
Cala il sipario su Parma 2020-21: un’edizione tutta condizionata dalla pandemia

A Parma si avvertono subito i vari tempi della città: è romana , medievale, rinascimentale, barocca, borbonica, illuminista, rivoluzionaria, asburgica: “la nazione Parma” la dice il suo poeta Attilio Bertolucci. Tutte queste dimensioni storiche e culturali sono state esaltate nelle oltre 150 iniziative per Parma capitale italiana della cultura 2020, slittate nel 2021 causa pandemia, messe in sinergia con il fare futuro di nuovi percorsi scientifici e culturali, innovazioni tecnologiche e comunicative, officine della contemporaneità. E c’è una Parma contadina, imprenditrice, verdiana, dell’Oltretorrente, delle barricate, delle profonde tradizioni popolari, della passione per la musica.
Le principali iniziative sono state esposizioni, concerti, mostre, rassegne, concorsi musicali, opere di giovani artisti emiliani, laboratori, aperture straordinarie. Alcune sono già chiuse come le mostre: “Il lavoro dell’uomo, il tempo della Terra” di Antelami in Battistero, di Ligabue, Modigliani, Napoleone 1821, la “Rassegna del Tempo e del Disinganno” nell’abbazia di S. Giovanni Evangelista, percorsi olfattivi nella città del profumo, il viaggio nei mestieri cittadini suddivisi in enogastronomia, costruzioni, editoria, logistica, trasporti, lavorazioni tecnologiche.

Esempio virtuoso di rapporto di Parma col suo territorio è stata la mostra multimediale a Fontanellato di un percorso di parole e di pensiero nel Labirinto della Masone di Franco Maria Ricci. Di fondamentale interesse l’apertura tutti i giorni del restaurato complesso monastico di San Paolo, gestito dal Comune. Il monastero benedettino ebbe il massimo splendore quando dal 1507 al 1524 fu badessa Giovanna di Piacenza che lo rese il centro culturale più significativo di Parma. Il suo appartamento fu aperto ad artisti e letterati, ampliato con stanze decorate con citazioni bibliche e pagane, la Camera di San Paolo è affrescata “alla moderna” dal Correggio che nel 1519 portò a Parma un nuovo linguaggio pittorico. Le novità fruibili dell’autunno sono il Festival di opera lirica tutto dedicato a Verdi con concerti e recital. A Traversatolo a villa Magnani Rocca sono esposte opere di Juan Mirò. A palazzo del Governatore è proposto un viaggio per comprendere l’identità, la vita sociale e culturale della storia d’Italia attraverso Parma e il suo rapporto con l’opera lirica. A palazzo Pigoni una mostra ripercorre la carriera del graphic disegner F. M. Ricci. Al Museo Ettore Guatelli la mostra “Confini” raccoglie espressioni d’arte e di scrittura etnografica dei “morti per desiderio di futuro” per far riflettere sul naufragio di 366 migranti nelle acque di Lampedusa nell’ottobre 2013 e sulle 36mila vittime accertate, affogate nel Mediterraneo.

La capitale italiana della cultura nel 2022 sarà la piccola isola di Procida, “L’isola di Arturo” del romanzo di Elsa Morante, premio Strega 1957, che narra la formazione di un bambino orfano che vive in solitudine in mezzo ai procidani “taciturni e un po’ scontrosi”, adolescente scopre il mondo femminile, le disillusioni e abbandona l’isola suo paradiso. Procida ha “tanti porticcioli, le case sono una specie di alveari dai colori teneri, terrazze ad arconi fittamente sovrapposti, trecce di paprica rosse penzolanti, panni stesi di tutti i colori” (Moravia). Il tono caldo ed opaco del tufo colora la luce di tonalità rosa, gialle e azzurre. Per il fascino selvaggio è stata scelta come set di film, il più bello è “Il postino”, un giovane che si incontra col poeta cileno in esilio Pablo Neruda. C’è la casa di Graziella di un romanzo di La Martine. Ogni anno si tiene la sagra del mare con elezione di miss Graziella.
Maria Luisa Simoncelli