Meteo 2021: anno dall’inizio eclatante e dal prosieguo più anonimo

Rapporto annuale dell’osservatorio meteorologico di Pontremoli. Il 2021 è stato caratterizzato da precipitazioni frequenti e abbondanti per tutto l’inverno e a primavera inoltrata. In campo termico, pur confermando la tendenza al riscaldamento, si piazza non oltre la 14esima posizione nella serie ormai quasi centenaria. Tepori record a fine febbraio e fine marzo hanno preceduto la forte e dannosa gelata dell’8 aprile.

Una suggestiva immagine che certifica l'abbondante nevicata del gennaio 2021: la chiesetta al passo del Cirone coperta di neve, (Foto "Lunigiana World")
Una suggestiva immagine che certifica l’abbondante nevicata del gennaio 2021: la chiesetta al passo del Cirone coperta di neve, (Foto “Lunigiana World”)

Nello stendere il solito commento relativo all’annata che si appena chiusa, è spontaneo tornare a scorrere le tante anomalie che avevano punteggiato il 2020 e che tendono a sfuggire pure alla memoria di chi veglia quotidianamente alle misure e alle osservazioni. Il 2021, in effetti, si è comportato in maniera più tranquilla rispetto all’anno bisesto che lo aveva preceduto. Non si sarebbe mai detto, certo, viste le premesse: basti richiamare alla mente le eccezionali coltri nevose che avevano sepolto l’Appennino nella prima metà di gennaio e le continue, copiose precipitazioni andate avanti da dicembre 2020 fino alla prima parte di febbraio 2021. Un tale spiegamento di forze atmosferiche doveva aver impietosito marzo, il quale, lungi dal rincarare la dose con la sua proverbiale “mattità”, si alleava con febbraio che, dopo aver raggelato il clima per pochi giorni a metà mese, aveva sfoggiato vesti favoniche e piacevolissime nel finale. In sintesi, due primati nuovi di zecca con pomeriggi caldi sia a fine febbraio sia, di nuovo, a fine marzo.

La neve al Passo della Cisa (foto Walter Massari)
La neve al Passo della Cisa (foto Walter Massari)

Quindi, tutto bene e stagione in discesa verso corone di fiori alla Botticelli per l’incipiente primavera? Ahinoi no, visto che ad aprile arrivava la legnata con una drastica svolta e aria di tutt’altra origine. La campagna, che si era rimessa in pari grazie al sole marzolino, riceveva una cenciata piuttosto dura. La secchezza dell’aria fredda affluita il 6 e 7, depositandosi al suolo, determinava la intensa gelata della notte e mattino dell’8 aprile, quando punte minime fin sotto i -5°C venivano registrate in aree extraurbane (-4,2°C a Pontremoli). Le piogge riprendevano, poi, a cadere lungo i mesi di aprile e maggio, con frequenza ed entità solo di poco superiori alla norma, ma abbattendo l’eliofania, è ovvio, così da sancire una primavera fin troppo generosa di sole alla partenza e più avara nel prosieguo. La stagione estiva si è svolta all’insegna di calura oltre la regola, come avviene ormai sempre più spesso, e a mostrarsi più zelanti in tal senso sono stati giugno e agosto, mentre luglio ha accusato una battuta d’arresto per buona parte della decade centrale con aria più fresca, rovesci e temporali. L’autunno è trascorso senza passaggi perturbati di particolare gravosità, alla resa dei conti, anche quando le allerte meteo hanno giustamente messo sull’avviso i cittadini. Un dicembre senza particolari sussulti, ma più vivace in avvio (con un salutino da parte della neve anche a quote basse) che in chiusura, ha decretato la fine dell’anno 2021.

