Con la primavera si ripropone il problema della Vespa Velutina

Con i primi caldi l’insetto predatore di impollinatori comincia la riproduzione. Occorre alzare la guardia e, per agricoltori e apicoltori, mettere in atto gli espedienti che permettano di combattere il nuovo calabrone nero. Tutti però possiamo dare il nostro contributo

Stefano Fenucci, referente in Lunigiana per la lotta alla Velutina.
Stefano Fenucci, referente in Lunigiana per la lotta alla Velutina.

Anche se a qualcuno potrà sembrare ripetitivo, visto che del problema ci siamo interessati lo scorso inverno, oggi diventa non solo necessario ma impellente riparlare della Vespa Velutina, il calabrone nero di importazione asiatica la cui presenza ormai certificata sul nostro territorio viene a rappresentare un pericolo micidiale non solo per il futuro dell’apicoltura, ma anche per molta parte delle produzioni agricole. è ormai noto, infatti, che l’imenottero si nutre quasi esclusivamente di api e di impollinatori, quindi di insetti importanti non solo per la produzione di una delle eccellenze gastronomiche della Lunigiana, ovvero il Miele DOP di Acacia e di Castagno che resta ancora unico a livello nazionale, ma anche per le produzioni frutticole e non solo perché, come noto, la qualità e la quantità delle produzioni dipende soprattutto dall’impollinazione animale che riguarda non solo le piante da frutta, ma anche le cerealicole e le leguminose oltre che numerose varietà vegetali collegate all’allevamento degli animali.

Il particolare del nido della Vespa Velutina
Il particolare del nido della Vespa Velutina

Sappiamo, infatti quanto sia delicato l’equilibrio naturale di aree come la nostra dove certo sono presenti numerosissime varietà di impollinatori, ma bastano anche solo pochi interventi sbagliati come l’uso improprio di fitofarmaci collegato alla salvaguardia di specie arboree come la vite, cosa accaduta purtroppo qualche anno fa per timore dello sviluppo della Flavescenza dorata, per infliggere un colpo mortale al nostro ambiente. Ebbene, la Vespa Velutina, qualora si insediasse in maniera massiva nella nostra zona potrebbe essere ben più pericolosa anche di eventuali errori umani perché, per sua natura, ha una capacità di riproduzione elevatissima, tale da permettere l’insediamento di migliaia di famiglie nel giro di pochissimo tempo, nella più assoluta liberta, perché contrariamente alle zone da cui proviene, i nostri pronubi, soprattutto le api, non sono ancora in grado di mettere in atto adeguate strategie di difesa. Quindi, solo l’uomo può opporsi all’infestazione e questo non può riguardare solo chi opera nel settore dell’allevamento delle api e delle produzioni agricole, ma tutta la popolazione del territorio, considerato che la Lunigiana, per le sue caratteristiche ambientali, presenta insediamenti umani quasi tutti a diretto contatto con la campagna e, quindi, la maggior parte degli abitanti di fatto potrebbe essere in grado di dare il suo aiuto ai tecnici di settore.

La vespa Velutina
La vespa Velutina

La Velutina, infatti, proprio in questo periodo sta iniziando la costruzione dei nidi riproduttivi che vengono realizzati tutti all’aperto, di solito in area boschiva, ma non solo, e sulle cime di alberi non necessariamente prossimi ad allevamenti di api, quindi, in pratica un po’ dappertutto. Occorre perciò che ognuno di noi impari a guardarsi intorno e questo vale soprattutto per chi ama fare sport e camminate all’aperto, ma anche chi, passeggiando in città o nei paesi o abitando vicino alla campagna è in grado osservare i tanti boschi che ci circondano e che si stanno avviando alla rinascita primaverile, per notare se tra i rami siano presenti accumuli di materiali anomali, talora confondibili con nidi, ma più spesso proprio nidi vecchi o in costruzione di Velutina. Qualora succedesse, anche in caso di dubbio sulla effettiva presenza di un nido, occorre avvertire le autorità deputate, in primis le guardie forestali che potranno mettere sul chi vive gli addetti alla prevenzione dell’infestazione; se del caso rivolgendosi anche alla nostra redazione.

Un apicoltore, addetto, mentre sta procedendo alla distruzione del nido della Vespa Velutina
Un apicoltore, addetto, mentre sta procedendo alla distruzione del nido della Vespa Velutina

Altro problema per agricoltori e apicoltori, ma vale anche per chi abbia giardini o piccoli appezzamenti di terreno coltivabile prossimi alla casa, che dovranno cominciare fin d’ora, e per molti è già in atto, ad utilizzare i ben noti tappi gialli, acquistabili presso un qualsiasi Consorzio Agrario, da applicare a semplici bottiglie di plastica, dentro le quali si dovrà mettere un miscuglio di birra, zucchero e acqua grazie ai quali è decisamente facile catturare non solo vespe, calabroni, mosche comuni e mosche dell’ulivo, farfalle, falene e quant’altro può rendere fastidiosa la vita in campagna, ma anche la micidiale Vespa Velutina, dando il via così da subito ad un’azione di eliminazione che potrebbe rivelarsi, a fianco di altri interventi specialistici, di estrema utilità per limitare l’infestazione. Possiamo garantire, per esperienza diretta, che l’efficacia dell’espediente, per altro ben poco costoso perché non occorrono certo prodotti di qualità, è garantita e nel breve vedrete le bottiglie, che dovranno essere appese ai rami di piante anche non troppo alte, comunque a portata di mano e non necessariamente nel folto del bosco, riempirsi di insetti nient’affatto utili per gli equilibri ambientali, anzi, in molti casi, al di là dell’obiettivo attualmente primario della lotta alla Velutina, si riesce a liberarsi di clienti usualmente scomodi per i soggiorni all’aperto durante tutto il periodo caldo. Quando le catture saranno diventate eccessive, occorrerà provvedere a sostituire i contenuti delle bottiglie per aumentare il richiamo degli insetti infestanti. Un suggerimento, come detto, che può valere per tutti, anche se a livello specialistico ci sono altre strade da percorrere che saranno messe in atto da chi di dovere, nella consapevolezza, però, che un impegno corale della popolazione darà un contributo fondamentale per provare a vincere una battaglia che purtroppo è solo all’inizio e che certo non mancherà di provocare comunque tanti danni.

(Luciano Bertocchi)