Gravagna “location” di un romanzo di Annalisa Podestà

“Sapore di azzurro e di neve”

Il paese natio non si dimentica mai, è un ritrovato rifugio quando i drammi della vita improvvisi vengono a sbaragliare tutto: che sia una situazione personale o il prodotto di fantasia, Annalisa Podestà, persona reale della Valdantena, ha scritto la storia di Clara (“Sapore di azzurro e di neve”, Aletheia 2021) che con la sua petulante ma geniale piccola figlia Celi da Milano viene a vivere a Gravagna paese della sua infanzia. In poche ore l’amato sposo medico è stato portato via dal maledetto Covid-19.
La psicologa le suggerisce di tentare di rifarsi una vita nuova in un altrove, anche per il bene della bambina. Il racconto attrae, ha impianto sintattico a paratassi, frasi brevi come i versetti biblici. Si dilata poi in narrazione minuziosa di eventi quotidiani senza nulla tralasciare, efficaci nel ricostruire la vita di paese lontanissima dal mondo metropolitano e sono funzionali alla storia che viene sviluppata.
Intorno a Clara, trasferita ad insegnare al Liceo di Villafranca, si costruisce un ambiente premuroso e solidale, gesti concreti e poche parole come è la vita nei piccoli paesi. Gravagna è un borgo descritto con annotazioni vere come da guida turistica, ma è un luogo d’anima, di memoria, un quadretto idillico.
Con pudore e riservatezza le persone entrano in relazione, l’accoglienza è spontanea perché ha radici in una cultura che viene da tempi lontani nei nostri paesi, che sono stati attraversati da pellegrini e che hanno visto partire tanti migranti. Il passato non si cancella, affiora repentino nei silenzi interiori, lo rievoca un colore, un tramonto sullo sfondo del Groppo del Vescovo, “un cielo di fiordalisi azzurri”.
Più facile è entrare in un mondo nuovo per la piccola Celi nella sua innocenza. Un filo conduttore scorre dentro la cronaca delle piccole significative cose quotidiane declinata in brevi capitoletti e risponde alla domanda se si possa ricominciare una nuova storia di sentimenti d’amore senza tradire con l’oblio il proprio passato. La risposta a chi leggerà. (m.l.s.)