Nuovi scenari politici in Colombia

Il leader della sinistra Gustavo Petro vince il primo turno delle presidenziali

Gustavo Francisco Petro Urrego, 62 anni

La Colombia si è ritrovata in uno scenario politico nuovo, caratterizzato da una partecipazione buona (55%, il dato più alto degli ultimi vent’anni) alle elezioni presidenziali, anche se tra molte violenze e tensioni. Il ballottaggio del 19 giugno sarà tra il leader della sinistra Gustavo Petro e il “Trump” della politica colombiana, Rodolfo Hernández, spuntato dal nulla in poche settimane. Questa rivalità ha creato, fin dal primo turno, una forte contrapposizione che ha coinvolto anche i cattolici. Confermando le previsioni dei sondaggi, Petro è al comando con il 40,32% dei consensi. Per la prima volta in duecento anni di storia, quindi, la sinistra ha concrete possibilità di conquistare il Governo del Paese.

Rodolfo Hernández, sindaco di Bucaramanga, ha ottenuto il 28,15% dei voti. Da personaggio di rottura, ha condotto una campagna elettorale all’insegna di un populismo “trumpiano”, fatto di eccessi verbali e di promesse di lotta alla corruzione, superando nell’ultima settimana Federico “Fico” Gutiérrez (23,91%), già sindaco di Medellín, proposto come candidato della destra dopo il disastro del Governo del presidente uscente Iván Duque.
Quelle di domenica scorsa sono state le prime elezioni senza un candidato “ufficiale” del “padrone” della politica colombiana dell’ultimo ventennio, Álvaro Uribe. È la fine di un’epoca. A colmare il vuoto non è stato 
Gutiérrez ma Hernández e così, dopo Perù e Cile, il Sudamerica si appresta a vivere, pur in contesti diversissimi, il terzo ballottaggio consecutivo tra ali estreme. La capitale Bogotá e le periferie del Paese sono con Petro, le zone montuose interne con Hernández, che ha già incassato l’appoggio di Gutiérrez al ballottaggio. Se il richiamo anti-comunista al Paese “profondo” funzionerà, il “Trump colombiano” sarà presidente.
Tutti sono in attesa di Petro e del messaggio con il quale cercherà di conquistare i voti moderati. Un ruolo importante è rivestito dalla candidata vicepresidente, Francia Márquez, leader afro del martoriato occidente. Il leader della sinistra è un politico navigato, già arrivato al ballottaggio 4 anni fa. Prima ancora, è stato sindaco di Bogotá. Nettamente di sinistra, con un’iniziale e breve esperienza nella guerriglia del gruppo M19, smobilitato nel 1990, negli ultimi anni ha ammorbidito la sua proposta. 
La Colombia ha l’opportunità di rompere una tradizione lunghissima, che ha dato vita a un sistema di concentrazioni di terra nelle mani di pochi che non ha probabilmente uguali in tutto il resto del mondo, frutto dell’alternanza tra conservatori e liberali fin qui registrata. La vittoria di Petro potrebbe portare importanti novità sul tema della terra, su quello delle coltivazioni alternative al narcotraffico e sul controllo dei territori periferici, oggi in mano alla guerriglia o ai paramilitari.          
 (B.D. – Agensir)