Anche l’oratorio sta mostrando segni di infiltrazioni e necessita di manutenzione.
Chi sale oggi all’oratorio di Sant’Ilario può notare nei pressi del sito gli evidenti segni di lavori appena conclusi. Stanno infatti terminando le opere per la realizzazione della “Ciclabile dei castelli” che coinvolge cinque comuni della Lunigiana e che a Pontremoli passa anche in questa zona della città, dopo la partenza dal ponte della Crësa, l’attraversamento della strada dei Chiosi, il passaggio davanti a Villa Dosi e poi la salita, appunto, fino allo spiazzo del Castello. Quindi, a sinistra dell’oratorio, si può notare l’installazione di uno steccato in legno posto come protezione al lato della carreggiata. Ma c’è un intervento visibile anche alla destra dell’antico edificio, con lo spostamento del terriccio che premeva contro la struttura. Si tratta di sassi e terriccio, lasciati lì dalla ditta dai tempi della realizzazione dell’ascensore che da Porta Parma porta al Castello (tra il 2015 ed il 2017), che nessuno aveva rimosso e che sono andati a sommergere di detriti l’ultimo tratto della viabilità storica che fin dall’antichità collegava il borgo del Piagnaro con il passo del Borgallo.
L’intervento appena compiuto non ha certo ripristinato l’antica strada pavimentata con l’acciottolato a lato dell’oratorio, ma si è limitato a spostare a monte i detriti che premevano contro le pareti dell’edificio. Un’opera, comunque, quanto mai necessaria, visto che all’interno erano state segnalate delle infiltrazioni d’acqua che avrebbero danneggiato anche alcuni affreschi presenti. Il parroco del Duomo, padre Dario Ravera, cerca di tranquillizzare: “Sì, ci sono stati dei piccoli danni alla struttura ma niente di irreparabile”. Secondo p. Dario le problematiche dell’oratorio sarebbero più legate “alla scarsa manutenzione di questi ultimi anni” che non alla presenza dei detriti all’esterno; “certo, ammette, questo non ha aiutato ed ha senza dubbio favorito le infiltrazioni che comunque erano presenti già in precedenza. Comunque, ribadisco, secondo me il problema principale è stata la mancanza di cura dell’oratorio nel corso degli anni”. Ad interessarsi del lavoro di rimozione di parte dei detriti è stato il presidente del consiglio comunale, Patrizio Bertolini, che evidenzia come sia stato “un intervento di tamponatura per evitare che la situazione potesse peggiorare, creando ulteriori danni alla struttura”. Sulle prospettive future il presidente sottolinea come sia previsto a breve “un intervento per ripulire l’area, in particolare incentrato sul castello e sulla rimozione delle piante rampicanti, ma che cercheremo di estendere a tutta la zona limitrofa”.
Per il momento, invece, non sono previsti ulteriori interventi per il ripristino dell’antica strada, che è stata anche al centro di iniziative di protesta da parte degli abitanti del Piagnaro. Infatti, nel corso delle due ultime edizioni del falò di Sant’Ilario (quelle del 2019 e del 2020, visto che quella del 2021 non è stata effettuata per la pandemia) i fuochisti hanno minacciato di non accendere il falò per protesta, e tra i punti principali del minacciato “sciopero del fuoco” c’era appunto la questione della strada che collega il Castello del Piagnaro con la provinciale per Grondola e il Brattello. In particolare, veniva chiesta chiarezza su come mai la ditta che si era occupata della realizzazione dell’ascensore non avesse poi proceduto anche al ripristino della strada (tra l’altro la presenza di un telo sotto i detriti ipotizzerebbe che l’idea iniziale fosse proprio quella) e quando l’amministrazione si sarebbe messa in moto per ovviare alla problematica in maniera autonoma. La politica, per ora, ha dibattuto poco della vicenda, con l’unica eccezione di un’interpellanza presentata nel dicembre 2015 dall’allora consigliere di minoranza Paolo Bissoli. Un vero peccato perché l’area ha tutte le potenzialità per essere fortemente attrattiva dal punto di vista turistico: lo dimostrano le tante persone che transitano anche grazie alla presenza dell’ascensore, che permette di evitare l’impegnativa salita. In quest’ottica deve trovare una soluzione anche la vicenda della strada che dai Chiosi sale su fino allo spiazzo del Castello, in particolare adesso che la via rientra nel percorso della “Ciclabile dei castelli”. La strada, infatti, appare incapace di sopportare un traffico veicolare che rischia la paralisi già al solo incrocio di due mezzi e sembrerebbe molto più adatta a piacevoli passeggiate a piedi (e da oggi anche in bici); il sentiero, sebbene allargato e in qualche punto riconsolidato, non solo non permette il passaggio di due mezzi in contemporanea, ma nemmeno consente l’accesso a mezzi furgonati, né a quelli di pubblica assistenza (ambulanze, Vigili del Fuoco), impossibilitati a passare sotto l’arco della chiesa di Sant’Ilario. (r.s.)