
24 marzo: XXIX giornata di preghiera e digiuno in memoria dei missionari martiri
Un anno fa, quando ci preparavamo alla Pasqua, avevamo la certezza che presto ci saremo lasciati alle spalle la dolorosa esperienza causata dalla pandemia da Covid-19. Invece eccoci immersi in questa Quaresima e ancora alle prese con la “curva” dei contagi che non cala, costretti a contare i nostri morti quotidiani. Qualcosa abbiamo capito, certamente poco, troppo poco e comunque sempre in ritardo.
Allora mi pongo una domanda e con voi la condivido: fare memoria dei missionari martiri può aiutarci a capire qualcosa in più? Può darci un diverso sguardo di fede per comprendere cosa questo tempo ci vuole dire? Parto dallo slogan scelto da Missio Giovani per la celebrazione di questa giornata: “Vite intrecciate”. Sentiamo di essere anche noi intrecciati, tessuti nella trama di vita dell’umanità?
Sappiamo che la nostra comunicazione è centrata – quasi totalmente – su dolore, sofferenza, eventi catastrofici, guerre, fame, mancanza di acqua, epidemie, oggi addirittura di pandemia. Nonostante la consapevolezza di tutto questo fatichiamo però a cambiare stile di vita. Critichiamo e giudichiamo, ma difficilmente agiamo. Siamo capaci di vedere quanto non va ma solo pochi accettano di sporcarsi le mani per fare, per compiere quel gesto giusto che, se imitato da molti, farebbe veramente cambiare rotta al destino del mondo. I testimoni della missione cristiana questa scelta l’hanno fatta e, forti della presenza di Dio nella loro vita e soprattutto nel prossimo con cui la condividevano, hanno realizzato il progetto che il Padre desidera per ogni sua figlia e figlio: avere la vita vera.

Quando celebreremo la giornata di preghiera per questi testimoni della fede – nell’anno 2020, secondo le informazioni raccolte dall’Agenzia Fides (http://www.fides.org), sono stati uccisi nel mondo 20 missionari: 8 sacerdoti, 1 religioso, 3 religiose, 2 seminaristi, 6 laici. A questi mi sento di aggiungere già ora anche Luca Attanasio, Vittorio Iacovacci e Mustapha Milambo – ci prepareremo a vivere la settimana più drammatica della vita terrena di Gesù: dal suo trionfante ingresso in Gerusalemme alla sua uscita dalla stessa città sotto il pesante legno della croce per salire al Golgota, alla crocifissione e alla sua morte e, finalmente, anche se ancora oggi – nonostante Emmaus – ancora tutto sembra finito, alla sua gloriosa risurrezione.
I martiri missionari ci indicano, come tanti fari in un tempo buio e in un mare pericoloso e pieno di brutture, che seguire Gesù e vivere l’insegnamento del Vangelo è fattibile. Sì, ciascuno di noi lo può fare, ovvio in maniera proporzionata ai doni ricevuti e nella realtà della propria vita. Personalmente poi sono convinto che quanti più saremo a vivere con coerenza i sacramenti che Gesù ci ha donato, tanti meno saranno coloro costretti a morire, anche a motivo della nostra indifferenza.
Un gesto concreto di aiuto
Chi potrà, avrà modo di offrire concretamente il segno di questa giornata contribuendo a sostegno di un progetto da realizzarsi in Etiopia e che ha l’obiettivo di allestire un laboratorio informatico ed attivare corsi formativi all’uso del computer.
Responsabile del progetto è don Stefano Ferraretto, sacerdote fidei donum della diocesi di Padova. Il nostro aiuto può essere inviato mediante bonifico utilizzando questo IBAN: IT03N0501803200000011155116 oppure con un versamento sul conto corrente postale n. 63062855. Per maggiori informazioni potete visitare il sito www.missioitalia.it.
Non potendo ritrovarci come chiesa diocesana per celebrare questa giornata di memoria per i martiri missionari a motivo delle precauzioni necessarie a contenere il contagio pandemico in atto, invito tutti a pregare per coloro che anche a nome nostro hanno speso la vita, divenendo “strumento di Dio”.
Lo possiamo fare anche inserendo un segno nelle nostre celebrazioni comunitarie, ad esempio un drappo rosso all’ambone o in altro luogo visibile alla comunità e inserendo nella liturgia una preghiera di lode e di ringraziamento al Signore perché mediante loro e con loro ci aiuti a comprendere qualcosa di più per poter essere veri fratelli e sorelle di tutti. Ma sono solo esempi, sono convinto che voi farete anche tanto altro.
Buona Pasqua a tutte e a tutti. Gesù, il Risorto, sempre sarà con noi, non dobbiamo avere paura.
Giovanni Lazzarotti