La conservazione e valorizzazione  della Biblioteca del Seminario di Pontremoli

Grazie all’8xmille

I beni ecclesiastici, assieme ai luoghi di culto, siano essi storico-artistici o archivistico-librari, rappresentano un punto di riferimento per le comunità e costituiscono un patrimonio da preservare e valorizzare. In questo settore di intervento, le finalità dei contributi provenienti dall’8xmille sono varie, e spaziano dall’inventario informatizzato dei beni artistici e storici al censimento delle chiese, dalla dotazione di impianti di sicurezza al sostegno ad archivi, biblioteche e musei diocesani a interventi di restauro e consolidamento degli edifici fino al restauro degli organi a canne di interesse storico.
Grazie alla scelta dei contribuenti, ogni anno con una semplice firma alla Chiesa Cattolica nella dichiarazione dei redditi, si finanziano progetti di restauro e costruzione non solo di chiese e monumenti, ma anche di istituzioni e realtà che toccano da vicino la vita dei territori. Come di può leggere dal Rendiconto presente sul web, nel 2021 in Italia sono stati finanziati oltre 2.262 progetti per un totale di quasi 170 milioni di euro, nel settore dell’edilizia di culto e beni culturali. Nello specifico per l’ambito della conservazione e della consultazione di archivi, musei e biblioteche, la somma erogata ammonta a oltre 8 milioni di euro.
Tra questi c’è la Biblioteca del Seminario di Pontremoli, luogo della memoria di un terra situata tra il Passo della Cisa e l’Alta e Media Valle del Magra, la cui origine storica ricalca le vicende della fondazione della Diocesi di Pontremoli, avvenuta alla fine del XVIII secolo.
La dotazione iniziale della Biblioteca, infatti, era costituita dal Fondo dell’antico Convento dei Frati minori. Successivamente il patrimonio librario si è arricchito notevolmente grazie ai lasciti e alle diverse donazioni, sino alla costituzione del suo attuale preziosissimo Fondo Antico, comprendente un numero notevole di incunaboli e “cinquecentine”, libri a stampa in diverse edizioni curate da stampatori del ‘500, oltre ad una ricca sezione di storia locale. 
“Punta di diamante” è senza dubbio l’Hortus siccus, un erbario secco del XVIII secolo, con legatura in pergamena e compagine cartacea, che reca campioni essicati della flora dell’alta Lunigiana, con cartigli riportanti le didascalie in Latino delle specie conservate. Il volume è appartenuto alla famiglia Briganti Cortesi del paese di Caprio, acquisito negli anni Cinquanta a seguito di una donazione.
Oggi è sede della Biblioteca diocesana e per l’anno 2021 il contributo derivante dall’8xmille ammonta a circa 12.000 euro. Questa struttura risponde alle esigenze formative del territorio attraverso un Centro culturale polivalente, dotato di Sale di studio e consultazione, postazioni Internet, e “Quadri-folio” s.a.s un laboratorio qualificato di Conservazione e Restauro di Beni Archivistico-Librari. 
“Al di là dei volumi in essa conservati – ha detto Elisa Battilla, bibliotecaria conservatrice – tutta la Biblioteca custodisce la memoria collettiva di un territorio, perché le donazioni sono state effettuate da numerose famiglie, per cui si viene a comporre come un ‘puzzle’ delle librerie locali, che costituisce uno spaccato della storia locale”. 
Sentirsi parte di una storia e contribuire perché questa storia prosegua, è allo stesso tempo valore ma anche impegno per ciascun contribuente, che intende essere cittadino consapevole delle proprie responsabilità.    
(df)