
Quella del prof. Baroni incentrata sulla Via del Volto Santo, mentre la relazione di Pasquali si è soffermata sulle sue scalate tra le vette più alte del mondo.
Tra le numerose iniziative del Corso di storia locale organizzate dal Comune di Fivizzano due hanno suscitato un particolare interesse, per motivazioni diverse, seppur riconducibili, entrambe, al desiderio delle persone di porsi in cammino, per visitare luoghi sconosciuti, ma di forte richiamo paesaggistico, storico, culturale: le conferenze del prof. Fabio Baroni e del dottor Luciano Pasquali, tenute nel Museo degli Agostiniani il 21 ed il 26 giugno. Il prof. Baroni ha rivisitato in maniera coinvolgente la storia del percorso, meglio dei percorsi, della Via del Volto Santo da Pontremoli a Lucca, partendo dall’idea che ha dato origine alla loro individuazione fino allo stato dell’arte attuale e alle “prospettive future”, come si leggeva nel titolo. Il cammino della sua “ricostruzione” risale agli inizi degli anni Novanta del secolo scorso, con studi approfonditi, ricerche accurate, scavi, convegni, con l’individuazione dei segni, dipinti e statue, presenti nei tanti luoghi toccati dai sentieri percorsi dai pellegrini, da Pontremoli a Lucca, attraverso numerosi paesi della Lunigiana e della Garfagnana (Rocca Sigillina, Licciana, Pontebosio, Olivola, Soliera, Moncigoli, Fivizzano, Turlago, Codiponte col suo trittico, Reusa, Castiglioncello, Regnano, Tea con l’ospitale, Giuncugnano, San Michele, Piazza al Serchio Castelnuovo,….ed altri ancora, fino a Lucca, un tempo grande centro commerciale, che utilizzava gli stessi sentieri per i suoi traffici e che aveva come simbolo il Volto Santo). Si può dire che i sentieri oggi siano in grado di essere percorsi sia a piedi, fatti dal CAI, che in bicicletta, fatti dall’Associazione EPIC, e che le carte differenziano quelli pedonali col colore viola e quelli in bici col colore blu.
Si tratta, in sostanza, di una rete di sentieri molto articolata, nella quale confluiscono anche vie collaterali, come la Via Matilde di Canossa e di Toscana, da Pradarena a Piazza al Serchio, e il cammino di Santiago di Compostela, che tocca Camporgiano, Molazzana, Gallicano. La cartellonistica, collocata nei punti strategici del cammino, consente di avere indicazioni precise sulle rotte da seguire, sui punti di accoglienza e sosta (uno è stato inaugurato recentemente in piazza Medicea a Fivizzano, che il Comune capofila del Progetto della Via del Volto Santo. Informazioni dettagliate sono fornite anche dai Qr Code dei pannelli del progetto PIT TEA e PIT APUANE. Vi si può anche leggere la storia immaginaria di un pellegrino che, nel 1768, raggiunge Lucca partendo da Pontremoli. Tutte le sigle citate dimostrano che la Via del Volto Santo, in tutte le sue articolazioni, è al centro di una prospettiva di sviluppo turistico sostenuta dall’Unione dei Comuni, lunigianesi e garfagnini, dalla Regione, dal Parco delle Apuane, dal Gal, dalle associazioni ambientalistiche del territorio, anche perché non sarà facile mantenere i sentieri in condizioni tali da essere sempre percorsi. è giusto riconoscere che grande merito per questi risultati va all’impegno competente del prof. Baroni. Non meno interessante è stata la conferenza del dottor Pasquali, che ha raccontato con il supporto di splendide fotografie, i suoi viaggi, vere e proprie scalate assistite fino a sei-settemila metri di altitudine, sulle alte montagne del Nepal e del Tibet, nel 2007, e in Colombia, nel 2015. La sua piacevole narrazione non si è limitata a commentare le bellezze dei paesaggi montuosi, le difficoltà incontrate nelle salite e nelle discese, la gioia per i traguardi raggiunti, ma si è intrattenuta a lungo nel mostrare e nel mettere in evidenza le condizioni di vita delle popolazioni di quei luoghi, le loro usanze, la loro religiosità. Una vera lezione di geografia fisica e, soprattutto, umana, da ripetere nelle scuole.
Andreino Fabiani