La sfida di recuperare il podere di Giaredo

Una coppia arrivata dalla Spezia lavora alla rimessa a coltura per la creazione di un’azienda agrituristica

Stefano e Paola sono una coppia che, dalla vicina provincia della Spezia, ha deciso di lasciare il mare per la campagna, scegliendo di stabilirsi e investire a Pontremoli con un progetto a metà tra il sogno e una diversa visione di futuro. Per farlo intende vincere la sfida di rimettere in produzione il podere di Giaredo, abbandonato da molti decenni, e trasformarlo in azienda agrituristica. Acquistato ormai dieci anni fa, il progetto potrebbe iniziare a trasformarsi in realtà fra due o tre anni; per il momento è stata realizzata gran parte della pulizia dell’area che tornerà ad ospitare le coltivazioni, lavori che proseguiranno ancora per alcuni mesi. Poi inizierà la messa a dimora dei nuovi vigneti, tra l’autunno e l’inverno con l’impianto delle prime barbatelle di varietà autoctone, in contemporanea con le piante da frutto. Poi sarà la volta della costruzione della nuova casa e del recupero degli immobili del piccolo nucleo di abitazioni dove per secoli hanno vissuto quanti lavoravano il podere e dove in futuro troveranno accoglienza gli ospiti dell’agriturismo. E poi animali, orti e il bosco circostante. Una cinquantina di ettari in totale, parte di proprietà, parte in affitto, che Stefano pensa di poter ampliare fino ad oltre cento: una azienda agricola di notevoli dimensioni, con un piano di sviluppo e miglioramento aziendale importante, in un’area dove ormai sono pochi coloro in grado di ricordare coltivati campi e terrazzamenti. Poi, naturalmente, c’è il torrente; qui il Gordana offre la rara suggestione degli Stretti di Giaredo, una bellezza ben nota ai locali e che da alcuni anni è divenuta meta di un turismo che richiama numeri crescenti di turisti da tutta Italia e non solo. Pochi lo sanno, ma pur essendo vicina al capoluogo di Pontremoli l’area rientra nel territorio comunale di Zeri della quale rappresenta la propaggine più meridionale: Emanuele Repetti, negli anni Trenta dell’Ottocento, la ricordava come “luogo rinomato per l’ottimo dei vini di Val di Magra” a tal punto che è ben nota la battuta “il miglior vino della Lunigiana si produceva a… Zeri”!

Una realtà agricola importante, sulla quale tuttavia decenni di abbandono hanno lasciato il segno e che ha già scoraggiato altri volenterosi: il bosco, soprattutto di acacie, ha invaso gran parte del podere spingendosi fin nella parte pianeggiante dove alte pareti di rovi arrivavano fino alla sponda sinistra del torrente Gordana. Inoltre tre anni fa una grossa frana ha interessato tutto il versante della collina che sovrasta l’area dove la strada si immette nel podere, trascinando via tutto quanto trovato sul suo percorso, compreso il tubo dell’acquedotto che da Giaredo porta l’acqua potabile a Pontremoli. Un lungo tratto della condotta, che attraversa interrata tutta la parte pianeggiante del podere, dopo la frana è rimasto allo scoperto ed è ben visibile nella sua non certo ottimale situazione. A quanto pare Gaia dovrebbe provvedere alla sua sostituzione con la posa in un nuovo tracciato che si svilupperebbe più a ridosso del fiume, protetto da una lunga scogliera sulla quale organizzare anche il percorso pedonale per raggiungere, agevolmente e in sicurezza, gli Stretti. All’inizio del percorso saranno organizzati anche due parcheggi per le auto che oggi i frequentatori sono obbligati a parcheggiare in modo precario dove capita lungo la strada di accesso rendendo spesso difficoltoso il transito. Un insieme di opere di grandissimo impegno, che vedono coinvolti numerosi soggetti oltre ai proprietari: il Comune di Zeri e quello di Pontremoli a diverso titolo; l’Unione di Comuni per la sistemazione del versante sconvolto dalla frana; Gaia per il nuovo tracciato dell’acquedotto; Genio Civile e Consorzio Idraulico per i lavori in alveo e, in particolare, per la nuova scogliera che è in fase di progettazione, da realizzarsi probabilmente con massi di pietra arenaria e che avrà una lunghezza di alcune centinaia di metri per poter accogliere il nuovo tracciato dell’acquedotto.

