamento. Numericamente, insomma, la situazione sembra essere sotto controllo e comunque migliore di quella dei medici di medicina generale visto che in alcune zone del comprensorio si segnalano difficoltà in vista con il susseguirsi dei pensionamenti. Fatto che ha spinto Regione e ASL a dare la facoltà ai medici di famiglia di aumentare il numero dei propri assistiti da 1500 a 1800. Una possibilità di deroga che in futuro potrebbe coinvolgere anche i pediatri (oggi il numero massimo è fissato a 900), come già accade in altre zone del territorio regionale. Tenendo però conto di un fatto: se nella fascia di età da 0 a 6 anni è previsto l’obbligo di far seguire il bambino ad un medico pediatra, già nella fascia 6-14 anni la famiglia ha anche la possibilità di scegliere un medico “per adulti”, mentre tra i 14 e i 16 anni il pediatra può continuare a seguire il paziente solo in presenza di particolari situazioni come ad esempio una malattia cronica. (p. biss.)