Fuoco acqua terra

Domenica 14 agosto – XX del tempo ordinario
(Ger 38,4-6.8-10 – Eb 12,1-4 – Lc 12,49-53)

“Sono venuto a gettare fuoco sulla terra”, “ho un battesimo nel quale sarò battezzato”: fuoco, terra, acqua: Gesù nelle parole dirette e appuntite del Vangelo di oggi prende tra le labbra gli elementi fondamentali del cosmo: fuoco, terra, acqua come a voler ridisegnare da capo una nuova creazione. Una umanità ri-creata a partire da tutto ciò che sta a fondamento del creato.
Un fuoco creativo da gettare tra le nostre strade, un fuoco che prende vita da un desiderio bruciante, incontenibile: “come vorrei che fosse già acceso”. Alla radice dell’umanità nuova secondo Gesù non sono quindi gli elementi ma un desiderio. Il bruciante desiderio di Dio, il desiderio di un Dio che brucia di amore per l’umanità, il desiderio di un Dio che ha passione per l’uomo, lo stesso desiderio che ha plasmato il primo uomo, che ha ordinato il cosmo, che ha creato mari e deserti e montagne. Lo stesso fuoco che bruciava un roveto senza consumarlo, a dire che l’amore di Dio non annienta e che mai si esaurisce in cenere.
Tutto comincia con un desiderio incontenibile, sempre. Gesù riparte anche oggi da un desiderio come a dirci che la nostra fede o brucia di passione per l’uomo o non è. Come a ricordarci che se il nostro cuore non brucia di passione muore. Se la nostra storia non si lascia incendiare dalle passioni non è più storia. E per noi, per il nostro cristianesimo sempre un po’ stanco, questa è parola che fa male ma che può portare anche nuovo coraggio. Un cuore che brucia di passione per l’uomo. Che non rimane indifferente alle tragedie che anche oggi fanno scorrere sangue sulle nostre terre, che non rimane distante dal travaglio di un’umanità spesso smarrita, che si lascia toccare dai bisogni e dalle richieste dei fratelli che ci camminano accanto. Le parole di oggi cono invito a lasciarci di nuovo incendiare di passione per la terra. Per la vita. E tutto con una urgenza d’amore incontenibile.
Le prime parole del vangelo di oggi ci portano a chiedere per le nostre storie la bellezza del desiderio bruciante. Desiderio di una fede che sia fuoco che scalda, purifica, illumina, scuote. Desiderio di vivere la fede come qualcosa di sconvolgente, totalizzante: bruciante. Bruciante desiderio di una creazione nuova, di una umanità nuova. Bruciante desiderio di essere diversi, bruciante desiderio, in fondo, di innamorarsi ancora. Ecco, forse è proprio questo che siamo chiamati a chiedere oggi: abbiamo bisogno di innamorarci ancora, di sognare e perdere sonno, di emozionarci e di sentire la nostalgia degli amanti, di soffrire e gioire, di essere vivi d’amore. E anche la nostra fede cambierebbe volto.

Don Alessandro Dehò