Ferdinando Quartieri e lo sviluppo di Forte dei Marmi

Nato a Bagnone nel 1865, in Versilia aprì un vasto complesso industriale della Società Italiana Prodotti Esplodenti che lui stesso aveva fondato a Milano con Bocconi e Bonzani. Al termine del primo conflitto mondiale l’area di Vittoria Apuana venne venduta e la sede amministrativa trasformata; oggi è nota come Villa Bertelli

I binari sul vecchio pontile di caricamento a Forte dei Marmi in una cartolina degli inizi del Novecento

A Forte dei Marmi non c’è persona che non conosca Palazzo Quartieri, ma solo pochi sanno chi era il proprietario e donatore: Ferdinando Quartieri. Giorgio Giannelli, nella sua “Bibbia del Forte dei Marmi”, aveva parlato della SIPE e del suo titolare, ma pur essendo un lettore abbastanza attento devo ammettere di essere rimasto piacevolmente sorpreso quando a Bagnone ho visto, per la prima volta, il monumento a Ferdinando collocato nella piazza principale del paese. È stato come ritrovare alcune tessere mancanti della mia storia personale qui in Lunigiana, dove mi sono trasferito nel 2007.
A Bagnone Ferdinando era nato nel 1865. Il capostipite della famiglia, Lorenzo (1765-1834), era stato precettore del granduca Leopoldo II di Toscana e titolare della cattedra di diritto civile presso l’Università degli studi di Pisa. Il padre Nicolò (1837-1904) era stato eletto deputato nel 1872, s’era impegnato per la realizzazione della ferrovia Parma-La Spezia e della strada per Zeri, aveva ricoperto la carica di presidente della Provincia di Massa Carrara dal 1873 al 1892 ed era stato nominato senatore del Regno nel 1901.

Bagnone: monumento a Ferdinando Quartieri (1865 – 1936)

Ferdinando, terminati gli studi di ingegneria chimica presso la Regia Scuola di Applicazione per gli ingegneri di Torino, sposò nel 1888 la contessa Maria Noceti da cui ebbe tre figli: Lorenzo (1890-1916), Giovanni (1892-1980) e Teresa. Industriale e uomo politico, fu uno dei maggiori promotori dell’industria chimica in Italia. Aveva fondato a Milano, il 31 dicembre 1891, la SIPE (Società Italiana Prodotti Esplodenti) in società con la ditta pontremolese Bocconi & Bonzani S.p.a, che l’anno prima a Boceda, in comune di Mulazzo, aveva aperto una fabbrica di dinamite. Nel 1903, alla morte dei due consiglieri delegati, Garisch e Bocconi, Quartieri divenne amministratore delegato e presidente della società.
Nei primi anni del Novecento la SIPE impiantava un vasto complesso industriale nella parte nord-ovest di Forte dei Marmi, un’area ancora scarsamente abitata che prenderà poi il nome di “Vittoria Apuana”, oggi frazione del Comune di Forte dei Marmi. La società acquistava poi il Polverificio Pallotti e Osti con sede a Spilamberto in provincia di Modena, tramite la SIPE Nobel S.p.A. in collaborazione con Dinamite Nobel S.A., dove prese avvio la fabbricazione di nitroglicerina e balistite. La collaborazione porterà all’apertura di altri impianti a Gallicano e Orbetello.
Con l’avvento della prima guerra mondiale, la SIPE si ingrandì arrivando a occupare 6.000 operai e 87 chimici, di cui 50 laureati. Iniziò a produrre nello stabilimento di Vittoria Apuana polvere nera per i proiettili e le mine delle Direzioni Artiglierie di Piacenza, Torino, Milano e per i calibri della Marina Militare Italiana. Nello stesso periodo la SIPE apriva un altro stabilimento a Ferrania, incaricato dall’Esercito Russo della fornitura di miscela di nitrocellulosa per i proiettili dei cannoni Deport.
Al termine del conflitto l’intera area industriale di Vittoria Apuana, a seguito dell’iniziale sviluppo turistico della zona, fu venduta con notevole profitto per l’azienda: si trattava infatti di un vasto complesso di terreni e fabbricati, di cui ancora oggi permangono cospicue strutture (alcune “casematte” di cemento armato sono state inglobate dal Golf Club e utilizzate come rimessaggi), che comprendeva anche la direzione e la sede amministrativa nel palazzo poi divenuto Pensione Bertelli e oggi sede di attività culturali del Comune di Forte dei Marmi.

