Fondata a Milano il 7 dicembre 1921 da padre Agostino Gemelli, in un contesto politico e sociale particolarmente complesso. Partita con le facoltà di scienze filosofiche e sociali, oggi ne conta tredici tra Milano, Brescia, Piacenza e Roma
Siamo prossimi alle celebrazioni per i cento anni della Università Cattolica del Sacro Cuore, fondata a Milano il 7 dicembre 1921 da padre Agostino Gemelli dei Francescani Minori. In contrasto col materialismo positivista nella seconda metà dell’Ottocento tutte le correnti culturali cattoliche avevano sostenuto il progetto di istituire un’Università Cattolica. Un promotore molto attivo e garante era Giuseppe Toniolo col suo Istituto di Studi Superiori; uomo di spicco della dottrina sociale della Chiesa, in punto di morte nel 1918 raccomandò di realizzare il progetto.
L’Università Cattolica ebbe approvazione dal ministro dell’educazione e filosofo Benedetto Croce, lo Statuto e i titoli di studio ebbero riconoscimento legale dallo Stato nel 1924. Padre Gemelli fece nascere un’istituzione che da un secolo è forza viva nella Chiesa e nella società italiana. Il momento politico e sociale era particolarmente complesso e conflittuale, quasi da guerra ideologica, se non anche civile.
La sede di Milano dell’Università Cattolica
Lo storico cattolico Pietro Scoppola nella sua analisi molto approfondita dà rilievo all’impossibilità contingente di trovare un accordo tra “il massimalismo passionale che dominava i dirigenti socialisti, oltre che per lo spirito anticlericale e irreligioso del socialismo stesso” e la “preoccupazione di un avvenire denso di incognite”, di cui si dichiarava consapevole Don Luigi Sturzo segretario del neonato Partito Popolare.
C’era poi da lungo tempo la spaccatura tra cattolici intransigenti o “integristi” – “ancorati ad un assurdo sogno di ritorno al passato” per contrastare il socialismo ma anche gli aspetti positivi della rivoluzione liberale moderna – e cattolici aperti all’azione sociale e sindacale. Con queste divergenze di pensiero e di azione, senza una conciliazione tra Stato e Chiesa, con le lacerazioni non ancora rimarginate portate dal “modernismo” di don Romolo Murri e le strumentalizzazioni dell’insorgente fascismo squadrista e patriottardo, c’era davvero bisogno dentro il mondo cattolico di un’istituzione universitaria per un lavoro di formazione e di maturazione culturale e politica, autonoma dall’indirizzo dell’Autorità ecclesiastica, che fosse la risposta della cultura cattolica alla laicizzazione dell’insegnamento superiore.
Padre Agostino Gemelli, “il Machiavelli di Dio”
Padre Agostino Gemelli (1878 – 1959)
Fondatore e rettore fino alla morte nel 1959, Agostino Gemelli, nato nel 1878, fu un uomo difficile, G. Cosmacini in un saggio lo disse “il Machiavelli di Dio”. Milanese di famiglia agiata laica, laureato medico, deluso dal pensiero positivista e dalle esperienze dei socialisti, si convertì al cattolicesimo, ordinato sacerdote si fece frate francescano. Il momento più critico viene quando nel 1938 su “Vita e pensiero” pubblica articoli che giustificano, sia pur parzialmente, la politica antisemita fascista, basata su un “antiebraismo spiritualista” contro i Giudei ritenuti ancora in linea con le loro motivazioni della crocifissione di Cristo, ben diverso dall’antiebraismo biologico dei nazisti.
L’adesione al Manifesto degli scienziati razzisti del 25 luglio 1938 è dubbia, anche se padre Gemelli al funerale di Felice Momigliano, grande ebreo, nella forma di un’interrogativa retorica ipotizzava che il mondo sarebbe andato meglio se fossero spariti tutti gli ebrei, meglio ancora se prima si fossero battezzati. Un antisemitismo dunque di matrice soltanto religiosa, lo prova il comportamento sempre di aiuto e cura verso gli ebrei durante la guerra, riconosciuto dalla commissione di epurazione.
Di recente la storica Anna Foa ebrea riconosce che padre Gemelli fu unico, almeno fra alti prelati e laici legati alla Chiesa che appoggiarono la linea razzista, a tentare una mediazione politica col regime a sostegno degli ebrei. Osserva inoltre con criterio storicistico che le chiare condanne dell’antisemitismo, oggi condivise da tutte le persone democratiche, non erano allora molto sostenute. Ci vollero l’orrore e la divulgata conoscenza dei campi di sterminio e le aperture del Concilio Vaticano II a far maturare una cultura solidale con la nazione ebraica. Un uomo difficile padre Gemelli, ma certamente un intellettuale di grande valore e un tenace uomo di fede. (m.l.s.)
L’Università Cattolica a Piacenza
L’Università partì con le due facoltà di scienze filosofiche e sociali, progressivamente sono arrivate a tredici con corsi di laurea in tutte le discipline e scuole di specializzazione. La sede centrale è a Milano nel ristrutturato e ampliato monastero cistercense con due chiostri bramanteschi attiguo alla basilica di Sant’Ambrogio.
Nel 1949 sorse la facoltà di agraria a Piacenza; nel 1958 fu inaugurato il Policlinico Gemelli, eccellenza della medicina italiana; a Brescia la Cattolica ha le facoltà di Magistero, di scienze matematiche, fisiche e naturali e l‘Istituto Superiore di scienze religiose. Le biblioteche delle sedi universitarie sono ricchissime, molto aggiornate, possiedono anche fondi speciali. La rivista ufficiale è “Vita e pensiero” fondata da padre Gemelli.
Nel suo percorso la Cattolica ha affrontato situazioni critiche, inevitabili perché innestate dentro le dinamiche della società. Vi scoppiò la prima scintilla della contestazione del Sessantotto il 15 novembre 1957 contro l’aumento della retta universitaria, intervenne più volte la polizia, arrestati una sessantina di studenti tra cui il leader Mario Capanna, che si aprirà una carriera politica su posizioni radicali di sinistra. Una situazione di crisi interna si creò con Emanuele Severino, docente di filosofia teoretica dal 1954 al 1969: pubblicò libri che suscitarono grosse discussioni perché in forte contrasto con la dottrina ufficiale della Chiesa, dopo attento esame fu dichiarata insanabile l’opposizione tra Cristianesimo e pensiero di Severino, uno dei maggiori filosofi nell’Occidente contemporaneo, legato a Heidegger nella critica a capitalismo e comunismo, causa prima della vita “inautentica”.