(Paolo Bissoli)

Il comunicato dei Carabinieri forestali dopo i sopralluoghi a seguito di segnalazioni ed esposti

“A Giaredo nessuna irregolarità né scempio ambientale”

“Non emergono irregolarità” e dunque nessuno scempio ambientale a ridosso degli Stretti di Giaredo: questo, in estrema sintesi, il risultato dei controlli svolti dai Carabinieri forestali dopo le segnalazioni di presunte irregolarità nei lavori a ridosso del torrente Gordana non lontano dall’ingresso della famosa forra fluviale che ogni anno attira centinaia di visitatori. “Negli scorsi mesi – si legge nel comunicato diffuso dal gruppo dei Carabinieri forestali di Massa Carrara – sono giunte numerose segnalazioni indirizzate a Prefettura, Regione Toscana, Provincia, Comuni, forze dell’ordine e organi di stampa che segnalavano il verificarsi di uno scempio ambientale nella zona degli Stretti di Giaredo, una porzione della Lunigiana famosa per la sua bellezza e classificata ‘Zona Speciale di Conservazione’ per la sua valenza naturalistica”. I Carabinieri forestali della Stazione CC di Pontremoli, guidati dal m.llo Chiara del Vasto, hanno così effettuato ripetuti sopralluoghi per verificare la situazione: già lo scorso anno avevano compiuto un controllo “su lavori autorizzati per ripristinare la coltivazione su terreni agricoli abbandonati da decenni e fin dai primi accertamenti, cui hanno partecipato a più riprese anche rappresentanti di altri Enti ed Amministrazioni, non si sono evidenziate situazioni illecite”. I nuovi sopralluoghi sono stati effettuati dopo ulteriori segnalazioni e in particolare della denuncia a mezzo stampa da parte di Legambiente – sul finire del mese di maggio – che annunciava l’invio di un esposto-denuncia alla Procura della Repubblica per quella che definiva “devastazione sul torrente Gordana” con “inaccettabile distruzione della vegetazione a due passi dai rinomati ‘Stretti di Giaredo’ in area protetta dall’Unione Europea”. Sulla vicenda un paio di settimane fa ha presentato una interrogazione in Consiglio Regionale il M5S con la consigliera Irene Galletti e ha preso posizione con un comunicato stampa anche il consigliere comunale di Pontremoli Umberto Battaglia. I Carabinieri forestali informano che a seguito delle segnalazioni di un mese fa, all’inizio di giugno a Giaredo “si è svolto un sopralluogo congiunto alla presenza di rappresentanti dei Comuni di Pontremoli e Zeri, dell’Unione dei Comuni della Lunigiana, del Consorzio Irriguo 1 Toscana Nord ed infine del Genio Civile della Regione Toscana. Al termine di questa prolungata attività ispettiva si è convenuto che l’origine delle trasformazioni dell’area segnalate dai vari esposti sembra legata ad un evento naturale”. “Nel corso di un evento alluvionale particolarmente intenso verificatosi lo scorso inverno – spiegano – la forza dell’acqua ha scalzato il piede del versante in sponda destra e ciò ha causato una deviazione della corrente verso la sponda sinistra, laddove il terreno è invece pianeggiante, e qui l’azione erosiva dell’acqua ha scalzato le radici delle piante radicate sull’argine, che sono a loro volta crollate nel fiume”. “È solo a questo punto – continua il comunicato dei Carabinieri – che sono intervenute le maestranze dell’azienda agricola per ripristinare il deflusso dell’acqua, asportando una parte del terreno franato ed allontanando dall’alveo i fusti, che sono stati depositati a fianco del corso d’acqua. I militari della Stazione di Pontremoli proseguiranno comunque i loro controlli su tale territorio, meritevole di una particolare attenzione per le sue caratteristiche di bellezza e biodiversità, per evitarne ulteriori alterazioni”. (p. biss.)