Un’altra immagine del pontile di caricamento di Forte dei Marmi ai primi del Novecento

A Ferdinando Quartieri Bagnone deve la realizzazione di molte opere pubbliche. A lui si deve la costruzione dell’acquedotto e del Teatro con annessa scuola professionale; l’ampliamento di piazza Roma e l’edificazione del porticato; il grandioso monumento ai caduti della Prima Guerra Mondiale in onore del figlio Lorenzo caduto sull’Isonzo, medaglia d’argento al valore militare; il palazzo destinato all’asilo infantile, che poi dal figlio, ing. Giovanni, venne donato al Comune di Bagnone e ospita la sede dell’Amministrazione Comunale. Nel 1919 Ferdinando seguì come esperto la delegazione italiana alla Conferenza della pace e fu poi negli USA a capo di una missione commerciale e industriale.
Prese parte alle trattative diplomatiche con la Iugoslavia, proponendo, nella primavera del 1921, un accordo per la sistemazione di Fiume e Porto Baross. Senatore dal 1921, moriva a Milano nel 1936. Il figlio Giovanni, appena cessata la Seconda Guerra Mondiale, si adoperò per la ricos­truzione degli stabilimenti industriali di Bagnone gravemente danneggiati e mise gratuitamente a disposizione del Comune i terreni di sua proprietà per la realizzazione del grande complesso scolastico a nord della cittadina.

Palazzo Quartieri al Forte: donato al Comune
in memoria del figlio Lorenzo

Palazzo Quartieri a Forte dei Marmi fu costruito alla fine dell’Ottocento da Cesare Castagnoli che lo utilizzò anche come sala da ballo e concerti. Venne quindi acquistato, nel primo decennio del Novecento, dal senatore Ferdinando Quartieri, proprietario dello stabilimento SIPE di Vittoria Apuana, che nel 1919 lo donò al Comune di Forte dei Marmi istituito appena cinque anni prima. Nell’atto di donazione venne posta la condizione che nel palazzo fosse collocata la sede della biblioteca comunale intitolata a Lorenzo Quartieri, il figlio del donatore, caduto nel corso della Prima Guerra Mondiale. 
Per qualche tempo l’amministrazione comunale lo utilizzò come sede dello spaccio alimentare della cooperativa di consumo di Pietrasanta, poi è stato per decenni e fino al 2007 la sede ufficiale del Comune. Essendo di Forte dei Marmi, ho usufruito a lungo dei servizi della Biblioteca “Lorenzo Quartieri”, ed ho sempre percepito il Palazzo Quartieri come un riferimento fondamentale per tutta la Comunità.
“La maggior parte della vita politica e sociale del paese è passata in questo edificio. In esso si sono succedute le Amministrazioni che hanno governato il paese”, leggo in un appello del Comitato cittadino per la salvaguardia della Biblioteca a Palazzo Quartieri, costituito per sventare un tentativo di cambiare destinazione a quello storico edificio, dopo il trasferimento della sede comunale e l’avvio di lavori di restauro.
Tra la popolazione era “emersa in modo chiarissimo, la percezione del valore simbolico di questo manufatto. Un valore legato alla propria identità, alle proprie radici ed alla propria storia. Insieme al Fortino, Palazzo Quartieri rappresenta le origini e le radici di Forte dei Marmi.” 
E il Comitato ha avuto partita vinta. La biblioteca – ospitata temporaneamente a Villa Bertelli – ha fatto ritorno nella sua sede deputata, al piano terreno di Palazzo Quartieri nei locali ristrutturati, rinnovati e arredati in modo conforme alle moderne esigenze. E il palazzo manterrà la sua consolidata destinazione ad uso pubblico.

Costantino Paolicchi