In fatto di temperatura, mesi più freddi del normale, rispetto al nuovo periodo di confronto 1991-2020, sono stati, in maniera più tenue, gennaio (scarto -0,5), ottobre (-0,3) e dicembre (-0,2), mentre scarti più marcati si sono notati in maggio (-1,6) e aprile (-1,0). I restanti mesi, tutti in surplus, risultano oltre i canoni con scarti positivi di pochi decimi in marzo, luglio, agosto e novembre, fino a +1,1 in giugno, +1,5 in settembre e +2,2 in febbraio. La temperatura media annuale (13,1°C) supera di appena 0,2°C quella di riferimento del trentennio 1991-2020, proprio perché è cambiato il termine di confronto al ‘giro’ di decennio e in periodo di costante mitigarsi del clima; è da notare che lo scarto rispetto al 1981-2010 segna invece un +0,7, divario che supera agevolmente 1°C rispetto alle più fredde annate della nostra gioventù qualora si accostassero le medie attuali a quelle del 1961-90 o 1971-2000! Hanno contribuito all’anomalia esclusivamente le temperature massime (in eccesso di 0,5°C), a fronte delle minime pressoché nella norma. Il massimo assoluto si è verificati il 14 agosto con un torrido pomeriggio a 37,0°C; il minimo assoluto, un non disprezzabile -7,6°C, appartiene al 15 febbraio. La notte estiva più tiepida, quella del 13 agosto, ha visto una minima di 19,9°C. Le ore diurne più fredde si sono realizzate il 13 febbraio con una temperatura massima di appena 1,5°C sotto la sferza di una rigida tramontana. Pure le medie diurne più bassa e più alta coincidono con i citati episodi metà febbraio e di metà agosto. I dati relativi alle precipitazioni, come di consueto, mostrano forti contrasti. Più piovosi del normale, oltre a gennaio con oltre il doppio della ‘dose’ canonica, e a settembre, si notano aprile e maggio, che alla buona quantità hanno unito pure una discreta frequenza degli episodi. Esigui, d’altro canto, gli apporti di marzo (appena il 10% del totale normale), giugno, agosto e ottobre. Prossimi al livello loro consono si sono comportati febbraio, luglio, novembre e dicembre. Il totale annuo è pari a 1642,6 mm, di circa 90 mm inferiore alla norma secolare (in termini percentuali, il 5% di pioggia in meno del dovuto): essendo le precipitazioni elemento del clima con variazioni marcate fra un anno e l’altro, il modesto scarto negativo fa annoverare il 2021 nell’ambito della normalità pluviometrica. La frequenza dei giorni con precipitazioni pari o superiori a 1 mm tocca quota 99, contro i 107 delle attese. La durata annua complessiva della pioggia (713 ore) è superiore alla norma e da ciò consegue una intensità media oraria in genere moderata. Apporti considerevoli in 24 ore hanno interessato il 16 settembre, giorno più piovoso dell’anno con 98,6 mm; segue al secondo il 22 gennaio con i suoi 95,2 mm, poi altre tre giornate che hanno superato la soglia dei 70 mm: l’11 aprile, il 26 settembre e il 1° novembre. Su base oraria, invece, nessuna punta di nubifragio da annotare poiché il massimo in 60’ non è andato oltre i 26,6 mm occorsi tra le ore 7 e le ore 8 del 16 settembre.

L’eliofania totale raggiunge 2200,8 ore, circa una quarantina in più delle aspettative; il dato è specularmente coerente con l’indice annuale di nuvolosità, 5,1 decimi, lievemente in difetto sulla media quarantennale, pari a 5,2 decimi. I mesi più nuvolosi, novembre, gennaio e maggio, hanno presentato una media superiore a 6 decimi, mentre il mese che ha visto il cielo più sgombro è stato marzo con 3,8 decimi. Su base mensile, il soleggiamento non ha brillato in gennaio, febbraio, maggio e novembre, mentre si è rivelato assai generoso in marzo, giugno e ottobre; più fedeli alle rispettive potenzialità si sono comportati i restanti mesi. Da rilevare, a dispetto delle giornate via via più lunghe, lo scarso progresso avvenuto nel trimestre primaverile, dovuto all’incremento della nuvolosità manifestatosi tra marzo e maggio. Il 24 giugno, il sole ha illuminato Pontremoli per 13 ore e 18 minuti, punta massima di eliofania assoluta dell’anno. In totale, 64 i giorni in cui il sole non è riuscito neppure a fare un effimero saluto. Lo stato del cielo vede una statistica finale di 105 giorni in prevalenza sereni, 157 misti e 103 in prevalenza coperti. Una menzione per i 14 giorni sereni di ottobre, mese che ne ha dispensato di più, con grande invidia di maggio, capace di appena 4 belle giornate da mane a sera. L’umidità relativa, nella sua media annua (74,7 %), è di circa tre unità percentuali superiore ai canoni climatici nostrani. Dicembre, come nel 2020, si è assicurato il titolo di mese più umido dell’anno; la minore umidità media spetta invece a marzo. Il giorno più umido, il 27 dicembre, gli igrometri si sono tenuti in media sul 99,5%. Nel giorno più asciutto, il 7 aprile, l’umidità relativa si è invece assestata mediamente sul 28,5% in compagnia di un vento da Nord davvero crudo per la stagione. Lo stesso giorno, così come avvenuto pure il 26 gennaio, si è realizzata la punta minima di umidità relativa, scesa al 10% nelle ore del primo pomeriggio il 26 gennaio e nel tardo pomeriggio del 7 aprile.

