Una nuova Statua Stele consegnata al Museo del Piagnaro

Ritrovata sul monte Galletto da Paolo Pigorini di Carrara che ha visto questo “sasso strano a forma di fungo”

La testa di Statua Stele ritrovata, denominata “Pontremoli Monte Galletto n. 85 del Corpus”, con orecchini e una parte di collana
La testa di Statua Stele ritrovata, denominata “Pontremoli Monte Galletto n. 85 del Corpus”, con orecchini e una parte di collana

Una testa di stele di eccezionale bellezza e in ottimo stato di conservazione è stata consegnata al Museo delle Statue Stele Lunigianesi, sabato 6 marzo, dal rinvenitore, Paolo Pigorini di Carrara, di origine pontremolese. La Stele è stata rinvenuta tempo fa mentre Pigorini, con il padre Walter, stava salendo l’antica via acciottolata che, staccandosi dalla Francigena all’altezza della confluenza Magra-Verde (Pontremoli-San Lazzaro), sale a monte Galletto. Un contadino, arando il campo a lato, aveva raccolto le pietre più grandi per accumularle nella sottostante mulattiera, in totale abbandono. Qui Pigorini ha notato “un sasso strano a forma di fungo” decidendo quindi di recuperarlo e portarlo a casa. Lavatolo dalla terra è arrivato il primo sospetto e pertanto, coinvolgendo i consiglieri comunali Jacopo Ferri e Massimo Lecchini, si è deciso di mostrarlo al Direttore del Museo delle stele Angelo Ghiretti che lo ha riconosciuto come opera autentica dell’età del Rame, avvisando il funzionario di zona della Soprintendenza Marta Colombo e il sindaco di Pontremoli Lucia Baracchini.

Veduta della SS. Annunziata con alle spalle Monte Galletto. L’allineamento originario delle stele doveva trovarsi sulla sella poco più a destra della cima
Veduta della SS. Annunziata con alle spalle Monte Galletto. L’allineamento originario delle stele doveva trovarsi sulla sella poco più a destra della cima

Ghiretti si è mostrato molto colpito dalla raffinatezza del volto (archiviato con il nome di “Pontremoli Monte Galletto n. 85 del Corpus”) che presenta un viso femminile di quasi 5000 anni fa, con tanto di magnifici orecchini perfettamente conservati. Nel volto a forma di “U” si evidenziano gli occhi “a pastiglia”, come nella celebre testa della Verrucola o in quella di Caprio superiore, recentemente inserita nelle collezioni del Museo grazie al sostegno del Rotary Club Lunigiana. Quello che invece non stupisce è il sito di ritrovamento, sul quale dice Ghiretti essere stato più volte alla ricerca di stele perchè, com’ebbe a suggerire Manfredo Giuliani in un suo studio del 1955 (Il Groppus de Tabernula sulla via di Montebardone e l’oratorio di S. Lazzaro di Pontremoli), all’imbocco della gola dell’Annunziata si trova l’attraversamento forzato per eccellenza della testata di valle, rammentando come molte altre stele provengano da analoghe posizioni, poste nelle vicinanze di guadi in cui si doveva per forza transitare (vedi Groppoli sul Geriòla, Talavorno sul Màngiola, Pontevecchio sul Bàrdine, Ponticello sul Càprio, Venelia IV sul Civìglia). Va però precisato che la pista antica non oltrepassava la gola (ciò avverrà frequentemente solo dopo la fondazione della SS. Annunziata nel XV secolo) ma risaliva il fianco Nord di monte Galletto per poi ridiscendere verso la bassa valle dopo aver intercettato sulla sella l’antica percorrenza proveniente da Arzengio. Proprio sulla sella del monte si deve immaginare che esistesse, quasi cinquemila anni fa, un allineamento di statue-stele (di cui la nostra sarebbe un frammento caduto nel campo sottostante), situazione che ricorda molto da vicino il Santuario di Minucciano col suo valico, cerniera naturale tra Lunigiana e Garfagnana.