
Domenica 18 aprile – III di Pasqua
(At 3,13-15.17-19; 1Gv 2,1-5; Lc 24,35-48)
L’avevano visto, credevano, credevano di averlo visto. Le ultime pagine del Vangelo, quelle che narrano l’esperienza della Resurrezione, sono le più scivolose dell’intero libro. Perché non si capisce cosa siano queste apparizioni ma, soprattutto, perché non si capisce se i discepoli credono oppure no al Signore Risorto. E questa è una bella notizia. Forse perché mi fanno paura le sicurezze granitiche, forse perché l’imperfezione, il dubbio, la domanda, l’incertezza le sento come condizioni più umane e anche più accoglienti. Forse perché mi sembra l’unico modo per riuscire a portare avanti un discorso d’amore in cui Gesù non si è mai posto in modo autoritario. Non lo so, però sono belli questi discepoli che tornano da Emmaus e raccontano di averlo visto, questi Undici che dicono di aver fatto esperienza del Risorto e che però si spaventano quando fanno davvero Lui si presenta in mezzo a loro. Perché puoi parlare d’amore tutta la vita, puoi raccontare e ricordare ma quando l’Amore ti stringe il cuore non puoi non essere “sconvolto e pieno di paura”, non puoi non chiederti se “è un fantasma”, se è solo un gioco perverso del cuore, un desiderio che si proietta in illusione. Perché se l’Amore è Amore, questa è l’unica reazione possibile: sconvolti e pieni di paura. Se la Resurrezione è Amore lo sconvolgimento, il dubbio e la paura dei discepoli sono, per me, la prova più evidente della verità dell’Evento. (Abbiamo urgente bisogno di una Chiesa capace ancora di sconvolgersi per amore)
Ma forse non è solo il normale sconvolgimento dell’amore a mettere paura in cuore di discepolo, per loro io credo ci sia altro. È che non riescono a credere che lui, il Signore della vita, si mostri solo quando ne parlano: “mentre essi parlavano di queste cose…” lui appare. Non prima, non dopo: mentre. L’amore diventa visibile solo mentre si fa. Non è impossibile credere che Gesù sia Risorto, non è difficile credere nella sua potenza, in fondo aveva già riportato in vita Lazzaro, la cosa che più sconvolge è che il Signore decida di Risorgere, cioè di farsi presente solo ogni volta che un pugno di uomini impauriti e traditori parlano di Lui, ogni volta che ci si trova tra fratelli e si condivide un filo di Speranza. Ogni volta che si ascolta una parola calda, si condividono gioie, miserie e speranze, ogni volta che si prova a ridare volto benedicente alla vita. Paura vera è sentire che la manifestazione del Dio dell’Onnipotenza decida di affidarsi alla nostra debole parola. Dio decide di dipendere da noi. Questo fa paura.
don Alessandro Deho’