La tabella climatologica che riassume i principali dati del 2021 raccolti dall'osservatorio metereologico di Pontremoli
La tabella climatologica che riassume i principali dati del 2021, raccolti dall’osservatorio metereologico di Pontremoli

La pressione atmosferica presenta una media annuale (1015,4 hPa) del tutto coerente con il livello barico tipico del nostro clima. Il minimo delle medie mensili, 1012,1 hPa, cade in gennaio anziché in aprile; depresso anche luglio, con media di appena 1012,2 hPa. I massimi spettano a febbraio e a marzo (anziché a gennaio), quasi identici a 1019,9 e 1019,8 hPa di media. I barometri giungono, la notte del 15 febbraio, fino a 1041,3 hPa. Tre settimane prima, il 23 gennaio, una profonda depressione aveva toccato un minimo di 990,7 hPa, minima assoluta annuale. Il vento presenta una media annuale della velocità (6,8 km/h) di pochissimo inferiore alla climatologia venticinquennale. Dicembre conquista la palma di mese meno ventilato dell’anno (4,4 km/h), praticamente pari merito al più affezionato settembre (4,5 km/h); spetta a novembre, insolitamente, la qualifica di mese più agitato con una media di 9,5 km/h. Elevata rispetto al consueto pure la media di 8,7 km/h ‘stampata’ da maggio. La velocità massima istantanea si registra il 10 gennaio: impetuose raffiche da Nord, poco dopo le ore 18, fanno registrare all’anemometro 65 km/h . La velocità massima oraria più elevata è del pomeriggio del 6 marzo: durante un’altra incursione della tramontana, il percorso del vento è di 30 km fra le ore 13 e le 14. Giorno più ventoso è il rigido 13 febbraio, con tramontana alla velocità media di 21,6 km/h (raffiche fino a 61 km/h). Il l0 aprile si distingue come giorno più calmo (velocità media del vento 0,4 km/h), curiosamente in primavera anziché, come accade di solito, in autunno inoltrato o inizio inverno. Si contano 33 giorni con vento forte, dato inferiore alla norma, e 20 di calma (velocità media <2 km/h). Alcune avarie della strumentazione elettronica nei primi mesi dell’anno e la messa a riposo dell’anemografo meccanico in agosto, con grande rammarico e dopo 27 anni di onorato servizio, rendono ancora incompleto lo spoglio dei dati relativi all’altra importante componente del vento, la direzione di provenienza. Infine, ecco la frequenza dei diversi fenomeni osservati durante il 2021, a cominciare dai temporali: solo 18 (la metà dello scorso anno) gli eventi distribuitisi nelle quattro stagioni con massimo netto in autunno, che ne ha contati 13. Tre gli episodi di grandine, debole il 17 maggio e 10 giugno e moderata il 28 novembre. Tenui imbiancate da parte della neve si sono viste giusto il 12 febbraio e il 10 dicembre, mentre la neve tonda o graupel è comparsa con le caratteristiche forme pallottolari il 28 novembre nelle ore successive a quelle interessate dalla grandine. Diversi gli effimeri episodi di pioggia mista a neve o di breve nevicata senza accumulo al suolo. La nebbia ha fatto la propria comparsa in 19 giorni con massimo di 6 volte in febbraio e 5 in dicembre. I giorni con gelo sono stati 44 (max 18 in dicembre), dato appena inferiore alla norma che si colloca intorno a 50. Più frequenti le brinate, in numero di 53. Anche la durata del gelo (temperatura <0°C), pari a complessive 320 ore, si è tenuta sotto la norma, che ne prevede circa 380. Altri dati e curiosità sono riportati nello specchietto ‘dei più e dei meno’.

(Maurizio Ratti – responsabile dell’osservatorio)